Patrimonio UNESCO in pericolo: anche l’Italia a rischio

L'UNESCO vuole aggiungere una città italiana alla lista dei siti del patrimonio in via di estinzione, a seguito di alcuni allarmi diventati sempre più concreti a causa del cambiamento climatico

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Pubblicato: 3 Agosto 2023 12:04

L’agenzia per la protezione culturale delle Nazioni Unite, l’UNESCO, ha in programma di raccomandare di aggiungere Venezia alla sua lista di siti del patrimonio mondiale in pericolo, poiché l’iconica città insulare, perla italiana per bellezza e cultura, è letteralmente minacciata dal cambiamento climatico, dal turismo di massa e dal rapido sviluppo urbano.

Patrimonio mondiale in pericolo: allarme anche per l’Italia

Si chiama “List of World Heritage in Danger”, la Lista del Patrimonio Mondiale in Pericolo costantemente aggiornata dall’Unesco, e identifica decine di città e siti storici e di interesse culturale che sono “minacciati da pericoli gravi e specifici”, come conflitti armati o calamità naturali. Include Odessa in Ucraina, che è stata aggiunta a gennaio a causa delle minacce legate alla guerra, e le Everglades in Florida, che devono affrontare il degrado ambientale e, adesso, potrebbe includere presto anche Venezia.

La designazione è stata raccomandata in un rapporto dell’UNESCO pubblicato prima della riunione del Comitato del Patrimonio Mondiale di settembre, ed è intesa a incoraggiare azioni correttive e per proteggere e mantenere i siti Patrimonio dell’Umanità. La proposta dell’UNESCO è l’ultimo campanello d’allarme sul futuro di Venezia, una delle città più fragili e frequentate al mondo.

Perché Venezia è a rischio

Proprio recentemente, Matteo Salvini, durante una Festa delle Lega organizzata a Cervia, parlando di “eco-ansia”, attivisti e scioglimento dei ghiacciai, ha definito i cambiamenti climatici “ciclici”.

“Viva l’ambiente, però prima viva la donna e l’uomo”, ha poi aggiunto (come se le cose non fossero correlate). “Fa caldo, sì, d’estate fa caldo e d’inverno fa freddo”, come se gli ultimi eventi atmosferici non siano da considerare anormali. Eppure esperti e studiosi lo stanno ripetendo in tutti i modi che un mondo che si riscalda rappresenta una minaccia esistenziale per la conservazione e la sopravvivenza dell’uomo. Recentemente, per esempio, il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi si è unito all’appello dei 100 scienziati  che si sono rivolti ai media chiedendo di non parlare ancora di “maltempo”, poiché si tratta di una vera e propria “crisi climatica”.

Mentre Venezia ha combattuto per anni un afflusso turistico quasi selvaggio (25 milioni di visitatori annuali prima della pandemia), una delle minacce più recenti e urgenti rimane oggi il cambiamento climatico, tra cui l‘innalzamento del mare e gli eventi meteorologici estremi, che hanno spinto molti esperti a chiedere un’azione rigorosa.

La città che rischia di sprofondare

Gli scienziati del clima hanno avvertito che Venezia potrebbe essere completamente sommersa entro il 2100. Nel 2019 le inondazioni record hanno colpito la città, danneggiando la Basilica di San Marco e chiudendo temporaneamente i siti culturali. Negli anni successivi, le dighe hanno protetto Venezia da un altro diluvio e, a dicembre, la città ha circondato la famosa basilica con barriere di vetro per trattenere l’alta marea.

Di fatto, Venezia è a rischio di danni “irreversibili” a causa del turismo travolgente, dello sviluppo urbanistico eccessivo ma  soprattutto per il costante innalzamento del livello del mare dovuto ai cambiamenti climatici.

Gli interventi ingegneristici hanno mitigato i rischi conseguenti alle ultime alluvioni, ma cosa succederà una volta che il livello del mare continuerà ad alzarsi? Le misure intraprese dall’Italia, ha affermato l’UNESCO nell’ultimo rapporto, sono “ancora insufficienti e devono essere ulteriormente sviluppate”, per questo il Paese è stato invitato ad affrontare questi problemi in modo sostenibile.

L’Italia sta facendo abbastanza?

Il rapporto dell’Unesco accusa le autorità italiane di “mancanza di visione strategica” per risolvere i problemi affrontati da una delle città più pittoresche d’Italia.

L’inserimento di Venezia nella lista dei pericoli era già stato proposto dall’Unesco due anni fa, ma è stato scongiurato in extremis a causa di alcune misure di emergenza adottate dal governo italiano. In particolare, una di queste misure è stata la decisione di interdire le grandi navi – come le navi da crociera – nel Canale di San Marco, nonché la promessa di varare un ambizioso piano di conservazione della città. Ma il piano per salvare Venezia non è mai stato attuato ed è rimasto un miraggio.