Chiara Ferragni si accorda con l’Antitrust per le uova di Pasqua: multa di 1,2 milioni di euro

Chiusa le istruttoria sulle uova pasquali, le società di Chiara Ferragni verseranno 1,2 milioni di euro all'impresa sociale "I Bambini delle Fate"

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

L’Antitrust ha concluso l’indagine sulle uova pasquali, stabilendo che le società di Chiara Ferragni verseranno 1,2 milioni di euro a “I Bambini delle Fate”, un’impresa sociale. Secondo un comunicato dell’Antitrust, tutte le società coinvolte nel procedimento hanno proposto impegni che sono stati approvati e resi vincolanti dall’Antitrust.

La decisione dell’Antitrust

Le società di Chiara Ferragni hanno raggiunto un accordo con l’Antitrust per risolvere il caso delle uova “griffate Ferragni” della Pasqua 2021 e 2022. Questo filone si era aperto dopo il “Pandoro-gate” e le accuse di aver ingannato i consumatori riguardo alle cause benefiche associate all’acquisto dei dolci. La nota influencer – attraverso le sue Fenice e Tbs Crew – verserà 1,2 milioni di euro a “I Bambini delle Fate” nel corso di un triennio, cui si sommano 100mila euro da parte di Cerealitalia, la società dei “Dolci Preziosi”.

Alla vendita delle uova era stata associata un’iniziativa benefica a favore dell’impresa sociale “I Bambini delle Fate”, che supporta ragazzi affetti da autismo e altre disabilità. L’Antitrust ha voluto verificare se questa associazione potesse ingannare i consumatori facendo loro credere che l’acquisto delle uova avrebbe contribuito economicamente a sostenere l’impresa sociale.

Tutte le società parti del procedimento hanno presentato impegni che sono stati valutati positivamente e resi vincolanti nei loro confronti dall’Antitrust. L’impegno più rilevante prevede che siano devoluti a “I Bambini delle Fate”, nell’arco di tre esercizi finanziari, almeno 1,3 milioni (ovvero il 5% dei rispettivi utili distribuibili, con un minimo complessivo di 1,2 milioni per il triennio, da parte delle società Fenice e TBS; 100mila euro da parte di Cerealitalia). Si tratta di una misura idonea a ristorare i consumatori che, acquistando il prodotto, volevano fornire un contributo economico a “I Bambini delle Fate”.

Inoltre, le società coinvolte si sono impegnate a mantenere separati i loro settori commerciali, come la pubblicità e la vendita di prodotti, dalle attività benefiche. Questo impegno mira a evitare di fornire informazioni erronee ai consumatori riguardo al loro contributo alle iniziative benefiche mediante l’acquisto di prodotti.

L’Antitrust vigilerà sull’effettiva osservanza di tali impegni da parte delle aziende. Qualora venissero violati, oltre alla possibile riapertura dell’indagine, l’Antitrust potrà infliggere sanzioni fino a 10 milioni di euro. In caso di persistente inadempienza da parte dell’azienda di Ferragni, potrebbe anche decidere di sospendere l’attività aziendale fino a un massimo di 30 giorni.

Ferragni: “Con Antitrust impegni idonei a tutela dei consumatori”

A seguito dell’iniziativa del Garante, le società Tbs Crew Srl e Fenice Srl comunicano che esso è stato chiuso dall’Autorità accettando gli impegni proposti dalle Società e dalle altre parti del procedimento, in quanto ritenuti idonei a garantire la tutela dei consumatori.

Le due società che fanno capo a Chiara Ferragni spiegano che “in riferimento all’attività di comunicazione relativa a iniziative benefiche, le Società hanno deciso di separare nettamente le attività commerciali da quelle benefiche, impegnandosi ad astenersi dallo svolgimento di operazioni in cui attività commerciali siano connesse ad attività benefiche e, con specifico riferimento a quest’ultime, a darne illustrazione in apposita sezione dei rispettivi siti web di prossima creazione”.

Esprime soddisfazione il presidente del Codacons Carlo Rienzi: «Si conclude con successo l’operazione trasparenza avviata dal Codacons già nel 2020 per tutelare i cittadini della operazioni di beneficenza opache o ingannevoli – spiega –. Riteniamo corretta la decisione dell’Antitrust di sostituire le sanzioni con donazioni in favore dei soggetti più bisognosi, ma la cosa più importante è che finalmente si blocca l’assurdo connubio tra beneficenza e vendite di prodotti, considerato che le società di Chiara Ferragni si sono inoltre impegnate a separare in modo netto e permanente le attività con finalità commerciali da quelle con finalità benefiche».