Covid, trovata la causa dei sintomi a lungo termine: arriva la cura

Da una ricerca sui pazienti long Covid è emerso che la causa della malattia potrebbe essere la stessa della sindrome da stanchezza cronica

Un nuovo studio condotto dagli scienziati della Griffith University di Brisbane, in Australia, potrebbe aprire la strada alla ricerca contro una delle manifestazioni meno sconosciute e più debilitanti dell’infezione da Sars-Cov-2, cioè il long Covid. La sindrome si presenta anche a distanza di mesi dopo la negativizzazione dal coronavirus, quando il paziente non è più in grado di trasmettere la malattia, ma continua ad accusare i sintomi della malattia, spesso più gravi di quando era positivo, anche per mesi.

Long Covid e sindrome da stanchezza cronica: i sintomi in comune

La sindrome da long Covid avrebbe la stessa radice biologica della sindrome da stanchezza cronica, conosciuta in campo medico anche come encefalite mialgica. E il Covid-19 stesso potrebbe innescare questa condizione. Il paper pubblicato sul Journal of Molecular Medicine da esperti che da 10 anni si occupano di ME/CFS potrebbe fornire un’interessante chiave di lettura degli effetti a lungo termine del coronavirus, e aiutare a sviluppare con rapidità delle terapie mirate.

A spiegare i risultati dello studio e la loro portata rivoluzionaria per l’apporto che potrebbero dare alle cure ci ha pensato la direttrice del Centro nazionale di Neuroimmunologia e Malattie emergenti del polo universitario, la professoressa Sonya Marshall Gradisnik. Sottolineando come i pazienti con long Covid riferiscano al medico sintomi neurocognitivi, immunologici, gastrointestinali e cardiovascolari sovrapponibili alla sindrome da stanchezza cronica.

Stessa causa per long Covid e sindrome da stanchezza cronica?

Gli esperti della sua équipe hanno analizzato alcuni tipi di canali ionici – proteine che attraversano la membrana cellulare e permettono il passaggio di determinati ioni all’interno della cellula e viceversa. Scoprendo che i pazienti con diagnosi di sindrome da stanchezza cronica e con diagnosi di long Covid avevano i recettori del calcio danneggiati. E quindi alla base di entrambe le patologie ci sarebbe un cattivo assorbimento di questo elemento.

I sintomi variavano proprio in base alla parte del corpo in cui i canali ionici erano danneggiati, causando anche sintomi particolarmente gravi, dalla nebbia mentale all’affaticamento muscolare fino addirittura al rischio collasso di specifici organi. La ricerca della dottoressa Sonya Marshall Gradisnik va avanti da oltre 10 anni, e dal 2020 include anche i pazienti con long Covid. Che oggi potrebbero essere milioni in tutto il mondo, senza terapie specifiche e bisognosi di assistenza.

I casi di Covid rilevati in tutto il mondo sono 588 milioni. Il long Covid potrebbe interessare tra i 30 e i 100 milioni di pazienti, con manifestazioni anche a distanza di mesi dall’infezione da Sars-Cov-2 e che può durare a lungo, anche più di un anno. In cui sorge la necessità di accedere a reparti specialistici per la diagnosi e le cure mirate ai sintomi. Capire come questa (e altre) patologie hanno origine significa compiere un enorme passo verso la scoperta di nuove terapie. In questo caso puntando sull’assorbimento degli ioni indispensabili per il corretto funzionamento dell’organismo.

Vi abbiamo elencato qua tutti i sintomi del long Covid. Ci sarebbero anche dei fattori spia che anticipano il long Covid: qui i segnali a cui stare attenti. Questa patologia colpisce anche i bambini. Qua vi abbiamo spiegato come si manifesta nei più giovani e perché può essere pericolosa.