Il Birmingham City ha svelato i render del suo nuovo stadio da 62 000 posti, che sorgerà nel quartiere di Bordesley Green, a est della città. L’annuncio, presentato in occasione del 150° anniversario del club, segna l’avvio formale del progetto che ridisegnerà l’area orientale di Birmingham. Il nuovo impianto sarà il fulcro dello “Sports Quarter”, un piano di sviluppo urbano che trasformerà una delle zone più complesse della città.
Come nasce il nuovo stadio del Birmingham
La necessità di un nuovo stadio nasce dalla volontà di sostituire l’attuale St Andrew’s Stadium, che con i suoi circa 29 400 posti non è più adeguato alle ambizioni del club. Lo stadio fu inaugurato durante il boxing day del 1906 (26 dicembre, ndr) quando i padroni di casa del Birmingham City incontrarono il Middlesbrough.
L’attuale proprietà, guidata dalla statunitense Knighthead Capital Management e dal chairman Tom Wagner, ha acquisito un sito di circa 48 acri a Bordesley Green per ospitare il nuovo polo sportivo e commerciale.
Gli studi internazionali incaricati del progetto sono Heatherwick Studio, uno dei nomi più riconosciuti dell’architettura britannica contemporanea, e MANICA Architecture (già contattato per San Siro), specializzato in grandi impianti sportivi. La linea progettuale integra architettura e tessuto urbano, con richiami espliciti alla storia industriale della città: l’uso di materiali come il mattone rosso recuperato e la presenza di elementi verticali che ricordano le antiche fornaci della West Midlands.
Il Birmingham City Powerhouse Stadium
La nuova struttura avrà una capienza confermata di 62 000 posti, portando il Birmingham City tra i club con gli impianti più grandi d’Inghilterra. L’apertura è prevista per la stagione 2030-31, con un cronoprogramma che accompagnerà l’intera trasformazione dell’area.
Il progetto è caratterizzato da dodici torri verticali a forma di camino, le “chimney-form towers”, che svolgono funzioni strutturali e distributive, oltre a costituire un forte segno identitario. Il tetto sarà retrattile e consentirà di coprire l’intero impianto in pochi minuti, mentre il campo sarà mobile: una soluzione che permetterà allo stadio di ospitare non solo partite di calcio, ma anche incontri di NFL, rugby e grandi concerti.

Il nuovo stadio sorgerà a meno di un miglio dall’attuale casa del Birmingham City. L’area scelta, uno dei poli storicamente più industriali della città, è al centro di una vasta operazione di rigenerazione. Lo Sports Quarter comprenderà spazi sportivi, aree commerciali, centri di allenamento, infrastrutture pubbliche e nuovi spazi per la comunità.
Il club prevede che il progetto genererà significativi benefici economici per la città, contribuendo a incrementare il valore aggiunto dell’area e stimolando investimenti correlati nei settori dell’intrattenimento, della ristorazione e della mobilità.
Lo stadio tra tradizione cittadina e sport: il progetto
Il nuovo stadio non è solo un progetto architettonico, ma una vera e propria dichiarazione identitaria. Le dodici torri-camino richiamano l’eredità industriale della città, mentre il design basato sul mattone e sulle forme verticali reinterpreta in chiave contemporanea l’estetica storica delle Midlands. La struttura vuole essere un tutt’uno con la città, un landmark che nasce dal suolo urbano e che ne racconta la storia.
Dal punto di vista sportivo, il salto dai 29 400 posti dello St Andrew’s ai 62 000 del nuovo impianto rappresenta una trasformazione radicale. Non si tratta solo di capacità: è un cambio di dimensione economica e competitività. Come tutti gli stadi di nuova concezione (forse è il caso di smetterla di chiamarli ancora così), la società punta a far diventare l’impianto una destinazione per eventi internazionali, rafforzando al contempo l’ambizione di un ritorno stabile nella massima serie inglese.
L’evoluzione economica di Birmingham: dall’industria ai servizi
Il percorso economico di Birmingham è una storia di trasformazione profonda che ha colpito tante città industriali inglesi dalla fine del’800 fino agli anni ‘10 del XXI secolo (Sunderland, Newcastle, Wigan per citarne alcune). A cavallo tra ‘800-‘900 la città si impose come un centro manifatturiero d’avanguardia, grazie a una produzione diversificata, artigianale e innovativa.
Nei decenni del secondo dopoguerra la sua economia prosperò ulteriormente: tra il 1948 e il 1966 il tasso di disoccupazione restò quasi sempre sotto l’1%.
Tuttavia, a partire dagli anni ‘70 il comparto industriale cominciò a contrarsi: tra il 1971 e l’1981 la città perse circa 200.000 posti di lavoro, concentrati soprattutto nel settore manifatturiero.
In parallelo, le politiche municipali e regionali avviarono una strategia di diversificazione: potenziamento dei servizi, della finanza, del commercio al dettaglio e del turismo.
Negli ultimi decenni Birmingham ha attraversato una delle trasformazioni più profonde del Regno Unito. Un tempo definita “la prima città manifatturiera del mondo”, ha conosciuto un progressivo ridimensionamento della produzione industriale tradizionale: tra il 2019 e il 2022, il settore manifatturiero avanzato nella Greater Birmingham ha registrato un calo di oltre il 10%, pur generando ancora quasi 6 miliardi di sterline di valore aggiunto.
Parallelamente, i settori dei servizi hanno continuato a espandersi. Il conteggio delle imprese cittadine del 2024 mostra una crescita costante nelle attività legate ai servizi pubblici, al retail e ai servizi professionali. La regione dei West Midlands ha registrato un tasso di occupazione del 72,7% nei primi mesi del 2025, confermando una dinamica economica sempre più orientata al terziario e alla conoscenza.
Questa evoluzione ha trasformato Birmingham da polo produttivo a hub di servizi avanzati, innovazione, finanza, commercio ed eventi. Il nuovo stadio si inserisce esattamente in questo percorso. Non solo come infrastruttura sportiva, ma come tassello strategico della nuova economia urbana, capace di attrarre investimenti, turismo e attività ad alto valore aggiunto.