È finita la collaborazione tra Gianmarco Tamberi e suo padre, l’ex primatista e oggi editore e allenatore Marco Tamberi. L’atleta italiano – classe ’92, campione olimpico ai Giochi di Tokyo nel 2020, campione mondiale indoor ai Campionati del mondo di atletica leggera di Portland nel 2016 e detentore del record nazionale, sia indoor che outdoor – ha annunciato di persona la rottura, spiegando le sue motivazioni.
L’annuncio di Gimbo e le differenze di vedute con il padre e coach Marco Tamberi
Gimbo ha fatto sapere che in questi anni di collaborazione si sono alternati importanti risultati sportivi e “altrettanto grandi divergenze“. E questa è una “decisione che stavo considerando da tempo”, arrivata a dieci giorni dall’inizio dei Campionati del mondo di atletica leggera, che quest’anno si terranno a Eugene, nello stato dell’Oregon, negli Usa.
Gianmarco Tamberi ha sottolineato di aver scelto di licenziare il padre e allenatore dopo aver analizzato la stagione fin qui disputata, e aver agito con le dovute cautele e un pizzico di coraggio. Le performance non sono state al top, “ben al di sotto delle aspettative tecniche”, e tra il coach e il figlio sarebbe emersa una profonda diversità di vedute sulle cause.
Di qui la volontà di non compromettere “la gara più importante dell’anno“, come l’ha definita, insistendo su una strada per lui sbagliata che l’avrebbe portato a “mangiarmi le mani a posteriori, per non aver avuto il coraggio di prendere in mano la situazione”.
Il futuro di Gianmarco Tamberi: un nuovo allenatore solo dopo i Mondiali di Eugene
Cosa c’è dunque nel futuro di Half Shave? Anzitutto sistemare il problema fisico della gamba di stacco, che potrebbe trasformarsi in un grande ostacolo per arrivare fino alla fine a Eugene. L’obiettivo è quello di concentrarsi e dare il 100% al Mondiale, sperando di portare a casa risultati straordinari.
Solo dopo l’importante appuntamento negli States, ha fatto sapere l’altista, potrà “distrarsi” alla ricerca della figura tecnica che lo affiancherà nella preparazione della prossima stagione sportiva. “Gareggiare supervisionato da un altro allenatore non è un azzardo“, ha spiegato Gianmarco Tamberi.
Nel mondo del salto in alto il coach è “essenziale in tutte le fasi di allenamento e programmazione”, e poi in gara sono “gli automatismi e le sensazioni dell’atleta a essere i veri fattori determinanti ai fini della performance. Sono un agonista e calcolo ogni rischio”.
Il cambio di rotta non spaventa particolarmente lo sportivo, che per i motivi più disparati è già stato affiancato da altri allenatori negli anni passati, considerando anche che Marco Tamberi è stato a lungo impegnato anche con il figlio maggiore, Gianluca Tamberi, primatista italiano juniores nel 2009 e quarto posto agli Europei juniores di lancio del giavellotto, ora lanciato nel mondo della moda e dello spettacolo.
Dopo quello che è successo a Marcell Jacobs (qui i suoi guadagni ai mondiali indoor), i riflettori ora sono tutti puntati su Gimbo.