Uova ritirate dal commercio, probabile rischio di contaminazione microbiologica

Quattro i provvedimenti disposti per altrettanti lotti dal Ministero della Salute su segnalazione dello stesso produttore

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Il Ministero della Salute ha segnalato quattro richiami su indicazione del produttore per rischio di contaminazione microbiologica. Ad essere finite al centro di un richiamo le uova dell’azienda agricola “Vanzelli Gino”, situata in via Dei Kennedy a Sant’Angelo Di Piove, in provincia di Padova. Gli esperti hanno ufficializzato il richiamo con comunicati sul sito del Ministero della Salute, indicando il rischio di contaminazione microbiologica. È stato raccomandato di non consumare il prodotto e di restituirlo al punto vendita dove è stato acquistato.

I rischi microbiologici delle uova

I lotti di uova interessati dal richiamo, sia sfusi sia in confezioni da 6, 10 e 30 pezzi, sono quelli con scadenza dal 15/07/24 al 19/07/24. Questo riguarda tutti i formati di confezionamento, dalle uova vendute singolarmente a quelle confezionate in scatole di diverse dimensioni. Questi prodotti devono essere quindi restituiti al punto vendita in cui sono stati acquistati. Una volta fatto, i clienti potranno scegliere tra la sostituzione del prodotto o il rimborso. In alternativa, le uova possono essere restituite al Servizio Igiene degli Alimenti e Nutrizione della Asl locale, secondo quanto riportato nelle comunicazioni ufficiali del Ministero della Salute.

A differenza di altri richiami precedenti, in cui gli esperti del Ministero della Salute hanno fornito dettagli specifici sull’agente patogeno responsabile della contaminazione, in questo caso non è stata fornita alcuna informazione particolare al riguardo. Questo rende difficile identificare esattamente quale sia il rischio specifico. Tuttavia, per ottenere una comprensione più chiara di cosa si intenda con “contaminazione microbiologica”, è utile fare riferimento al portale “Epicentro”, gestito dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS).

Il portale “Epicentro” spiega in dettaglio che la contaminazione microbiologica può derivare da diversi tipi di agenti patogeni, inclusi batteri, virus e parassiti. Questi microrganismi possono contaminare gli alimenti in vari modi, come durante la produzione, la manipolazione, la preparazione e la conservazione degli alimenti. Consultare questo portale può fornire utili approfondimenti su come prevenire e gestire la contaminazione microbiologica, contribuendo così a proteggere la salute dei consumatori.

Quali possono essere le contaminazioni alimentari

Gli esperti spiegano che esistono oltre 250 tipi di contaminazioni alimentari, che si manifestano con sintomi diversi e sono causate da vari agenti patogeni, tra cui batteri, virus e parassiti.

Con il passare del tempo, gli agenti patogeni vengono classificati e identificati, aggiornando una lista che include anche i cosiddetti “patogeni emergenti”. Tra questi si segnalano “Campylobacter jejuni”, “Escherichia coli 157:H7″, Listeria monocytogenes” e “Yersinia enterocolitica”. Alcuni di questi si diffondono anche a causa dell’incremento degli scambi commerciali, del ricorso alla ristorazione collettiva, dei grandi allevamenti intensivi e dei viaggi.

Le contaminazioni alimentari possono verificarsi in molti modi, spiegano gli esperti. Alcuni microrganismi, ad esempio, sono presenti negli intestini di animali sani e possono contaminare le carni durante la macellazione, trasmettendosi poi ai consumatori. Tra gli altri, la salmonella può contaminare le uova infettando il sistema ovarico delle galline.

Le infezioni possono anche essere trasmesse agli alimenti dagli operatori durante la manipolazione e la preparazione, come può avvenire con il batterio “Shigella”, il virus dell’epatite A e altri patogeni, sia per contatto con le mani sia con gli strumenti di cucina non adeguatamente disinfettati. Anche un cibo cotto, che in teoria dovrebbe essere sicuro poiché la maggior parte dei microrganismi non sopravvive a temperature superiori ai 60-70 gradi, può contaminarsi se entra in contatto con cibi crudi.