Long Covid, scoperta la causa della stanchezza: lo studio

Perché uno dei sintomi principali del Long Covid è la stanchezza cronica? Uno studio svela le cause della spossatezza prolungata dovuta dall'insistere del virus

Sono passati tre anni dal primo caso di Covid-19 in Italia, da quel 21 febbraio 2020 quando a Codogno venne scoperto il “paziente zero” nel Bel Paese. Tre anni di timori, lotte, vaccini e privazioni che ci hanno fatto conoscere parole come lockdown e pandemia, termini lontani dal nostro parlato quotidiano. Ecco, proprio di pandemia ora se ne parla sempre meno, col Covid “regredito” a una endemia che è sempre meno pericolosa, ma non di certo da sottovalutare.

Il virus, infatti, resta ancora ben presente seppur in maniera meno aggressiva del passato, anche se porta con sé dei disturbi invalidanti non di poco conto. Oggi a spaventare, infatti, è il Long Covid, una sindrome complessa e ancora sconosciuta in parte che subentra dopo la guarigione dell’infezione acuta e che può durare anche diversi mesi. Da cosa potrebbe essere causata?

Long Covid, lo studio sulla stanchezza

Uno dei sintomi che tanti pazienti affetti da Long Covid hanno condiviso è la stanchezza cronica, l’affaticamento e i problemi di concentrazione e memoria. Oltre ai dolori diffusi, alla paralisi dei nervi periferici e alcuni episodi di tachicardia o insonnia, quello della spossatezza è di certo uno degli aspetti che in tanti denunciano tra i più fastidiosi e presenti. Ma da cosa potrebbe essere causata? A questa domanda hanno cercato di rispondere più volte gli studiosi, con un nuova lavoro firmato dai ricercatori italiani.

Uno degli ultimi studi condotti al riguardo è quello della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS – Università Cattolica Campus di Roma, che sembra aver individuato i meccanismi della stanchezza cronica. Gli studiosi, infatti, hanno scoperto che la prolungata spossatezza tipica del Long Covid potrebbe dipendere da un mal funzionamento del metabolismo dell’arginina, un amminoacido che viene prodotto naturalmente dall’organismo e che svolge diverse importanti funzioni come, per esempio, la stimolazione della sintesi dell’ossido nitrico che è cruciale per la circolazione e il sistema immunitario (qui vi abbiamo parlato di chi si ammala di più di Covid).

Lo studio, che ha coinvolto 57 soggetti di cui 46 col Long Covid a otto mesi dalla diagnosi e 11 individui paragonabili per sesso ed età ma senza evidenze di precedenti infezioni da Sars-CoV-2, ha fatto emergere dei dati chiari. Il primo gruppo di 46 è stato diviso in due sottogruppi da 23 partecipanti, il primo invitato ad assumere 1,6 grammi di arginina e 500 mg di vitamina C liposomiale per 28 giorni, mentre agli altri 23 è stato somministrato un placebo per lo stesso numero di giorni. I pazienti curati con il mix di arginina e vitamina C liposomiale hanno avuto importanti miglioramenti, con gli studiosi che hanno dimostrato che il metabolismo dell’arginina è alterato nei pazienti con Long Covid rispetto alle persone senza storia di infezione.

Quali sono le cure per il Long Covid

Dapprima strascico della malattia non sempre presente, ormai il Long Covid sta prendendo sempre più piede come sindrome post-infezione. Al momento, non ci sono approcci terapeutici decodificati su larga scala per trattare questa sindrome, anche se alcuni esperti suggeriscono di ricorrere all’uso di farmaci nutraceutici contenenti le molecole coinvolte nel metabolismo proteico, essenzialmente aminoacidi essenziali e alcune vitamine (qui vi abbiamo parlato delle alterazioni del cervello anche a distanza di un anno).

Secondo i ricercatori dello studio, ripristinare i livelli di arginina tramite appositi integratori potrebbe rivelarsi una cura molto efficace e sarebbe anche utile concedersi un po’ riposo.