Scorte di gas, l’Italia guida l’Europa mentre la Germania è in difficoltà

Le scorte di gas in Italia restano sopra il 75% e superano Germania e media dell'Unione europea. Il ruolo strategico degli stoccaggi italiani

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Claudio Cafarelli

Giornalista e content manager

Giornalista pubblicista laureato in economia, appassionato di SEO e ricerca di trend, content manager per agenzie italiane e straniere

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Le scorte di gas naturale in Italia restano sopra la soglia del 75%, un livello che consente di affrontare l’inverno con maggiore tranquillità rispetto ad altri grandi Stati membri. Secondo i dati diffusi dalla Gas Infrastructure Europe (Gie), l’indice di riempimento degli stoccaggi italiani si attesta al 75,72%, pari a 153,95 terawattora (TWh).

Si tratta di un valore leggermente inferiore rispetto ai 160,1 TWh registrati nello stesso periodo del 2024, ma comunque sufficiente a mantenere l’Italia al primo posto in Europa.

Il confronto con Germania e Europa

Il confronto con la Germania è particolarmente significativo. Pur disponendo di una capacità di stoccaggio strutturalmente superiore, il Paese teutonico vede le proprie riserve scendere sotto il 60%, con un livello del 59,78% pari a 150,1 TWh, contro i 206,7 TWh di un anno fa. A livello europeo, il dato aggregato mostra scorte al 64,78%, pari a 740,1 TWh, circa 120 TWh in meno rispetto agli 858,2 TWh del dicembre 2024.

Il calo delle scorte registrato in diversi Paesi è legato in larga parte all’andamento climatico. Dopo giorni relativamente miti prima di Natale, l’Europa sta affrontando un irrigidimento delle temperature, con valori vicini o inferiori allo zero in città come Parigi, Londra e Berlino. Questo scenario ha già avuto un impatto sui consumi di gas, soprattutto per il riscaldamento domestico.

Prezzi del gas in rialzo a Natale

Sul fronte dei prezzi del gas, il metano ha registrato un rialzo dell’1,3% il 24 dicembre, attestandosi a 28,1 euro al megawattora, livello poi mantenuto anche il giorno di Santo Stefano. Il calo temporaneo dei consumi industriali durante le festività non è stato sufficiente a compensare l’aumento della domanda legata al freddo. Le quotazioni restano comunque su livelli relativamente contenuti rispetto ai picchi degli ultimi anni.

A sostenere l’equilibrio del mercato contribuiscono anche le forniture dall’estero. Le consegne di gas naturale liquefatto (Gnl) via mare proseguono con regolarità, favorite da una domanda più debole in Asia, mentre i flussi dalla Norvegia risultano a regime.

Perché le scorte italiane sono strategiche

Il livello delle riserve italiane assume un valore strategico non solo per la sicurezza nazionale, ma anche per la stabilità dei prezzi. Disporre di stoccaggi ben riempiti significa poter far fronte a improvvisi aumenti della domanda o a eventuali interruzioni delle forniture, riducendo il rischio di shock sul mercato.

In Italia il principale operatore dello stoccaggio è Snam, attraverso la controllata Stogit. I siti attivi sono nove: Brugherio, Bordolano, Cortemaggiore, Fiume Treste, Minerbio, Ripalta, Sabbioncello, Sergnano e Settala. La capacità massima complessiva dei giacimenti gestiti da Stogit è di circa 17 miliardi di metri cubi.

Cosa succederà nei prossimi mesi

Il monitoraggio delle condizioni climatiche resta un fattore chiave per capire come si evolverà il mercato. In caso di ondate di freddo prolungate, nel Nord Europa potrebbero aumentare rapidamente la domanda, con effetti sui prezzi e sulle scorte.

La posizione dell’Italia è stabile e contribuisce a proteggere famiglie e imprese da possibili cambiamenti sul mercato energetico. Le scorte sopra al 75% consentono, a oggi, di affrontare l’inverno con un margine di sicurezza più ampio rispetto ad altri Paesi europei, in una fase in cui l’equilibrio tra domanda e offerta resta particolarmente delicato.