Addio agli autovelox? La stoccata del Governo ai Comuni

Stop agli autovelox selvaggi utilizzati dai Comuni italiani solo per "fare cassa": l'affondo del ministro Salvini e l'idea per modificare il Codice della strada

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Il MIT, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, prosegue nel suo lavoro quotidiano per poter giungere nel breve tempo a una modifica del Codice della strada. Dall’insediamento nel dicastero di Matteo Salvini, attuale guida del Ministero, sembra essere in atto una vera e propria rivoluzione per gli automobilisti che presto potrebbero essere chiamati a fare attenzione su aspetti fin qui ignorati (qui per esempio vi abbiamo parlato di chi verrà colpito dalla stretta del nuovo Codice).

Ma nella mente del ministro ci sono tante cose da riformare, da migliorare e soprattutto da regolamentare. Come per esempio l’uso degli autovelox, definiti sempre più spesso il “modo di fare cassa per i Comuni”.

Addio autovelox? La stoccata di Salvini

A piazzare l’ennesimo affondo è stato proprio il leader della Lega, nonché ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che rispondendo a un’interrogazione del deputato di Forza Italia Andrea Caroppo ha ancora una volta puntato il dito contro i dispositivi di controllo della velocità. Secondo il vicepremier, infatti, verrebbero utilizzati in maniera subdola da parte delle autorità locali.

“In alcuni casi vengono usati per fare cassa. Stiamo lavorando a un pacchetto organico di revisione del Codice della Strada compresi gli autovelox, i photored e simili. Bisogna trovare il modo di avere bilanci più sani senza pesare sulle tasche degli automobilisti e motociclisti, e senza realizzare una reale sicurezza stradale” ha detto Salvini, che ha quindi precisato di non voler compromettere la sicurezza stradale, ma di essere contrario all’uso dei rilevatori di velocità in maniera irrazionale.

Troppo spesso, infatti, capita di trovare per strada autovelox nascosti o pattuglie che non segnalano il rilevatore di velocità, con gli automobilisti infuriati che spesso fanno ricorso alle multe staccate.

Il ministro ha quindi sottolineato l’importanza di questi dispositivi per tenere a bada il “piede pesante” degli automobilisti sull’acceleratore, ma senza andare oltre per interessi di cassa comunale. Diverso, invece, il parere sui Tutor,  sistemi che sono presenti in quasi tutte le autostrade a tre corsie di marcia, che misurano la velocità media e sono segnalati all’inizio dei tratti regolamentati (qui vi abbiamo parlato dei possibili nuovi limiti di velocità).

Autovelox, i record di multe in Italia

Insomma, sicurezza sì ma non per fare la cresta sulle tasche degli italiani che purtroppo sempre più spesso sono costretti a pagare cifre esorbitanti per essere stati colti al volante oltre i limiti di velocità. Lo sanno bene i cittadini di Milano, che nella speciale classifica delle città più multate d’Italia vanta il primo posto con oltre 12,9 milioni di euro di sanzioni.

Ben più dietro, con la metà della cifra meneghina, c’è Genova, al secondo posto del podio con 6,2 milioni di euro di multe seguita da Torino (5 milioni). Ma non mancano anche i casi paradossali, come il caso del comune di Melpignano, in provincia di Lecco, dove nel 2021 grazie agli autovelox furono incassati quasi 5 milioni di euro in più rispetto a Roma, Firenze e Bologna.

Insomma, prova questa che i Comuni a volte vanno oltre e cercano di battere il ferro finché è caldo su situazioni al limite per far cassa. E le parole di Salvini sugli autovelox hanno ricevuto il plauso di Codacons e Unione Nazionale Consumatori.