Estorsione aggravata dal metodo mafioso: è questo il capo d’imputazione per cui è stato condannato in via definitiva l’ex calciatore Fabrizio Miccoli. Lo scorso martedì 23 novembre la seconda sezione della Cassazione ha infatti confermato la condanna a tre anni e sei mesi comminata in precedenza nei suoi confronti sia in primo grado sia in appello.
A luglio Miccoli era stato ingaggiato dalla Triestina come allenatore della squadra Primavera, ma si era dimesso nel giro di pochi giorni proprio per le polemiche legate alla sua condizione di condannato in attesa di giudizio finale.
Il caso giudiziario e i legami con Cosa Nostra
La vicenda risale ai tempi in cui l’attaccante giocava nel Palermo Calcio, squadra in cui ha militato dal 2007 al 2013 e di cui è stato anche capitano. L’inchiesta riguarda il legame tra Miccoli e Mauro Lauricella, figlio di Antonino, boss della Kalsa (uno dei quartieri più antichi del capoluogo siciliano).
Miccoli si era rivolto a Lauricella jr nel tentativo di aiutare l’allora fisioterapista del club rosanero nella riscossione di un credito di circa 12mila euro, vantato nei confronti del proprietario di una discoteca palermitana.
Nonostante Miccoli abbia più volte dichiarato di non sapere che “fosse figlio di un mafioso” (aggiungendo comunque che si tratta di “una persona a cui voglio bene”), la magistratura ha accertato l’utilizzo di un comportamento “degenerato in una cappa di mafiosità” da parte dei due interessati.
Non si tratta dell’unico scivolone che vede coinvolto Fabrizio Miccoli in faccende di mafia: infatti solo pochi anni fa era stato intercettato in una telefonata sempre con Mauro Lauricella in cui aveva detto “vediamoci davanti all’albero di quel fango di Falcone”, in riferimento al luogo della memoria che sorge a Palermo in prossimità dell’abitazione del grande magistrato ucciso nel 1992 da Cosa Nostra.
La carriera, le passioni e gli stipendi
Ma chi è stato Fabrizio Miccoli per il mondo del calcio? Ex attaccante di Ternana, Perugia, Juventus, Fiorentina, Benfica, Palermo e Lecce, nativo di Nardò (provincia di Lecce), Miccoli vanta oltre 250 presenze in Serie A (condite da ben 103 gol) e anche 10 presenze con la Nazionale allora allenata da Giovanni Trapattoni.
Soprannominato il “Romario del Salento”, grande ammiratore di Diego Armando Maradona e Ernesto Che Guevara (di cui si è fatto tatuare il volto sul polpaccio sinistro), dal 2002 è sposato con Flaviana Perrone – che conosce da quando lui aveva 17 anni e lei 14 – e hanno due figli, Swami (classe 2003) e Diego (nato nel 2008).
Grazie alle proprie indiscusse qualità tecniche, Miccoli è riuscito nel corso degli anni a strappare compensi milionari da parte delle squadre per cui è stato tesserato. In primis a Palermo, dove nel suo periodo d’oro è arrivato ad essere il giocatore più pagato della rosa, percependo ben 1,2 milioni di euro l’anno.
Anche il suo valore di mercato ha toccato cifre ragguardevoli: nel 2004 fu infatti venduto dalla Juventus alla Fiorentina per la somma di 7 milioni di euro, ma nel corso degli anni trascorsi in Sicilia al club rosanero arrivarono offerte anche molto maggiori, come quando l’allora presidente della squadra Maurizio Zamparini affermò alla stampa locale di aver rifiutato una proposta di 15 milioni di euro (la questione dei trasferimenti di mercato è tornata ultimamente d’attualità per l’indagine legata al caso delle plusvalenze truccate)