Gli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica sono attesi alla centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia nei prossimi giorni per valutare l’entità dei danni causati dalle bombe. Le autorità cittadine stanno già distribuendo pillole di iodio ai residenti, nel timore che si scateni un incidente nucleare. Che sarebbe particolarmente disastroso, visto che si tratta dell’impianto più grande di tutta l’Europa. Rafael Grossi, numero uno dell’IAEA ha confermato la missione internazionale di una squadra guidata direttamente da lui. Su Twitter ha spiegato che “bisogna proteggere la sicurezza dell’Ucraina”, sottolineando che è sotto attacco lo stabilimento più vasto e potente di tutto il Vecchio Continente.
La missione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica in Ucraina
Le autorità di Ucraina e Russia hanno accettato di buon grado l’arrivo degli esperti di energia atomica a Zaporizhzhia, una dozzina di persone chiamate a valutare quali pericoli potrebbero esserci per i territori circostanti e per tutta l’Europa. Insieme a loro ci saranno rappresentanti di entrambi i Paesi all’interno dello stabilimento, che in larga parte è sotto il controllo dell’esercito di Vladimir Putin.
Non saranno presenti rappresentanti di Stati Uniti e Regno Unito, secondo quanto riporta il New York Times, per evitare incidenti diplomatici con il Cremlino, che considera i due Paesi “ingiustamente prevenuti” a causa del loro supporto alle forze armate e umanitarie di Kiev. Dall’Agenzia è stato sottolineato che ognuno dei membri della squadra sarà in missione solo in rappresentanza delle proprie competenze e non della propria nazione di appartenenza.
Cosa sta succedendo vicino alla centrale di Zaporizhzhia: pillole di iodio ai cittadini
Sia il Ministero della Difesa russo che il colosso energetico ucraino Energoatom hanno dichiarato che il sito dell’impianto nucleare di Zaporizhzhia è stato bombardato ripetutamente, con danni evidenti al tetto dello stabilimento. Tra Mosca e Kiev sono volate accuse reciproche, e non è ancora chiara la responsabilità di ciò che è avvenuto.
Le autorità locali stanno distribuendo pillole di iodio ai cittadini, come spiegato qui, per prevenire l’insorgenza di tumori alla tiroide e proteggerli dallo iodio radioattivo che può causare molti danni alla salute. Oltre 4 mila persone avrebbero iniziato la particolare terapia preventiva per evitare contaminazioni in caso di incidente nucleare. Ai civili è anche consigliato evitare di stare all’aperto senza motivo, e sigillare porte e finestre, spegnendo i condizionatori.
“Il mondo rischia un disastro nucleare”: le radiazioni arriveranno in Italia?
Ma quali sono, nel concreto, i rischi che corriamo anche a così tanti chilometri di distanza? In base alle attuali condizioni meteo, una nube radioattivo, in caso di grave incidente nucleare, si propagherebbe per tutto il Sud dell’Ucraina e in diverse regioni del Sud Ovest della Russia. Il ministro degli Affari esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato di attendere un comunicato della IAEA in cui saranno dimostrate le violazioni da parte della Russia dei protocolli di sicurezza.
“La Russia sta mettendo non solo l’Ucraina ma il mondo intero a rischio“, ha sottolineato durante una conferenza stampa che si è tenuta a Stoccolma. Secondo Kiev, il Cremlino starebbe utilizzando la centrale nucleare come base per lanciare gli attacchi, sapendo che i militari ucraini non bombarderebbero mai uno dei sei reattori dell’impianto.
“Il mondo è sull’orlo del disastro nucleare“, ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. D’altra parte il Ministero della Difesa russo e la portavoce di quello degli Affari esteri Maria Zakharova hanno addossato le colpe di eventuali danni all’Ucraina, che starebbe portando avanti azioni di “terrorismo nucleare“.
Secondo le previsioni, e solo se le attuali condizioni meteo dovessero rimanere invariate, l’Italia non correi rischi diretti per via delle radiazioni, che però arriverebbero in tutte le aree finora occupate dalla Russia in Ucraina e in tutto il Mare d’Azov e la Crimea. Causando problemi per il trasporto merci e alle colture locali, come quelle di grano, scatenando una ulteriore crisi che aggraverà la situazione attuale