Bolzano, violenta esplosione in una fabbrica di alluminio: cosa rischia l’azienda

L'allarme è scattato nella notte fra ieri e oggi, con lo scoppio nello stabilimento che è stato avvertito anche in alcune zone della città

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

È di otto feriti, di cui cinque gravi, il bilancio dell’esplosione avvenuta dopo mezzanotte nello stabilimento Aluminium, nella zona industriale di Bolzano. Gli elicotteri di soccorso Pelikan, Aiut Alpin Dolomites e Trentino Emergenza sono intervenuti di notte per trasportare i feriti nei centri specializzati per grandi ustionati. Due operai sono stati ricoverati a Verona, uno a Padova, uno a Milano e un altro a Murnau, in Baviera. Le persone con ferite meno gravi sono curate a Bolzano.

La dinamica

Era passata la mezzanotte quando è scattato l’allarme alla ditta Aluminium in via Toni Ebner a causa di una forte esplosione. L’incendio si è sviluppato nel magazzino e ha coinvolto diversi dipendenti impegnati nel turno di notte presso l’azienda, che produce alluminio dal 1936. Il numero certo dei feriti è otto, cinque dei quali sono in condizioni molto gravi. Secondo le ricostruzioni attuali, subito dopo l’esplosione è scoppiato un incendio che ha coinvolto i dipendenti presenti.

Sul posto sono intervenuti rapidamente i Vigili del fuoco e la Polizia, che hanno lavorato incessantemente per domare le fiamme e mettere in sicurezza l’area. Il tempestivo intervento delle squadre di emergenza ha impedito che la situazione degenerasse ulteriormente, ma i danni sono comunque ingenti e le operazioni di spegnimento e messa in sicurezza sono durate diverse ore.

Due operai sono stati ricoverati a Verona, uno a Padova, uno a Milano e un altro a Murnau, in Baviera. Le persone con ferite meno gravi sono state invece soccorse e trasportate a Bolzano. Al momento non si hanno notizie sull’identità degli otto operai coinvolti, né sono state chiarite le cause dell’esplosione. Le indagini sono ancora in corso, con gli inquirenti che stanno esaminando ogni dettaglio per determinare cosa abbia causato la deflagrazione.

Nelle prossime ore è previsto un incontro tra magistrati, tecnici e pompieri per fare il punto sulla situazione e valutare i primi risultati delle indagini. L’azienda, conosciuta per la sua lunga storia e il suo contributo al settore, ha iniziato la produzione di estrusi in leghe dure nel 1976, divenendo leader nel mercato europeo.

«Si tratta di un incidente gravissimo. Stiamo lavorando in stretto contatto con la Prefettura, gli organi inquirenti e la Protezione civile e la Sanità per capire meglio quali sono le cause di questo incidente. Daremo ovviamente tutte le informazioni appena ci sarà maggiore chiarezza su quanto avvenuto». Lo ha detto il presidente della Regione autonoma del Trentino-Alto Adige Arno Kompatscher.

Cosa rischiano l’azienda e il datore di lavoro

È ancora presto per capire le dinamiche dell’incidente e le eventuali responsabilità dell’azienda, con molti dubbi che saranno sciolti visionando le telecamere di sicurezza.

L’incendio colposo in azienda è considerato un reato quando si possono dimostrare responsabilità a carico del datore di lavoro. Questo è perché il datore di lavoro è responsabile della sicurezza sul luogo di lavoro e della prevenzione antincendio. L’articolo 499 del codice penale italiano è il riferimento principale per quanto riguarda l’incendio colposo e stabilisce che “chiunque, al di fuori delle ipotesi previste nel secondo comma dell’articolo 423bis, cagiona per colpa un incendio, o un altro disastro preveduto dal capo primo di questo titolo, è punito con la reclusione da uno a cinque anni”.

Nel contesto aziendale, è cruciale comprendere la definizione legale di questo reato e la sua applicazione per evitare conseguenze potenzialmente gravi. Il reato di incendio colposo si configura quando l’incendio è causato da negligenza, imperizia o irresponsabilità del datore di lavoro. In altre parole, il reato è imputabile se il datore di lavoro non rispetta la normativa antincendio, mettendo in pericolo i lavoratori, gli ospiti e la struttura stessa.

Questo tipo di negligenza può manifestarsi in vari modi, come ad esempio:

  • La mancata manutenzione dei dispositivi e degli impianti antincendio.
  • La mancata applicazione delle norme di prevenzione incendi e di sicurezza sul lavoro.

La mancanza di adeguata formazione del personale, l’assenza di piani di emergenza aggiornati e la non conformità delle strutture ai requisiti di sicurezza antincendio possono tutti contribuire a configurare il reato di incendio colposo.

Le conseguenze legali e finanziarie di un reato di incendio colposo in azienda possono essere significative, con sanzioni e responsabilità a carico del datore di lavoro. Oltre alle sanzioni legali, l’immagine dell’azienda potrebbe subire danni irreparabili. Un esempio emblematico è l’incendio presso l’azienda ThyssenKrupp di Torino nel 2007, dove persero la vita 7 operai e furono inflitte pesanti sanzioni penali all’amministratore delegato e a 5 manager dell’azienda.

Ci saranno risarcimenti alle famiglie?

Il nostro ordinamento tutela i lavoratori anche quando non sono nel pieno godimento dei loro diritti, permettendo di chiedere il risarcimento del danno in tutti i casi in cui un evento dannoso abbia causato inabilità temporanea o permanente al lavoro. L’Inail riconosce un’indennità per gli infortuni sul lavoro che comportano un’invalidità compresa tra il 6% e il 15% e una rendita vitalizia diretta per i casi di lesioni pari o superiori al 16%.

L’indennizzo in capitale o in forma di rendita vitalizia per invalidità compresa tra il 6% e il 100% è calcolato sulla base delle tabelle del danno biologico dell’Inail, che tengono conto di coefficienti legati al sesso, all’età e al grado di invalidità subita.

Diverso è il caso di morte sul lavoro. In questo caso, basti sapere che l’anno scorso il Governo ha tagliato il risarcimento massimo per le famiglie delle vittime sul lavoro: come stabilito dal decreto 75/2023, a partire dall’anno scorso a loro spetterà un risarcimento di 14.500 euro, rispetto ai 22.400 euro del 2022.

Il risarcimento è un’indennità “una tantum” a favore dei familiari di coloro che hanno subito infortuni gravi o letali sul lavoro. Questa prestazione economica è riconosciuta ai superstiti di infortuni mortali sul lavoro, ovvero coniuge e figli, e in loro assenza a genitori, fratelli e sorelle. È corrisposta per eventi accaduti anche all’estero che coinvolgano assicurati Inail, lavoratori domestici tutelati dalla Legge 493/99, oppure militari, vigili del fuoco, forze di polizia, liberi professionisti e lavoratori autonomi.

Nel caso dell’incidente della ThyssenKrupp di Torino, i familiari più prossimi delle sette vittime accettarono l’accordo con l’azienda in merito al risarcimento del danno per una somma complessiva pari a 12.970.000 euro, rinunciando al diritto di costituirsi parte civile nel processo successivo.