L’alcolock è tra le innovazioni più discusse del nuovo Codice della strada, pensata per colpire i recidivi della guida in stato di ebbrezza. Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha firmato il decreto che ne stabilisce le regole e le modalità di installazione, obbligatorie per chi ha già collezionato una sanzione.
Indice
Che cos’è l’alcolock e come funziona
L’alcolock è un dispositivo installato solo da officine autorizzate, meccanici iscritti nell’elenco ufficiale pubblicato sul Portale dell’Automobilista, che lo montano all’interno dell’abitacolo. Blocca l’avvio dell’auto se il conducente risulta positivo al test integrato.
Il sistema ha un sensore elettrochimico ad alta precisione, che va controllato periodicamente per garantire letture corrette. I modelli più sofisticati registrano data, ora ed esiti dei test e segnalano eventuali tentativi di alterazione.
Alcuni alcolock sanno riconoscere il soffio umano da altre fonti per evitare trucchi. Tutti i dati raccolti possono essere scaricati e consegnati alle autorità in caso di controlli o verifiche.
Funziona così: il conducente sale in macchina, fa un vero e proprio alcol test con l’alcolock e finché l’alito non è pulito, il motore non si accende. Questa novità, introdotta dal nuovo Codice della strada in vigore dal novembre scorso, riguarda solo chi è già stato fermato con un tasso superiore a 0,8.
Regole e categorie di veicoli coinvolti
Il decreto firmato da Salvini detta le specifiche tecniche dell’alcolock e spiega come installarlo e mantenerlo. Il dispositivo potrà essere montato su vari tipi di veicoli, passeggeri o merci, purché conformi agli standard europei.
I produttori dovranno fornire istruzioni precise e complete, mentre le officine autorizzate saranno obbligate ad apporre un sigillo che renda impossibile la manomissione. Chi guida con alcolock dovrà sempre portare con sé la dichiarazione di installazione e un certificato di taratura aggiornato.
Inoltre, l’elenco degli installatori e dei modelli idonei sarà pubblicato sul Portale dell’Automobilista, per evitare equivoci e semplificare la vita agli utenti e agli addetti ai lavori.
Quanto costa installare l’alcolock
Il conto per installare un alcolock non è leggero ed è totalmente a carico del conducente: le stime parlano di una forbice tra 1.000 e 2.000 euro, a seconda di modello, veicolo e complessità.
Alcune officine parlano di una media di 1.500 euro, comprensiva di montaggio e prima taratura. Per le auto più vecchie e meno predisposte la spesa può lievitare, e bisogna aggiungere la manutenzione periodica e i boccagli usa e getta.
Quanto dura l’obbligo
Per chi è recidivo, l’obbligo di tenere installato l’alcolock varia:
- chi è stato fermato con un tasso compreso tra 0,8 e 1,5 deve conviverci almeno due anni;
- chi ha superato la soglia del tasso alcolemico di 1,5 deve portare l’alcolock per tre anni.
La Commissione medica locale, inoltre, può allungare i tempi se il comportamento del conducente viene ritenuto rischioso.
La misura è stata concepita per evitare disastri e ridurre incidenti. Il Ministero stesso aveva condiviso i dati relativi al periodo di Natale-Capodanno per dare un resoconto della situazione nelle strade. Di recente, al contrario, ha rivendicato risultati positivi nei primi sei mesi dall’entrata in vigore del nuovo Codice della strada, con un calo di quasi nove punti percentuali nei decessi e una riduzione di circa sei punti delle persone ferite

Perplessità degli operatori del settore
Non sono mancate le critiche alla nuova misura, in particolare da parte di associazioni di categoria che già al momento dell’approvazione del nuovo codice avevano sollevato diverse riserve. L’Aiped, l’Associazione italiana periti estimatori danni, aveva segnalato in particolare i possibili contenziosi legali derivanti dall’assenza di controlli da parte della motorizzazione sulle operazioni di montaggio e rimozione dell’alcolock.
In una nota, l’associazione aveva osservato: “L’installazione e lo smontaggio del dispositivo alcolock non rientrano tra le operazioni tecniche soggette a visita e prova da parte degli uffici della motorizzazione civile”.
Anche Federcarrozzieri ha espresso dubbi sull’efficacia e la reale applicabilità della misura sul parco veicolare attuale. Secondo l’associazione, una quota rilevante di vetture circolanti è troppo datata per essere tecnicamente compatibile con l’alcolock.
“Il parco auto italiano, infatti, è come noto molto anziano, con quasi il 22% delle auto circolanti che ha un’età superiore ai 19 anni. C’è quindi il rischio concreto che su molte autovetture particolarmente anziane sia tecnicamente impossibile installare l’alcolock”, ha commentato la federazione.