Federica Cappelletti: “Il calcio femminile è uno spot per l’Italia. Ora avanti con investimenti e visibilità”

La presidente della Divisione Serie A Femminile FIGC dopo gli Europei: “Un traguardo storico che rilancia tutto il movimento”

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Emanuela Galbusera

Giornalista di attualità economica

Giornalista pubblicista, ha maturato una solida esperienza nella produzione di news e approfondimenti relativi al mondo dell’economia e del lavoro e all’attualità, con un occhio vigile su innovazione e sostenibilità.

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Il calcio femminile italiano esce dall’Europeo 2025 a testa alta. Nonostante la sconfitta in semifinale contro l’Inghilterra, poi campione d’Europa, la Nazionale ha conquistato risultati storici: quasi 5 milioni di telespettatori in Italia per la semifinale, record di affluenza allo stadio in Svizzera e un entusiasmo che ha travalicato i confini, coinvolgendo anche le comunità italiane all’estero.

Un traguardo che racconta molto più di un risultato sportivo: è lo specchio di un movimento che cresce in visibilità, pubblico, sponsor. E che ora guarda avanti tra riforme, come l’allargamento della Serie A femminile a 12 squadre, e nuove sfide, come la Women’s Cup al via ad agosto.

Ne abbiamo parlato con Federica Cappelletti, presidente della Divisione Serie A Femminile, che rivendica i progressi fatti, dal professionismo al piano di sostenibilità, e rilancia: “Basta confronti col maschile. Serve fiducia, il futuro è già cominciato”.

Presidente Cappelletti, al di là del risultato sportivo, questi Europei hanno rappresentato un banco di prova importante per il calcio femminile italiano. Qual è l’eredità più significativa che lascia questo torneo?

L’Europeo ha consolidato l’immagine del calcio femminile italiano, accreditando e consacrando il movimento nel nostro Paese, generando un mix di emozioni contrastanti e fisiologiche. Se da un lato c’è stata infatti la delusione per l’eliminazione in semifinale contro l’Inghilterra poi laureatasi campione d’Europa, dall’altro c’è la consapevolezza di aver raggiunto un traguardo straordinario, con ottimi risultati in termini di Auditel (quasi 5 milioni di ascolti per la semifinale) e un seguito di pubblico rilevante. La Nazionale italiana ne è uscita a testa alta, sapendo di aver giocato alla pari e di aver lottato fino all’ultimo minuto per portare a casa il sogno della finale. Come hanno più volte ribadito le ragazze, non è il minuto finale di Inghilterra-Italia a definirle ma la grinta, la determinazione, la professionalità, il senso della squadra; il cuore e le lacrime che hanno mostrato in Eurovisione. O meglio, in Mondovisione, visto e considerato che le partite sono state seguite da tanti italiani all’estero. Mi hanno personalmente scritto e mandato video dal Brasile, da New York, dalle sedi più popolose dei nostri connazionali emigrati. Tutti uniti dalla maglia azzurra e dal tricolore, tutti per le nostre calciatrici.

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IPA
Cristiana Girelli e Michela Cambiaghi al termine della semifinale tra Inghilterra e Italia

L’Italia ha raggiunto le semifinali dell’Europeo dopo 28 anni, un traguardo storico. Come giudica questo risultato in termini di crescita del movimento calcistico femminile italiano?

Lo giudico uno spot incredibile per il nostro calcio. La prova che il movimento è in salute e che il CT Soncin ha saputo ricreare un gruppo coeso, spinto dallo stesso obiettivo di riconquistare risultati e storia. Ho avuto modo di apprezzare il lavoro di Soncin, del suo staff e del Club Italia: sono certa che non considereranno questo come un punto di arrivo, ma come una base per le prossime competizioni come la Nations League, il Mondiale in Brasile nel 2027 e l’Olimpiade del 2028.

Il calcio femminile sta crescendo anche sul piano economico: aumentano sponsor, pubblico e visibilità. Ci sono già segnali concreti che mostrano quanto sia sostenibile questo sviluppo?

La sostenibilità è un tema centrale, purtroppo ancora manca nonostante la crescita di interesse, numeri e visibilità. Ci stiamo lavorando da tempo e stiamo pian piano raggiungendo risultati. Ma c’è ancora strada da fare per l’autonomia.

Agli Europei femminili 2025 la UEFA ha stanziato 41 milioni di euro di montepremi, con una quota obbligatoria destinata direttamente alle calciatrici. È un passo avanti, ma resta un forte divario rispetto al calcio maschile, dove i premi superano i 300 milioni. Cosa serve per arrivare a questi numeri anche nel calcio femminile? 

Serve costanza nel far crescere il prodotto e la visibilità del calcio femminile. Sono certa che pian piano il gender pay gap, o divario retributivo di genere, accorcerà in maniera importante le distanze. Servono tempo, pazienza, bisogna recuperare anni di ritardo nella partenza di questo sport tra le donne. Bisogna crederci, avere fiducia. Anche il professionismo sembrava un traguardo impossibile e sono già trascorsi già tre anni. La soluzione è smettere di fare parallelismi e lavorare sodo.

Cosa ha motivato la decisione di espandere la Serie A femminile da 10 a 12 squadre a partire dalla stagione 2025-26?

Ci siamo uniformati agli standard delle altre leghe europee, volevamo maggiore competitività e un calendario sempre più simile rispetto a quello dei maggiori campionati europei. Dalla Serie B, negli ultimi anni, sono poi salite in Serie A realtà solide che hanno dimostrato di poter essere all’altezza di un campionato professionistico, così siamo arrivati alla decisione di presentare una riforma del format dei campionati al Consiglio Federale.

Quali sono gli obiettivi a breve e medio termine per la Divisione Serie A Femminile, in particolare in relazione alla riforma del campionato?

Il 23 e 24 agosto partirà la nuova competizione che prende il suo nome dal rebranding che abbiamo messo in atto qualche mese fa: Serie A Women’s Cup, e che si porterà dietro tutti i nuovi contenuti della Serie A. Seguiranno il campionato con girone all’italiana e poi ancora la Coppa Italia Women e la Supercoppa Women che si disputerà tra il 10 e l’11 gennaio le altre competizioni. Porteremo nuove idee, una progettualità sulla quale stiamo lavorando da mesi e tanta voglia di proseguire sulla scia vincente tracciata dall’Europeo. Gli obiettivi sono diversi: riportare le partite nei grandi stadi grazie anche al lavoro e alla collaborazione dei club, la sostenibilità, unire il calcio giocato a progetti sociali, e come sempre tanta volontà di offrire il miglior spettacolo possibile.

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ANSA
Mattarella riceve al Quirinale la Nazionale di calcio femminile