Cosa bevono i giovani della Gen Z: le abitudini tra Made in Italy e nuove mode

I nati tra il 1997 e il 2012, meglio noti nei media come Gen Z o generazione Z, hanno già sviluppato caratteristiche particolari nel modo in cui bevono

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

I Gen Z sono i nati tra il 1997 e il 2012 e rappresentano il 15,9% della popolazione italiana. Solo considerando i maggiorenni, la percentuale cala al 10,1%. Sono i consumatori del domani e analizzare le loro abitudini e i loro valori non è solo un’occasione per costruire strategie di marketing, ma un importante esperimento sociale per sfatare miti e convinzioni errate del mondo degli “adulti”. Tra i luoghi comuni più diffusi ci sono quelli che vedono i più giovani come bevitori compulsivi e dipendenti da festini.

Lo studio Beverage – Scelta e desideri della Gen Z condotto da Izi Spa e IziLab per QuiFinanza è un importante punto di partenza per capire come vivono davvero le nuove leve. E forse avere un po’ di speranza nel futuro. Attraverso l’analisi dei post pubblicati principalmente su Instagram, YouTube e TikTok, è emerso che ai giovani piace bere bene e in compagnia, con grande attenzione per la qualità e la riscoperta delle tradizioni più tipiche del Made in Italy.

La abitudini di acquisto della Gen Z

Prima di capire come bevono i giovani, è importante approfondire cosa guida le loro abitudini di consumo in generale. Come si rapportano i Gen Z alle aziende e ai loro prodotti? Da un sondaggio a risposta multipla, sono emerse queste motivazioni dietro un acquisto:

  • “Mi piace il prodotto” (65,09%);
  • “Mi piace il marchio” (63,5%);
  • presenza di promozioni e regali (63,23%);
  • possibilità di provare il prodotto prima (42,83%);
  • ottima esperienza con il servizio clienti (41,49%);
  • “Mi sento rappresentanto dal brand” (35,9%);
  • “Ho la possibilità di supportare il mio marchio preferito” (30,9%);
  • presenza di contenuti esclusivi (23,06%);
  • “È un prodotto a cui do valore” (22,5%);
  • “Fa bene alla mia immagine” (18,1%);
  • presenza di concorsi e possibilità di vincere premi (17,44%);
  • “È un prodotto a cui i miei amici danno valore” (16,8%);
  • possibilità di avere informazioni sul marchio dall’interno (12,47%).

È chiaro che per i giovani contano la reputazione del prodotto e del marchio. I Gen Z non disdegnano dei bonus per l’acquisto, come promozioni, tester e concorsi a premi, ma – a sorpresa – pongono grande attenzione al supporto dei clienti da parte dell’azienda. Emerge dunque, dall’analisi di QuiFinanza realizzata grazie alla collaborazione con IZI, il ritratto di consumatori attenti e consapevoli, che si distacca dall’ideale impulsività associata alle nuove generazioni.

I giovani non bevono solo alcolici

Un altro mito da sfatare, come già detto, è quello sui giovani che bevono tanto e male. Dall’analisi sul tipo di prodotti immortalati sui social è emerso che i Gen Z consumano più:

  • analcolici (58% dei post);
  • alcolici (24%);
  • bevande (18%).

In sostanza i prodotti no alcol sono quasi 2,5 volte quelli alcolici. Ci sono tuttavia dei picchi di consumo di vino, birra, superalcolici e cocktail a ridosso di feste nazionali e ponti, come il week-end lungo tra il 25 aprile e il 1° maggio. Come già spiegato analizzando chi sono i Gen Z e come bevono, infatti, è venuta a galla la predisposizione dei nati tra il 1997 e il 2012 a condividere i momenti conviviali e associativi sui social, a ridosso di eventi culturali e musicali e occasioni di svago.

La scelta delle bevande tra gusto e salute

Come già avvenuto per la generazione precedente, quella dei Millennial, bisogna dire che anche i Gen Z danno grande valore alle esperienze, cercando gusti sempre diversi, distintivi e decisi, sia quando si tratta di vino, birra e cocktail sia quando bevono caffè, succhi, spremute e mocktail – quelli che un tempo, semplicemente, si chiamavano cocktail analcolici. Bere non equivale solo a usare il palato: tutti i sensi sono coinvolti in un percorso che è tanto emozionale e istintivo quanto razionale.

La scelta del prodotto infatti non si limita al qui e ora, in base all’evento a cui si partecipa e alle frequentazioni, ma è orientata anche dalla volontà di affermare uno stile vita equilibrato e sano, con un occhio attento ai temi della qualità delle materie prime e al valore nutritivo della bevanda.

Quali sono le bevande preferite dalla Gen Z

Analizzando i post emerge l’ideale classifica delle bevande più consumate dalla Gen Z:

  • caffè (40,6%);
  • vino (22,7%);
  • aperitivo (17,5%);
  • energy drink (13,9%);
  • birra (5,1%);
  • cocktail (3%);
  • prosecco (2,9%);
  • mocktail (2,5%).

Il ritorno alle tradizioni e al Made in Italy

Il quadro che emerge dall’analisi è quello di una nuova generazione fortemente attaccata alle abitudini e ai riti del passato, che negli ultimi decenni sono diventati sinonimo del Made in Italy: non mancano mai il caffè per darsi lo sprint a inizio giornata, un buon calice di vino (meglio se rosso) durante i pasti e lo spritz durante gli incontri con gli amici.

Dalla classifica degli alcolici più bevuti dalla Gen Z e dal largo consumo dell’espresso si evince un forte attaccamento alle tradizioni, che sembrano aver saltato una o più generazioni, almeno a parità di età, considerando il binge drinking in discoteca e la scoperta di nuovi cocktail e qualità di birra da parte di Gen X e Millennial. Ma per ogni trend che ritorna, ce n’è uno che viene creato e diventa una sorta di bandiera.

Sober party, mocktail e Rts: i nuovi trend

Nonostante i bassi volume di consumo attuali, i mocktail sono oggi sempre più richiesti nei bar e bevuti in casa. Le nuove leve sembrano non subire la pressione del branco per bere alcolici, e anzi hanno reso di moda l’essere astemi – o almeno il bere responsabilmente, specie tra chi decide di mettersi alla guida dopo una serata in compagnia. I finti cocktail dissetano, permettono di scoprire nuovi gusti e sono spesso bevuti per gli (a volte presunti) effetti benefici da chi ha a cuore la salute e la forma fisica.

Il trend del momento sono i sober party, che, grazie alla diffusione di filmati sui profili anglofoni di TikTok con l’hashtag #soberparty, si stanno facendo lentamente strada anche in Italia. Si tratta di feste organizzate dai locali notturni oppure eventi privati in cui gli invitati possono bere solo analcolici, riscoprendo il piacere di stare insieme, ballare e flirtare senza alterazioni di coscienza e senza rischiare la vita sulla strada del ritorno.

Anche la sostenibilità e il prezzo sono però fattori da tenere in considerazione nell’analisi di come bevono i Gen Z. E si nota una crescente attenzione verso le bevande pronte da bere (o Rtd, Ready to drink). Si tratta di prodotti pratici e comodi, soprattutto durante gli spostamenti o per organizzare un aperitivo a casa, senza la fatica di mescolare le bevande, dovendo azzeccare le giuste dosi, o fare scorta di tanti ingredienti che costano tanto e magari finirebbero nella spazzatura il giorno dopo.

Insomma, per gli under 27 bere sano, naturale e senza alcol, come mostra anche la classifica degli analcolici più bevuti dalla Gen Z, è di vitale importanza ed è una prerogativa identitaria che li distingue dalle vecchie generazioni e dalle loro abitudini, oggi considerate obsolete e poco adatte a uno stile di vita che punta al benessere e al green senza rinunciare al sapore e al divertimento, ma anzi amplificando l’esperienza sociale e gustativa.