Covid, 80mila turisti bloccati in un’isola per il lockdown

Il governo cinese ha disposto la cancellazione di tutti i voli dall'aeroporto di Sanya per un focolaio nell'isola

Pechino non concede eccezioni rispetto alla “tolleranza zero” contro il Covid-19 e a causa di un focolaio scoppiato nell’isola di Hainan, a sud della Cina, blocca 80mila turisti che non potranno più tornare a casa senza aver dimostrato la negatività al coronavirus con cinque test in sette giorni. Le autorità cinesi hanno, infatti, oltre ad avere interdetto tutti i trasporti interni, hanno cancellato tutti i voli in partenza dall’aeroporto di Sanya, scatenando l’ira tra i viaggiatori.

Covid, 80mila turisti bloccati nell’isola di Hainan per il lockdown: il focolaio

La frequentatissima località balneare da oltre un milione di abitanti, la seconda nell’isola per popolazione, avrebbe fatto registrare intorno ai 48 nuovi casi di Covid-19, il numero più alto dallo scoppio di quest’ultimo focolaio che ha portato al lockdown.

Ad Hainan nell’ultimo mese sarebbero stati registrati circa 1.400 casi, 470 dei quali sabato scorso, di cui 245 asintomatici, contro i 760 casi rilevati nello stesso giorno nell’intera Cina.

Il lockdown è scattato in seguito alla scoperta di un focolaio della sottovariante Omicron BA.5.1.3, che, secondo quanto riportato dalle autorità locali, sarebbe emersa da un porto di pescatori e probabilmente si sarebbe diffusa tra gli abitanti che commerciava pesce al di fuori della Cina.

Per il governo locale l’ondata di contagi sarebbe alimentata proprio dalla mutazione del ceppo BA.5 di Omicron, ormai dominante negli Stati Uniti e in varie altre parti del mondo, compresa l’Italia (qui abbiamo parlato di un possibile nuovo sintomo anomalo di Omicron 5).

Nella giornata di oggi è stata disposta la chiusura totale anche del capoluogo di Hainan, Haikou, circa 2 milioni di abitanti, insieme ad alte quattro località.

Covid, 80mila turisti bloccati nell’isola di Hainan per il lockdown: il focolaio

Le severe misure restrittive applicate ad Hainan rispecchiano la politica “zero Covid” adottata dal governo cinese, in contrapposizione alle decisioni sulla pandemia prese nel resto del mondo, e segue il solco dei lockdown imposti in altri parti della Cina: tra aprile e maggio una città da 26 milioni di abitanti come Shanghai, è stata sottoposta a una chiusura totale, con in seguito ulteriori lockdown in singoli quartieri per altri focolai, con gravi conseguenze per tutta l’economia a livello nazionale (qui abbiamo parlato del ritorno del lockdown a Wuhan).

Oltre a interrompere tutti i trasporti pubblici, compresi autobus e treni, il governo locale ha vietato alle persone di lasciare le loro case se non per acquistare generi alimentari e altri beni essenziali, in forza della “zona ad alto rischio” per Covid disposta su Hainan. Per accedere alle aree pubbliche come i parchi o gli uffici è necessario un test negativo al Covid-19.

Per controllare le proteste dei turisti bloccati nella località di Sanya, gli hotel offriranno uno sconto del 50% durante il periodo di quarantena forzata.

L’isola di Hainan da circa 9,2 milioni di abitanti è grande una volta e mezza la Sardegna, è nota per le sue spiagge bianche e il clima caldo tutto l’anno, con i suoi resort all inclusive, e attira ogni anno decine di milioni di turisti cinesi (qui abbiamo fatto il punto sulla tensione internazionale tra Usa e Cina e il conseguente rischio di operazioni militari da parte di Pechino contro Taiwan).