Stretta Ue su nitriti e nitrati: dove si trovano e cosa provocano

Un nuovo regolamento della Commissione europea riduce i limiti consentiti sull’utilizzo di nitriti e nitrati nei prodotti alimentari

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Un regolamento adottato il 6 ottobre dalla Commissione europea ha imposto una riduzione del 20% circa nei limiti di utilizzo dei nitriti e nitrati negli alimenti. Questa misura è parte del Piano europeo di lotta contro il cancro, che mira principalmente a proteggere la salute dei cittadini europei. I nitriti e i nitrati sono sostanze che possono potenzialmente diventare nitrosammine cancerogene una volta introdotte nel corpo, quindi è necessario diminuirne la presenza negli alimenti.

Nuovi limiti per nitriti e nitrati negli alimenti

I nuovi criteri per la presenza di nitriti e nitrati negli alimenti sono stati determinati in seguito a una valutazione condotta dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e sono stati ratificati all’unanimità dagli Stati membri.

“L’istituzione di nuovi limiti per l’impiego di questi additivi nel settore alimentare rappresenta un ulteriore passo avanti in termini di sicurezza alimentare e costituisce un’azione di rilevanza fondamentale nell’ambito del piano di lotta al cancro in Europa”, ha dichiarato la commissaria responsabile, Stella Kyriakides. Inoltre, ha invitato l’industria alimentare a implementare tempestivamente le nuove direttive. A tale scopo, le aziende disporranno di due anni per adeguarsi ai nuovi parametri.

Nitriti e nitrati: cosa sono, dove si trovano e come limitarli

Nelle etichette dei prodotti alimentari, è importante notare che i nitriti sono identificati tramite le sigle E251 ed E252, mentre i nitrati sono contrassegnati con le sigle E249 ed E250. Questi additivi sono ampiamente utilizzati soprattutto nei salumi e nelle carni lavorate, svolgendo due funzioni principali: la protezione da batteri patogeni come Listeria, Salmonella e Clostridia, e il mantenimento di un colore rosso brillante.

Tuttavia, vari studi hanno evidenziato un potenziale rischio per la salute associato al consumo di tali sostanze, in quanto nitriti e nitrati, una volta ingeriti, possono trasformarsi in nitrosammine, considerate potenzialmente cancerogene.

Le nuove restrizioni imposte dalla Commissione europea mirano a garantire la sicurezza alimentare riducendo al contempo il rischio di cancro. Per ridurre l’uso di tali additivi, esistono diverse soluzioni: nel caso del prosciutto cotto, ad esempio, potrebbe essere applicata una data di scadenza più breve, mentre per il prosciutto crudo sarebbero necessari maggiori controlli sulla temperatura e la salatura durante la produzione.

Nel frattempo, per limitare l’esposizione a nitrati e nitriti, secondo le raccomandazioni dell’Anses, l’Agenzia francese per la sicurezza alimentare, è consigliabile limitare il consumo di salumi (responsabili del 50% dell’esposizione a questi additivi) a un massimo di 150 grammi a settimana. 

Quali tumori sono associati a un consumo eccessivo di nitriti

L’assunzione prolungata di elevate quantità di nitriti è collegata a un incremento del rischio di sviluppare tumori allo stomaco ed esofago. Di conseguenza, è consigliabile evitare o ridurre drasticamente il consumo di alimenti contenenti nitrito di potassio (E249), nitrito di sodio (E250), nitrato di sodio (E251) e nitrato di potassio (E252). Questi composti sono prevalentemente presenti in prodotti come carni in scatola, insaccati e carni lavorate.

È importante notare che alcuni antiossidanti, tra cui la vitamina C (E300) e i suoi derivati come l’ascorbato di sodio (E301) e l’ascorbato di potassio (E303), possono inibire la formazione di nitrosammine a partire da nitrati e nitriti. Pertanto, tali antiossidanti vengono frequentemente utilizzati in combinazione nell’industria alimentare.