“Non è reato difendere i confini”. È questo lo slogan del comizio leghista di Pontida, paesino della bergamasca, che ha visto protagonista il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini.
L’edizione numero 36 della kermesse, iniziata oggi, ha coinvolto i partiti confluiti nei Patrioti d’Europa. Tra gli invitati, oltre al primo ministro ungherese Viktor Orban, il portavoce di Vox, Jose Antonio Fuster, l’olandese Geert Widers, il portoghese Andrè Ventura di Chega e l’austriaca Marlene Svazek di Fpo. Tra gli interventi anche quello di Marine Le Pen, che ha mandato un videomessaggio, e del generale Roberto Vannacci, al debutto dopo l’elezione al Parlamento europeo con i voti della Lega.
Le parole di Salvini
Il primo raduno di Pontida risale al 1990 per volere del fondatore della Lega Nord Umberto Bossi, mentre Salvini ha partecipato per la prima volta come segretario nel 2014. L‘edizione 2024, aperta con il tradizionale omaggio ai volontari della Lega che sono scomparsi, è quella con il maggior numero di ospiti stranieri per via della partecipazione delle delegazioni di partiti europei che hanno accettato l’invito di Salvini.
“Difendere i confini non è reato” è lo slogan di quest’ultima edizione, che non a caso ha visto molti militanti girare con una pettorina blu con la scritta “Giù le mani da Matteo”, in difesa del leader leghista accusato di sequestro di migranti a Lampedusa.
Salvini, sul palco per circa venti minuti, ha parlato di autonomia differenziata, “da cui non si torna più indietro. È il futuro, è merito, efficienza”, ma anche di cittadinanza, ribadendo la posizione del suo partito: “La priorità, per la Lega, è di revocare la cittadinanza a quelli che delinquono. La cittadinanza è un atto di fede. È il secondo mazzo di chiavi di casa nostra, ma se tradisci questa fiducia contro chi ti ha garantito scuola previdenza e sanità, e poi spacci, stupri e uccidi, la soluzione è solo: via la cittadinanza e torna al tuo paese. Non abbiamo bisogno di altri delinquenti”.
A proposito delle misure previste dalla prossima legge di bilancio, il leader ha ribadito il suo sostegno per le fasce più deboli della popolazione: “Se qualcuno deve pagare qualcosa in più, paghino i banchieri e non gli operai. Noi come Lega guardiamo agli italiani che hanno bisogno”.
Dai migranti alla difesa dei confini
Sul palco anche il generale Vannacci, accolto al suo esordio dalle note di “Generale” di Francesco Guccini, che sul palco ha affrontato il tema della cittadinanza: “La cittadinanza se la sono guadagnata i nostri nonni sul Carso, questa è la nostra cittadinanza. Se andaste in Arabia dopo 5 anni di scuola non sareste arabi, non c’è reciprocità. Così in Marocco e Tunisia”.
Ma a esaltare la difesa dei confini ribadita da Salvini è anche il primo ministro ungherese Viktor Orban, accolto da numerosi applausi, che ha minacciato di portare i migranti irregolari davanti agli uffici di Bruxelles se non si riuscirà a contenere l’immigrazione irregolare in Europa: “In Ungheria il numero dei migranti è zero, noi non diamo in mano altrui il nostro paese. Non facciamo entrare gli illegali, noi difendiamo i confini. Chi vuole entrare deve aspettare il permesso e deve farlo fuori dai nostri confini”.