Con un’inflazione elevata, che pesa notevolmente sulle nostre tasche e rischia di erodere anche i risparmi (di cui siamo storicamente – e stoicamente – paladini), sempre più italiani sono alla ricerca di soluzioni di investimento facile e sicuro, alla portata di tutti. Lontani dalle acrobazie della finanza e dai volatili titoli di Borsa, molto meglio affidarsi, ad esempio, ai titoli di Stato, che assicurano una certa tranquillità, a fronte, oggi, di guadagni decisamente interessanti.
Indice
I titoli di Stato convengono?
Nonostante la scure delle agenzie di rating che regolarmente si abbatte sui titoli italiani, considerati spesso a rischio “spazzatura”, i titoli di Stato sono obbligazioni sovrane che devono essere considerate investimenti altamente sicuri circa il loro rimborso a scadenza e il pagamento degli interessi.
Tuttavia, nel caso di negoziazione prima della scadenza sul mercato secondario, il prezzo, e dunque il controvalore incassato, può differire dal valore di rimborso che si sarebbe avuto alla scadenza. Per questo, i titoli di Stato, come tutti i titoli negoziabili, sono soggetti ad oscillazione di prezzo e quindi al rischio di mercato.
Il rendimento di ciascun titolo dipende dall’esito del relativo collocamento in sede di mercato primario o dal suo andamento sul mercato secondario (i risultati delle aste sono sempre pubblicati sul sito MEF-Dipartimento del Tesoro).
Il rischio di mercato è legato all’andamento dei tassi di interesse e fa sì che, in particolare per un titolo a tasso fisso in circolazione, quindi già emesso, ad una discesa dei tassi di interesse sul debito pubblico italiano corrisponda un aumento di prezzo, e ad un aumento di quei tassi di interesse corrisponda una diminuzione di prezzo.
Il rischio di oscillazione del prezzo è minore quanto più è breve il termine di scadenza del titolo e quanto più la sua remunerazione varia in funzione dell’andamento dei tassi di interesse (ad esempio i CCTeu presentano un rischio di oscillazioni di prezzo inferiore ai BTP a cedola fissa).
4 cose da sapere prima di comprare un titolo di Stato
Il vantaggio del titolo di Stato è che si può adeguare a qualsiasi esigenza. Visto che può essere liquidato sul mercato secondario prima della sua scadenza, rappresenta uno strumento molto flessibile. Ma occhio sempre, come detto, al rischio di oscillazione del prezzo in caso di vendita prima della scadenza.
I titoli che garantiscono un reddito fisso, quali i BTP e i BOT, non risentono di variazioni dei flussi di cassa periodici proprio perché la loro remunerazione è prefissata dall’inizio. Dall’altra parte, però, il loro prezzo, ossia il controvalore che si ottiene in caso di vendita prima della scadenza, oscilla inversamente rispetto all’andamento di mercato dei tassi di interesse sul debito pubblico: al loro aumentare, il prezzo dei titoli in circolazione scende, mentre quando diminuiscono i prezzi salgono.
Tramite l’acquisto dei titoli di Stato si può avere una fonte aggiuntiva di reddito, costituita dalle cedole, che può essere fissa o variabile. Nel caso dei titoli indicizzati all’inflazione, il reddito si adegua in relazione all’andamento dei prezzi, consentendo così il recupero del potere d’acquisto.
C’è poi il vantaggio di non avere particolari impegni di gestione corrente. Grazie alla dematerializzazione, il pagamento delle cedole e del capitale avviene automaticamente tramite accredito sul conto corrente.
Da tenere sempre sott’occhio però la scadenza, per valutare l’eventuale reinvestimento. Basta consultare il calendario del risparmiatore presente sul sito del MEF-Dipartimento del Tesoro o la quotazione del proprio sui giornali o su Internet.
Attenzione anche alla durata dell’investimento: non serve una grande capacità di pianificazione di medio o lungo termine, ma è bene ricordare che, proprio a causa delle oscillazioni di prezzo, può essere opportuno investire in una tipologia di titolo la cui durata si avvicini il più possibile all’orizzonte temporale che si preferisce.
Come conviene quindi investire la liquidità che magari abbiamo da parte, anche per piccole cifre? Un’ottima soluzione è senz’altro quella di provare con i BTP, che in questi ultimi mesi stanno registrando dei veri e propri boom, o con i BOT. Ma tra i due ci sono differenze che è fondamentale conoscere per non sbagliare.
BTP: arriva Valore, la prima emissione per i piccoli risparmiatori
I BTP sono Buoni del Tesoro Poliennali, caratterizzati da cedole fisse semestrali, che offrono la possibilità di scegliere diverse durate: 3, 5, 7, 10, 15, 20, 30 e 50 anni (qui tutte le tipologie di BTP che si possono sottoscrivere e le relative caratteristiche). Questi titoli, tramite il pagamento di cedole, permettono ai semplici cittadini di avere un reddito costante nell’arco della loro vita.
La garanzia di un reddito periodico prestabilito ha come conseguenza che il prezzo sul mercato secondario, e quindi il valore capitale che è possibile ottenere da un’eventuale vendita prima della scadenza, può discostarsi sia dal capitale inizialmente investito sia dal rimborso a scadenza, variando in funzione del livello corrente dei tassi di interesse sul debito pubblico italiano.
Fino a venerdì 9 giugno adesso è possibile acquistare la prima emissione del nuovo BTP Valore, la nuova famiglia di titoli di Stato emessa dal MEF e riservata ai piccoli risparmiatori – il cosiddetto mercato retail – che potranno sottoscriverlo in banca, alla posta, ovunque si detenga un conto titoli, ma anche online mediante il proprio home-banking. In questi primi giorni, il titolo è letteralmente andato a ruba, superando già i 14 miliardi di euro di ordini.
Facili da sottoscrivere, i piccoli risparmiatori potranno comprare i BTP Valore in date dedicate, senza vincoli né commissioni, con cedole periodiche crescenti e un premio extra finale di fedeltà riservato a chi avrà acquistato il titolo all’emissione e lo avrà detenuto fino a scadenza nel 2027.
BTP Valore: durata
Questo primo BTP Valore avrà una durata di 4 anni, rendimenti fissi crescenti nel tempo e un premio extra finale di fedeltà pari allo 0,5% calcolato sul capitale investito e corrisposto a scadenza.
Il BTP Valore ha, come detto, cedole nominali semestrali calcolate sulla base di tassi prefissati e crescenti nel tempo, il cosiddetto meccanismo step-up. I tassi prefissati crescenti nel tempo di questo primo BTP Valore sono strutturati secondo una logica “2+2” con un tasso fisso per i primi 2 anni di vita del titolo e un altro tasso fisso, più alto, per i restanti altri 2 anni, fino alla scadenza.
BTP Valore: rendimenti e caratteristiche
Il collocamento non prevede riparti né commissioni né tetti all’investimento, che potrà partire da un minimo di 1.000 euro. Ai risparmiatori sarà sempre assicurata la completa soddisfazione degli ordini, salvo la facoltà da parte del Ministero di chiudere anticipatamente l’emissione.
Ecco le caratteristiche del BTP Valore:
- le cedole sono semestrali e verranno calcolate in base ai tassi minimi garantiti che sono stati comunicati il 1 giugno:
. +3,25% per il 1° e 2° anno
. +4,00% per il 3° e 4° anno - capitale garantito a scadenza
- tassazione agevolata come per tutti i Titoli di Stato al 12,5%
- nessuna commissione per chi acquista nei giorni di collocamento
- garanzia per il retail di veder soddisfatta l’intera domanda richiesta
- taglio minimo acquistabile: 1.000 euro
- investimento non vincolato nel tempo
Come comprare i BTP Valore
Il collocamento avviene sulla piattaforma elettronica MOT, il mercato telematico delle obbligazioni e titoli di Stato di Borsa Italiana, in vari modi:
- attraverso le banche dealers: Intesa Sanpaolo S.p.A. e Unicredit S.p.A, ma il Titolo è disponibile presso tutta la rete bancaria e postale, ovunque si detiene un conto titoli
- online, attraverso il proprio home-banking se abilitato alla funzione di trading-online, senza quindi recarsi in filiale o presso gli uffici postali.
Il codice ISIN del titolo comunicato il 1° giugno è IT0005547390.
Al termine del collocamento verranno annunciati i tassi cedolari definitivi che potranno essere confermati o rivisti, ma solo al rialzo, in base alle condizioni di mercato del giorno di chiusura dell’emissione.
Per altre informazioni si può scrivere una mail a questo indirizzo: btpvalore@mef.gov.it
BOT: 8 giugno nuova emissione del MEF
In alternativa ai BTP ci sono i BOT, i Buoni Ordinari del Tesoro emessi con scadenze uguali o inferiori all’anno e ammessi alla quotazione sui mercati regolamentati al dettaglio e all’ingrosso. La durata standard dei BOT è 3, 6 e 12 mesi. I BOT annuali e semestrali sono emessi con regolarità in aste mensili, secondo un calendario annunciato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze all’inizio di ciascun anno solare.
Grazie alla caratteristica di essere titoli zero-coupon, i BOT presentano indubbi vantaggi in termini di gestione, perché l’esborso finanziario richiesto per questo tipo di investimento è di norma inferiore al valore nominale di rimborso. Inoltre, non esiste l’esigenza di reinvestire i flussi percepiti periodicamente a titolo di interessi.
I BOT possono essere sottoscritti per un valore nominale minimo di 1.000 euro o multipli. Chi vuole acquistare un BOT in asta deve prenotare la quantità desiderata presso un intermediario autorizzato entro il giorno lavorativo precedente l’asta.
Una buona notizia per i risparmiatori è che le norme sulla trasparenza nel collocamento dei titoli di Stato del 15 gennaio 2015 hanno fissato un tetto alle commissioni che le banche possono richiedere ai propri clienti per la sottoscrizione dei BOT. Queste non possono superare una percentuale del capitale sottoscritto pari a:
- 0,03% per i titoli con durata residua uguale o inferiore agli 80 giorni;
- 0,05% per i titoli con durata residua compresa tra gli 81 ed i 140 giorni;
- 0,10% per quelli con durata residua tra i 141 ed i 270 giorni;
- 0,15% per i titoli con durata residua pari o superiore a 271 giorni.
Nuovo Bot a 12 mesi: il calendario
Ora, il MEF è pronto a emettere un nuovo BOT a 12 mesi. Ecco le tempistiche da segnarsi:
- termine presentazione da parte del pubblico: 8 giugno 2023
- termine presentazione domande in asta (ore 11,00): 9 giugno 2023
- termine collocamento supplementare per BOT a 6 e 12 mesi (ore 15,30): 12 giugno 2023
- data di regolamento: 14 giugno 2023.
I BOT sono posti all’asta con il sistema di collocamento dell’asta competitiva, con richieste degli operatori espresse in termini di
rendimento. Ciascuno degli operatori partecipanti alle aste può presentare fino ad un massimo di 5 richieste di acquisto.
I buoni possono essere sottoscritti per un importo minimo di 1.000 euro. Per ciascuna emissione di BOT, il prezzo fiscale di
riferimento è il prezzo medio ponderato della prima tranche, calcolato sulla base del corrispondente rendimento medio ponderato.
Possono partecipare all’asta esclusivamente gli operatori “Specialisti in titoli di Stato”. Sulla base delle assegnazioni, gli intermediari aggiudicatari accreditano i relativi importi sui conti intrattenuti con i sottoscrittori.
BTP o BOT: cosa conviene?
Ma quali sono le principali differenze tra BTP e BOT. Volendo riassumere, potremmo dire che i due strumenti finanziari si distinguono soprattutto per tra aspetti:
- rendimenti: per i BOT il guadagno è dato soltanto dallo scarto di emissione, cioè la differenza tra il prezzo di acquisto e quello di vendita. Al contrario, per i BTP la remunerazione oltre allo scarto di emissione è dato dalle cedole fisse staccate con cadenza annuale o semestrale. Quindi i BTP fanno mediamente guadagnare di più
- rischio: i BOT sono soluzioni di investimento a breve termine, quindi meno rischiosi, mentre i BTP sono investimenti a lungo termine e per questo potenzialmente più esposti alle oscillazioni di mercato
- durata: i BOT hanno, come visto, scadenze a 3, 6 o 12 mesi. I BTP invece sono a medio-lungo termine per finanziare il debito pubblico: 3, 5, 7, 10, 15 o 30 anni.