Perché Trump sta vendendo migliaia di Bibbie personalizzate

Trump incassa 300.000 dollari vendendo Bibbie personalizzate, trasformando la fede in un affare redditizio con Lee Greenwood

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Donald Trump, ancora prima di essere un politico, è prima di tutto un imprenditore-miliardario, e continuano a sorprendere tutte le sue iniziative che portano un enorme guadagno. Tra le più curiose, spicca la vendita di Bibbie personalizzate che gli ha fruttato ben 300.000 dollari. Questi testi, venduti come “The Greenwood Bible”, sono stati creati in collaborazione con il cantante country Lee Greenwood, noto per il suo brano patriottico dall’originale titolo “God Bless the Usa”.

La Bibbia, infatti, prende il nome proprio da questa celebre canzone ed è venduta sul sito ufficiale di Greenwood a 59,99 dollari. Questo progetto mostra come Trump riesca a capitalizzare su settori inattesi, sfruttando la propria immagine e la collaborazione con figure di spicco del mondo dello spettacolo.

La promozione del libro ha sollevato critiche da parte di alcuni ambienti religiosi, che considerano l’iniziativa un tentativo di sfruttare la religione a fini politici e commerciali.

Lo slogan della Bibbia è “Make America Pray Again”

Donald Trump ha saputo mescolare abilmente politica e religione con l’iniziativa “Make America Pray Again”. In un colpo solo, ha preso lo slogan che lo ha reso famoso durante le presidenziali del 2017, “Make America Great Again”, e lo ha trasformato in un richiamo spirituale, puntando sul ritorno ai valori cristiani come chiave per rimettere in sesto il Paese. Promuovendo la Bibbia personalizzata “God Bless the Usa”, Trump ha lanciato un messaggio potente: la fede religiosa è il pilastro su cui deve poggiare la rinascita americana. E questo non è un semplice marketing, ma una mossa strategica per rinvigorire il legame con l’elettorato cristiano conservatore, già saldamente radicato nei suoi valori.

Non è stata una coincidenza il fatto che il lancio della Bibbia sia avvenuto proprio durante la Settimana Santa. Il tempismo era perfetto per rafforzare il messaggio che Trump voleva trasmettere. Durante la promozione, ha dichiarato: “La religione e il cristianesimo sono le cose più importanti che mancano al nostro Paese”. Per i cristiani conservatori, che vedono la fede sotto attacco in una società sempre più secolarizzata, Trump si pone come il baluardo di difesa, pronto a combattere per preservare i loro valori tradizionali.

La capacità di Trump di conquistare l’elettorato cristiano, in particolare gli evangelici bianchi, è indiscutibile. Nel 2020, il 76% degli elettori evangelici bianchi ha votato per lui, consolidando una fedeltà che già nel 2016 aveva toccato il 77%. Questo blocco di voti è un’arma potentissima, soprattutto negli stati del Sud e del Midwest come Texas, Alabama e Tennessee, dove gli evangelici costituiscono circa il 25% della popolazione. Questi stati sono fondamentali per le vittorie elettorali repubblicane, e Trump lo sa bene.

I numeri parlano chiaro: il 69% degli evangelici bianchi è convinto che gli Stati Uniti stiano andando nella direzione sbagliata, secondo un sondaggio del Public Religion Research Institute. Ed è proprio su questo malcontento che Trump ha costruito il suo discorso politico, cavalcando temi come la libertà religiosa, la nomina di giudici conservatori e la sua ferma opposizione all’aborto, temi che risuonano fortemente nella base cristiana conservatrice.

Trump e il suo impero finanziario: un mix di investimenti globali e debiti crescenti

Donald Trump continua a mantenere una rete di investimenti e proprietà immobiliari non solo negli Stati Uniti, ma anche a livello globale. Mentre le sue proprietà negli Usa restano il fulcro delle sue attività, l’ex presidente ha costruito un impero con marchi registrati in Paesi strategici come Cina, Arabia Saudita, Iran, Ucraina e Israele. Questo mosaico di affari si estende anche al mondo delle criptovalute, con investimenti stimati tra 1 e 5 milioni di dollari. Come se non bastasse, Trump possiede anche riserve d’oro nell’ordine di 250mila dollari.

Ha guadagnato circa 7 milioni di dollari dalla vendita di Nft, tra cui le sue “trading card” digitali. Inoltre, ha incassato 5 milioni di dollari dalle vendite dei suoi libri Letters to Trump e Our Journey Together dimostrando che il marchio Trump rimane ancora estremamente redditizio anche al di fuori della politica.

La sua carriera come autore continua a generare guadagni: il suo celebre libro del 1987, The Art of the Deal, gli ha fruttato tra i 50.000 e i 100.000 dollari nell’ultimo anno. Trump, come ex membro della Screen Actors Guild, riceve anche una pensione annuale di quasi 91.000 dollari.

Mar-a-Lago e la contrazione delle entrate

Uno dei gioielli della corona dell’impero Trump, la residenza di Mar-a-Lago in Florida, ha registrato un calo delle entrate: 57 milioni di dollari, una cifra di 8 milioni inferiore rispetto agli anni passati. Questo calo potrebbe essere legato alle indagini sull’organizzazione Trump, che lo accusano di aver gonfiato il valore delle sue proprietà immobiliari. L’ombra di queste indagini pesa come una spada di Damocle sul futuro di Trump e dei suoi affari.

Il rebus delle finanze di Trump e il suo patrimonio

Nonostante le informazioni trapelate siano numerose, risulta ancora difficile decifrare con precisione lo stato finanziario di Trump. Le sue dichiarazioni non offrono una visione trasparente delle sue perdite e profitti, limitandosi a indicare fasce di reddito e beni. Questo ha alimentato il dibattito sulla reale solidità economica dell’ex presidente, che ha resistito per anni alla pubblicazione delle sue dichiarazioni fiscali, fino a quando il Congresso democratico non ha divulgato sei anni di documenti nel 2021.

Una delle voci più rilevanti nelle sue finanze è il successo iniziale della sua società di media, la Trump Media & Technology Group, nota per la piattaforma Truth Social. L’azienda aveva inizialmente spinto Trump tra i 500 uomini più ricchi del mondo, con una fortuna stimata a 6,5 miliardi di dollari. Tuttavia, il valore della società ha subito un calo significativo negli ultimi mesi, stimato fino a 1,3 miliardi di dollari.

Debiti e cause legali: un prezzo salato

Ma il successo finanziario di Trump è accompagnato da una serie di battaglie legali che lo stanno pesantemente colpendo. Tra le sentenze più gravose c’è il risarcimento da 83 milioni di dollari imposto dalla causa per diffamazione intentata dalla scrittrice E. Jean Carroll. A questo si aggiungono i 454 milioni di dollari che deve allo Stato di New York per frodi contabili. Con questi debiti pendenti, Trump affronta una montagna di passività che, seppur in fase di appello, rischiano di compromettere il suo impero per anni.