Quarta dose, la decisione di AIFA: cosa cambia e chi la deve fare

Ecco cosa ha deciso la Commissione Tecnico Scientifica di AIFA, che ha iniziato il 24 marzo la valutazione dell’opportunità di una quarta dose di vaccino Covid

In appena 30 giorni l’incidenza Covid in Italia è raddoppiata, passando da una media nazionale di 382 nuovi casi ogni 100mila abitanti a ben 723. Nell’ultima settimana, il valore più alto si registra in Umbria, che segna 1.383 nuovi casi ogni 100mila abitanti, seguita dalla Puglia con 1.170 nuovi positivi, sempre su 100mila abitanti.

Il dato, che emerge dal nuovo Instant Report Covid-19 dell’Alta scuola di Economia e Management dei sistemi sanitari (Altems) dell’Università Cattolica, indica una nuova preoccupante tendenza che pochi analisti avevano in realtà previsto.

Perché i contagi sono tornati a salire anche in Italia

Negli ultimi 30 giorni i nuovi casi settimanali sono raddoppiati, registrando un maggior numero di nuovi positivi (+12%) pari a +1,5 milioni di infetti. Una traiettoria che stride con la fine dello stato di emergenza il 31 marzo e il progressivo allentamento delle restrizioni (qui il calendario approvato dal Governo Draghi con tutte le date).

L’Italia e altri Paesi Ue dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – spiega il direttore di Altems Americo Cicchetti – hanno chiesto a gran voce di non dare per scontato la fine del virus e di non “affrettarsi nell’abbassare la guardia: restiamo vigili per garantirci le festività pasquali con i nostri cari”, dice.

I motivi di questa risalita dei contagi sono diversi: l’arrivo di varianti più resistenti e potenzialmente pericolose (Moderna ha lanciato un monito in questo senso, parlando di “nuove varianti più infettive e pericolose”), l’allentamento delle restrizioni e la scarsa attenzione da parte della popolazione, che ormai con grande difficoltà tiene la mascherina e rispetta le distanze di sicurezza, e poi c’è da considerare la copertura vaccinale, altissima fortunatamente nel nostro Paese, ma caratterizzata da un fisiologico indebolimento dettato dal passare dei mesi.

Sul territorio nazionale, la copertura vaccinale delle terze dosi nella fascia d’età 50-79 anni è dell’80,9%, mentre nella fascia d’età 5-19 anni è del 22,8%. Una disparità che ora si fa sentire.

La regione con il più alto tasso di copertura vaccinale con la terza dose di vaccino anti-Covid per la fascia d’età 50-79 anni è la Puglia (86,1%), mentre quella con la percentuale minore di vaccinati nella stessa fascia risulta essere la Sicilia (72,2%). Quanto invece alla fascia d’età 5-19 anni, la regione associata al tasso di copertura più elevato è la Lombardia (27%), mentre la Provincia autonoma di Bolzano è quella con la percentuale minore di vaccinati nella stessa fascia di età.

Quarta dose vaccino agli over 70 sì o no?

Detto questo, proprio in questi giorni è tornato a tenere banco il confronto sulla quarta dose di vaccino. Non ultima, è intervenuta nel dibattito la Commissione Tecnico Scientifica di AIFA, che ha iniziato il 24 marzo la valutazione dell’opportunità di una seconda dose booster dei vaccini contro il Covid per particolari categorie di soggetti. Seconda dose booster significa, “volgarmente” parlando, quarta dose.

Considerato il complesso dei dati disponibili, la CTS ha deciso che sono necessari ulteriori approfondimenti, integrando le evidenze scientifiche internazionali con i dati di studi in corso in Italia.

Per ora, quindi, non ci sarà un allargamento della quarta dose di vaccino anti-Covid agli over 70 come qualcuno aveva preannunciato. L’AIFA ha frenato su questa ipotesi, non essendoci ancora evidenze sui rischi di malattia grave, anche nelle Rsa.

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Chi deve fare la quarta dose e quando

Rimane quindi, almeno per ora, l’indicazione della quarta dose solo agli immunodepressi (qui più info su chi deve fare la quarta dose e quando).

La somministrazione della dose di richiamo booster avviene con uno dei vaccini ad mRNA, cioè Pfizer o Moderna. La quarta dose deve essere somministrata dopo almeno 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale primario che, per le persone immunodepresse, è composto da 3 dosi: la doppia dose standard seguita a distanza di almeno 28 giorni da un’ulteriore dose.

Rientrano tra i destinatari della quarta dose tutti i soggetti di età pari o superiore a 12 anni, per i quali era già stata prevista la dose addizionale. Si tratta delle persone che si trovano in una delle seguenti condizioni:

  • trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva
  • trapianto di cellule staminali ematopoietiche (entro 2 anni dal trapianto o in terapia immunosoppressiva per malattia del trapianto contro l’ospite cronica)
  • persone in attesa di trapianto d’organo
  • terapie a base di cellule T esprimenti un Recettore Chimerico Antigenico (cellule CART)
  • patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure
  • immunodeficienze primitive (es. sindrome di DiGeorge, sindrome di Wiskott-Aldrich, immunodeficienza comune variabile etc.)
  • immunodeficienze secondarie a trattamento farmacologico (es: terapia corticosteroidea ad alto dosaggio protratta nel tempo, farmaci immunosoppressori, farmaci biologici con rilevante impatto sulla funzionalità del sistema immunitario etc.)
  • dialisi e insufficienza renale cronica grave
  • pregressa splenectomia
  • sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) con conta dei linfociti T CD4+ < 200cellule/µl o sulla base di giudizio clinico

Terza dose anche dopo aver preso il Covid?

La CTS ha comunque ribadito che è essenziale il completamento del ciclo vaccinale seguito dalla prima dose booster già autorizzata, cioè la terza dose.

Ciò significa che ai tantissimi italiani che hanno fatto mesi fa le due dosi di vaccino è fortemente raccomando sottoporsi anche alla terza immunizzazione.

Stesso discorso per tutti coloro che hanno contratto il Covid anche dopo le due dosi: anche in questo caso è assolutamente importante fare la terza dose, nei tempi previsti, e cioè dopo 4 mesi dalla guarigione, per potenziare e allungare lo scudo protettivo innescato dall’immunizzazione e dalla malattia stessa. Non è dunque vero, come sostengono alcuni, che se si è contratto il Covid dopo le due dosi di vaccino non serve fare la terza iniezione.