La Banca Centrale Europea (Bce) ha registrato una perdita di 1,266 miliardi di euro nel 2023, principalmente a causa degli aumenti dei tassi di interesse. La spesa per interessi ha raggiunto i 7,193 miliardi di euro, superando gli accantonamenti disponibili di 6,6 miliardi, il che ha portato alla chiusura dell’anno in rosso. Questo è stato il primo deficit della Bce “in quasi due decenni”, secondo quanto spiegato da Francoforte, e potrebbe non essere l’ultimo.
Perché la Bce è in rosso
La Banca Centrale Europea è stata colpita dalle proprie azioni di normalizzazione della politica monetaria, con un percorso di rialzi dei tassi di interesse di 450 punti base avviato nel luglio 2022. Il risultato era atteso da Christine Lagarde e dal suo team, ma è comunque significativo. È la prima volta in quasi vent’anni che Francoforte chiude un bilancio con un deficit.
L’ultimo bilancio in rosso della Bce risale infatti al 2004, durante un periodo di forza dell’euro, quando le perdite ammontarono a 1,6 miliardi di euro. Il 2023 è stato un anno difficile per la Banca Centrale Europea guidata da Lagarde, ma anche il 2022 non è stato esaltante, con una chiusura a bilancio pari a zero. Questi due periodi negativi hanno interrotto una serie di profitti che si erano accumulati per ben 20 anni, ammontanti a 33,6 miliardi di euro. Le perdite di 1,627 miliardi di euro, principalmente attribuibili agli interessi passivi sul saldo netto Target2, sono state completamente coperte nel 2022 dal fondo di accantonamento.
La Banca Centrale Europea ha notato che è “probabile” che si verifichino perdite anche nei prossimi anni, ma si prevede un ritorno a “profitti sostenuti” in seguito. Francoforte può comunque contare su capitale e conti di rivalutazione che, nel complesso, ammontano a 46 miliardi di euro alla fine del 2023. Si prevede che questa voce rimanga positiva anche in futuro.
I maggiori problemi potrebbero interessare le banche centrali di Germania, Olanda e Belgio, che hanno già segnalato perdite significative e rischiano di avere un capitale negativo. I membri più conservatori nel consiglio direttivo potrebbero ora fare pressioni per una revisione del framework operativo della BCE. Al di fuori dell’Europa, la Federal Reserve ha subito una perdita di 114,3 miliardi di dollari nel 2023 (come riportato da MF-Milano Finanza del 16 gennaio).
Le spese più alte a bilancio
La maggiore spesa è stata causata dall’aumento del tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali (MRO), utilizzato per remunerare questa passività. Tale tasso è passato da una media dello 0,6% nel 2022 a una media del 3,8% nel 2023, comportando un incremento di spesa di 7,193 miliardi di euro. Solo una parte di questa spesa è stata controbilanciata dall’utilizzo degli accantonamenti prudenziali.
L’aumento del tasso sulle Mro ha comportato anche un aumento degli interessi attivi maturati sulla quota della BCE sul totale delle banconote in euro in circolazione e degli interessi passivi pagati alle banche centrali nazionali come remunerazione dei loro crediti rispetto alle riserve ufficiali trasferite alla Bce, che ammontavano rispettivamente a 4,81 miliardi di euro e 1,33 miliardi di euro. Tuttavia, come spiegato dalla Bce, non ci saranno distribuzioni di profitti alle banche dell’Eurosistema.
La decisione di utilizzare accantonamenti per 6,6 miliardi non è stata una scelta inusuale, ma è stata resa necessaria per evitare che il deficit diventasse ancora più profondo. Tuttavia, ciò che preoccupa gli analisti è l’impatto futuro.
Come spiegato da Francoforte, è legittimo attendersi che negli anni a venire ci saranno conseguenze dei rialzi dei tassi di interesse sul bilancio della Bce. Fonti della Bce avvertono che non si tratta di nulla di drammatico, ma piuttosto del segno dei tempi straordinari che la pandemia, la guerra in Ucraina e il conflitto in Medio Oriente hanno prodotto sotto il profilo inflattivo.