Auto solari addio, in Europa un grande flop

Ancora un progetto concluso prima del lancio sul mercato in Europa: le auto solari non sono un'idea per il futuro conciliante con il vecchio continente

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Se è vero che il mondo della mobilità sta tentando di muoversi in direzione ecologica, al fine di migliorare le condizioni atmosferiche del pianeta, lo è altrettanto il fatto che non tutte le soluzioni siano adeguate. Ciò è reso evidente da alcune dinamiche di mercato.

Avanzano le elettriche, in sintesi, ma retrocedono con forza le auto solari, almeno quelle europee per ora. Sfruttare l’energia solare per produrre energia è di vitale importanza per il mondo intero. Le applicazioni sono innumerevoli ma su quattro ruote non sembra che le cose vadano come sperato.

Addio alla Lightyear 2

È bene sottolineare come le auto solari facciano fatica in Europa, dal momento che il mercato cinese prosegue la propria crescita, sviluppando nuovi veicoli che possano soddisfare le richieste di soluzioni rinnovabili. Nel vecchio continente, invece, dopo la tedesca Sion è l’olandese Lightyear a chiudere i battenti di questo settore. Il tutto è avvenuto in maniera sorprendente, a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro.

Tutto sembrava procedere nel verso giusto, avviandosi in direzione della produzione di un veicolo. Sarebbe stata lanciata sul mercato la Lightyear 2, stando alle previsioni iniziali della compagnia. Il costo previsto per il pubblico già studiato, 40mila euro circa.

Non una vettura a basso costo, certo, ma nella media delle auto elettriche di classe medio-superiore. A conti fatti, però, il risparmio economico per l’utente avrebbe col tempo ripagato l’investimento. Avrebbe avuto un efficace sistema di pannelli solari, oltre a una batteria. A dimostrazione di come il progetto fosse in stato avanzato, Lightyear aveva anche contabilizzato un pre ordine pari a 21.000 unità di pannelli.

Auto solare: perché il progetto è fallito

Lo stop ha dell’incredibile, dal momento che tutto sembrava ormai pronto per il grande lancio. Facile prevedere come nel corso del 2024 ci sarebbero state le prime pubblicazioni tra video e foto. Lo sbarco sul mercato era infatti previsto per il 2025.

Questo si sarebbe poggiato sulle spalle dell’esperienza maturata con la Lightyear 0, ovvero una limousine da poco più di 5 metri di lunghezza, con tiratura decisamente limitata (meno di 1000 esemplari, ndr), proposta al prezzo di 250mila euro, e in grado di percorrere 70 km al giorno con il solo sfruttamento dell’energia solare.

Anche in quel caso, però, le cose non erano andate per il meglio. Produzione avviata in Finlandia, presso il sito della Valmet, per poi essere interrotta a fine novembre. A nulla era servito l’arrivo dell’ex manager Audi Berndt Martens, rimasto in carica come COO per meno di un anno, da dicembre 2022 a settembre 2023. È naturale però chiedersi il motivo dietro questo totale fallimento. La ragione è ovviamente economica. Come già accaduto con la Sono Motors e il progetto Sion, la lavorazione non è sostenibile, almeno non su questo livello.

La start up aveva provato a reggersi in piedi, poggiando le basi dell’iniziativa su ben 45mila fra ordini e prenotazioni, così come vari crowdfunding avviati, ma nulla da fare. Il 90% delle risorse societarie venivano rigettate in questo sogno, che è però rimasto tale. Al fine di sopravvivere, entrambe le realtà hanno reindirizzato i propri sforzi sulla fornitura di componenti fotovoltaici per costruttori. Basti pensare a Toyota, che offre interessanti soluzioni per aumentare l’efficacia dei propri modelli.