Il Covid se ne sta andando, o no? In 7 Regioni i contagi tornano a salire

L'Italia non ha debellato il Covid, che anzi in alcune parti del Paese sta tornando a diffondersi. Ma attenzione: il dato vero a cui prestare attenzione non sono i contagi

Il Covid sta retrocedendo, o no? Come stanno davvero le cose? Difficile capire questa fase della pandemia, visto che i media hanno virato, come ovvio, sulla guerra in Ucraina, e come sempre i dati a disposizione del Ministero della Salute fotografano qualcosa di già passato, con un ritardo di 2-3 settimane circa tra l’esposizione al virus e la successiva malattia. E dunque, come stanno le cose? Siamo davvero fuori dall’emergenza oppure no?

Il Covid è finito?

Per quanto sia ancora troppo presto per dirlo – ma a livello politico la strada è tracciata, visto che andiamo verso la fine dello stato di emergenza e il green pass “rimodulato” – la situazione è certamente meno grave di qualche mese o settimana fa, ma non così tanto da stabilire un andamento definitivo. Gli indicatori – Rt e ricoveri – erano in miglioramento fino a pochi giorni fa, ma ora sembrano di nuovo in risalita.

Attenzione però, perché il punto è sempre lo stesso. Come spiega all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, non dobbiamo guardare i tamponi positivi o la percentuale di positivi, “perché non ci dicono nulla”. Dobbiamo guardare i casi gravi, chi va in ospedale, perché ci va e quanto ci sta. Questi dati sono in continua discesa: i reparti Covid sono quasi vuoti o si stanno svuotando.

Mentre è arrivato l’ok al primo farmaco in grado di prevenire il Covid, c’è stato un aumento dei contagi a 7 giorni ma “non sono preoccupato, lo sarei stato se fossimo passati da 600 persone in terapia intensiva a 700” dice. “C’è minor attenzione al problema anche perché la gente è stufa delle misure di restrizione. Non dobbiamo mollare tutto ma qualche misura va alleggerita”.

Ormai l’evidenza dell’efficacia dei vaccini è palese e incontrovertibile (i vaccini servono soprattutto a evitare l’aggravarsi della malattia, non tanto e non solo a non prendere il virus), e la stragrande maggioranza degli italiani ha dimostrato di averlo capito andandosi a vaccinare: il 91,26 % della popolazione over 12 ha ricevuto almeno una dose, l’89,46 % ha completato il ciclo vaccinale e l’82,58 % della popolazione potenzialmente oggetto di dose addizionale o booster che ha ultimato il ciclo vaccinale da almeno 4 mesi.

Osservando l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, si nota come l’epidemia continua a mostrare un trend in chiaro miglioramento, con decrescita nell’incidenza e nel numero dei soggetti ricoverati, che viene confermato da stime di trasmissibilità stabilmente sotto la soglia epidemica. Nella settimana di monitoraggio tutte le Regioni/PA si collocano a rischio basso di una epidemia non controllata e non gestibile.

I dati Iss

Continua la discesa dell’incidenza settimanale a livello nazionale: 445 per 100mila abitanti, contro 560 della settimana precedente. Nel periodo 9-22 febbraio 2022, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,75. Tutte le Regioni sono classificate a rischio basso.

Il tasso di occupazione in aree mediche Covid a livello nazionale è anch’esso in diminuzione ed è pari al 16% al 1° marzo, rispetto al 20% del 22 febbraio. Il numero di persone ricoverate in queste aree è diminuito da 13.076 a 10.456, con un decremento relativo del 20%.

Il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva anche continua a diminuire, arrivando al 7,4%, rispetto al 9,3% precedente. Il numero assoluto di persone ricoverate in terapia intensiva diminuisce, passando da 896 a 708, con un decremento relativo del 21%.

La fascia di età che registra il più alto tasso di incidenza settimanale per 100mila abitanti è ancora la fascia d’età 0-9 anni, con un’incidenza pari a 766 per 100mila abitanti, ma in continua diminuzione rispetto alle settimane precedenti. Al momento, l’incidenza più bassa, ma sempre molto elevata, si rileva ancora nelle fasce di età 70-79 e 80-89 con un’incidenza di 234 e di 236 casi, anch’esse in diminuzione rispetto alla settimana precedente.

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Le Regioni che hanno cambiato colore lunedì 7 marzo

Sulla base di questi dati, per quanto non sussistano più di fatto differenze tra colori per chi è vaccinato o guarito, ecco quali Regioni hanno cambiato colore lunedì 7 marzo:

– passano da zona gialla a bianca:

  • Abruzzo
  • Piemonte
  • Provincia autonoma di Trento

– restano in zona gialla, ancora per 15 giorni:

  • Calabria
  • Emilia-Romagna
  • Marche
  • Puglia
  • Sardegna
  • Toscana
  • Valle d’Aosta.

Negli ultimi 7 giorni il Covid torna a salire: ecco dove

Come dicevamo, però questi dati sono già vecchi in un certo senso. Negli ultimi giorni i contagi stanno risalendo, facendo segnare un +13% negli ultimi 7 giorni, con una stima dell’Rt a 1,3. A dirlo all’Adnkronos Salute è il fisico Giorgio Sestili, che fin dall’inizio della pandemia analizza e monitora l’andamento epidemico di Sars-CoV-2.

Il Covid non è sparito, anzi cresce, mentre la prudenza e le attenzioni verso le misure anti-Covid vengono meno. A cosa è dovuto questo colpo di coda del Covid? “Al fatto che è tutto aperto e stiamo meno attenti, ma ancora c’è molto virus in giro, siamo ancora a marzo e fa freddo”, spiega Sestili.

Anche secondo il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, “con i dati della pandemia in netto miglioramento e la drammatica situazione in Ucraina che ha catalizzato l’attenzione pubblica, si rischia un grave calo di attenzione nei confronti del Covid, che è un problema tutt’altro che risolto”.

Ai microfoni di Radio Cusano Campus, Cartabellotta spiega che il virus continua a circolare in maniera molto elevata nel nostro Paese: nell’ultima settimana in alcune Regioni non solo si è arrestata la diminuzione del numero dei nuovi casi, ma in qualche Regione si vede un lieve aumento.

In questa fase infatti il dato nazionale è influenzato al ribasso dalle principali Regioni del Nord, come la Lombardia con i suoi 10 milioni di abitanti, dove la situazione è particolarmente favorevole: questo ovviamente trascina verso il basso il dato nazionale, mentre in diverse Regioni del Centro-Sud si sta già verificando un’inversione di tendenza.

Secondo le analisi di Sestili e GIMBE, ecco in quali Regioni il virus è di nuovo in lieve crescita, e la situazione va dunque monitorata con attenzione:

  • Valle d’Aosta
  • Umbria
  • Abruzzo
  • Calabria
  • Molise
  • Puglia
  • Sicilia.