Di finanza conoscono poco, anche se quasi la metà di essi è abituata a risparmiare. Usano gli strumenti di pagamento e rispettano le scadenze, ma non ritengono necessario pianificare il proprio futuro economico né tantomeno investire in un fondo pensione. È la fotografia dei giovani italiani scattata da Bankitalia nell’ultima indagine riguardante l’alfabetizzazione finanziaria e le competenze di finanza digitale degli individui con un’età compresa fra i 18 e i 34 anni.
Secondo lo studio, inoltre, tre intervistati su quattro detengono un conto corrente e i giovani che detengono almeno una carta – di debito, credito, o prepagata – sono il 90 per cento, mentre solo il 14 per cento ha sottoscritto, almeno una volta, azioni o obbligazioni.
Bassa alfabetizzazione finanziaria
Quanto alle competenze finanziarie, poco più di un giovane su tre mostra una cultura adeguata. Si ferma infatti al 35% la percentuale di chi risponde correttamente alle domande sui principali concetti economici, le cosiddette “big three”, riguardanti inflazione, tasso di interesse e diversificazione del rischio.
La cultura finanziaria dei giovani è disomogenea, con conoscenze finanziarie più alte tra gli studenti, rispetto a chi già lavora o è in cerca di occupazione, e più basse tra i meno istruiti, le donne e i residenti nelle regioni del Centro, del Sud e nelle Isole.
Attenti alle spese e all’uso della finanza digitale
Guardando ai comportamenti, l’89% degli intervistati è attento alla sostenibilità delle spese correnti e il 77% al rispetto delle scadenze di pagamento ma circa la metà dei giovani non ritiene necessario fare piani per la vecchiaia e non investirebbe mai in fondi pensione a causa dei rischi di perdite. Il risparmio è però un’abitudine radicata: il 43% accantona dei soldi a fine mese.
L’uso della finanza digitale è relativamente diffuso, con le attività più frequenti che riguardano la gestione online dei conti correnti e l’esecuzione di pagamenti oltre all’utilizzo di carte di pagamento. Resta invece modesta la partecipazione ai mercati finanziari. Poco diffuse la sottoscrizione di polizze assicurative online, l’abitudine a informarsi online per un prestito e, infine, l’uso di piattaforme digitali per il trading e per l’accesso a servizi di roboadvisor.
Social come fonte di informazione finanziaria
Secondo l’indagine di Bankitalia, oltre l’80% del campione si tiene aggiornato su temi economici e finanziari soprattutto attraverso i social media, la televisione, i siti web o le riviste specializzate e le applicazioni per dispositivi mobili sono lo strumento preferito per l’apprendimento. Inoltre, fra i giovani di età compresa tra i 18 e 23 anni, scuola e università sono i luoghi preferiti dove migliorare le proprie competenze in questo ambito. Al contrario, con l’aumentare dell’età, cresce la preferenza per banche e istituzioni finanziarie. Anche la famiglia rientra tra le preferenze indicate, in particolare dalle donne e dai meno istruiti. Infine, il 10% dichiara di non aver interesse verso l’educazione finanziaria. Percentuale che sale nel genere femminile e tra chi ha bassa scolarizzazione.
Quanto alle opinioni e alle prospettive, la protezione dell’ambiente emerge come il tema più urgente su cui dovrebbero concentrarsi le politiche economiche. E a tale sensibilità si accompagna una conoscenza abbastanza diffusa dell’esistenza della finanza sostenibile: circa il 40% dichiara di conoscere i criteri Esg.