Colf e badanti più convenienti se passa la proposta del governo

Per colf e badanti le detrazioni fiscali potrebbero raddoppiare passando dal tetto massimo di 1.549,37 annui a 3.000 euro. Se ne parlerà nel Consiglio dei Ministri del 1° maggio.

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Il prossimo Consiglio dei Ministri è previsto per lunedì 1 maggio, data simbolica con la quale il Governo intende rimarcare la sua attenzione al tema del lavoro. Molte le questioni sul tavolo a partire da una bozza di decreto legge in tema di occupazione. Ma si parlerà anche di sostegni contro la povertà, stretta sulla sicurezza, snellimento della burocrazia e modifiche all’impianto di sanzioni contro i datori di lavoro. Nella bozza sono inserite anche due misure sul lavoro domestico, ovvero l’innalzamento della soglia di deducibilità dei contributi previdenziali e l’obbligo di sorveglianza sanitaria per colf, badanti e babysitter.

Colf e badanti, detrazioni fiscali verso l’aumento

Attualmente l’importo massimo di deducibilità in sede di dichiarazione dei redditi per i contributi dei collaboratori domestici è di 1.549,37 annui, così come indicato dal Testo unico delle imposte sui redditi (articolo 10, comma 2, periodo 10). L’intenzione del governo è di raddoppiare (quasi) la cifra, portandola a 3.000 euro. L’innalzamento della soglia dovrebbe entrare in vigore già nel corso del 2023. Il governo viaggia su un doppio binario. Da una parte intende venire incontro alle famiglie sempre più tartassate dall’aumento del costo della vita. Aumento che si riflette, inevitabilmente, anche nella fetta di budget familiare che viene spesa per pagare i collaboratori domestici. Secondo le ultime stime l’aumento su base annua per una famiglia italiana può arrivare a toccare la cifra monstre di +2.000 euro (cioè fra i 150 e i 200 euro al mese).

Colf e badanti, costo orario alle stelle nel 2023

Il secondo binario è quello di spingere verso la regolarizzazione del lavoro domestico, che al momento viene lasciata un po’ al senso civico dei datori di lavoro e un po’ alla loro paura di venire denunciati. Secondo l’indagine condotta dal Censis per conto di Assindatcolf, nel 2023 a causa dell’inflazione i salari minimi dei collaboratori familiari sono aumentati del +9,2%. E l’Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico denuncia come 6 famiglie italiane su 10 non potrebbero permettersi, per motivi economici, di affidare un anziano alle cure di una badante.

Il governo ha riconosciuto che il lavoro dei collaboratori domestici, e in particolare quello di colf e badanti, svolge un importante ruolo sociale in sostituzione del carente sistema di assistenza domiciliare italiano. L’iniziativa del governo Meloni, se andasse in porto, sarebbe il secondo grande cambiamento negli ultimi mesi nell’ambito del lavoro domestico, dopo le novità riguardo la lettera di assunzione.

In Consiglio dei Ministri anche il reddito di cittadinanza

Ma non è tutto: il 1° maggio in Consiglio dei Ministri si parlerà anche della misura che verrà adottata in sostituzione dell’attuale reddito di cittadinanza. Come è noto il governo ha promesso di passare da una misura puramente assistenziale a una misura tampone che aiuti a traghettare i disoccupati verso il reinserimento nella vita attiva. Il reddito di cittadinanza sarà così sostituito da Pal e Gal, rispettivamente Prestazione di accompagnamento al lavoro e Garanzia per l’attivazione lavorativa. E le aziende che assumeranno disoccupati potranno beneficiare di sgravi e agevolazioni del 60 per cento del costo del lavoro.