Generalmente si tende ad accomunare le stagioni fredde ai malanni, ma le cose non stanno esattamente così. Le elevate temperature che stiamo sopportando in questo periodo, infatti, pongono il nostro organismo a rischio. Sono svariati i virus che possono infettarci ed ecco di cosa si tratta e come fronteggiare tutto ciò.
Caldo torrido: occhio a questi virus
Non è purtroppo una sorpresa che l’Italia, per quanto ancora un po’ spaccata in due sul fronte meteo, stia facendo i conti con l’anticiclone africano Caronte. Temperature oltre la media e, cosa che in molti non si sarebbero di certo aspettati, maggior rischio di infezione.
I patogeni dai quali è necessario tutelarsi sono in particolare enterovirus, rinovirus e adenovirus. Per quanto possa sembrare un controsenso, la spiegazione scientifica è chiara in merito. A fornirla è il professor Fabrizio Pregliasco, intervistato dalla Fondazione Gruppo San Donato.
Il celebre virologo dell’Università degli Studi di Milano ha spiegato come ci siano ben 262 tipi differenti di virus respiratori, oltre a quello dell’influenza. Di quest’ultimo parliamo in inverno, prevalentemente, ma svariate tipologie sono attive tutto l’anno, il che comprende ovviamente anche l’estate.
Questa stagione, anzi, facilita la diffusione di rinovirus e adenovirus. A rendere la loro “vita più facile” sono principalmente gli sbalzi termici. Ne subiamo costantemente, anche soltanto quando usciamo dall’abitacolo raffrescato della nostra auto. Ed ecco che, uno starnuto innocente di qua e uno di là, ci si ritrova con un organismo soggetto a un attacco virale di cui ignoravamo del tutto le possibilità.
L’impatto con il caldo esterno, che può superare i 42°C percepiti, è un vero e proprio trauma per il nostro corpo. È qualcosa che tendiamo a ignorare, riducendo il tutto alla noia del sudore che ci imperla fronte, schiena e non solo. Maggiore è l’escursione termica, spiega Pregliasco, superiore è il pericolo corso dal singolo, che crea inconsapevolmente le condizioni ideale per il contagio.
Come difendersi
Attuare una adeguata difesa non è poi così complicato, fortunatamente. Occorre principalmente essere coscienziosi e non lasciarsi trascinare dalla voglia di fresco a tutti i costi. Non siamo in inverno e non c’è necessità di ricrearne il clima nel proprio salotto. Soprattutto quando all’esterno ci si aggira tra i 40-42°C, arrivando anche a superare quota 48 gradi percepiti in regioni come la Sicilia e la Sardegna.
“Questo sbalzo di temperatura così rigido blocca il meccanismo tipico di protezione delle vie respiratorie. Parliamo della clearance mucociliare. Il muco delle pareti dell’apparato respiratorio risale gli alveoli, normalmente, ma lo sbalzo termico blocca tutto ciò, lasciando spazio per agire ai virus”. Il Ministero della Salute continua quindi a sottolineare l’importanza di non superare i 5°C di differenza tra l’ambiente esterno e quello interno climatizzato.
Non passando spesso attraverso una transizione graduale, magari alzando la temperatura del condizionatore e aprendo le finestre, ci si ritrova a uscire di casa e andare incontro a un +15°C che può avere effetti devastanti sui soggetti più a rischio. Si può quindi andare incontro a raffreddore, febbre e disturbi gastrointestinali. All’elenco, come detto, occorre aggiungere anche gli enterovirus, i cui sintomi sono: diarrea, mal di pancia, nausea, mal di gola, vomito, eruzioni cutanee e altre condizioni.