Lavaggi nasali, rischio ameba mangia-cervello: come evitare il pericolo

Una procedura semplice e utile, che necessita del giusto metodo: ecco come evitare l'acqua contaminata

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Di tanto in tanto, a seconda del periodo dell’anno, i social tornano a promuovere la pratica dei lavaggi nasali. Ciò accade nella stagione delle influenze e in quella delle allergie, soprattutto. Un modo rapido e pratico per liberare le vie nasali, tornando a respirare liberamente. Non tutti sanno, però, che dietro questa abitudine si nasconde un potenziale rischio sanitario molto grave, possibilmente letale.

Lavaggi nasali: ameba mangia-cervello

Non basta riversare acqua nel naso per un vero e corretto lavaggio nasale. Occorre prestare enorme attenzione al tipo di acqua sfruttata, che dev’essere assolutamente sicura. Agire in maniera superficiale, sulla base di un trend social visto di sfuggita, potrebbe rivelarsi l’errore più grande della vostra vita.

L’allarme giunge dalla Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (Siaip). Si mettono in guardia i cittadini contro il rischio di contrarre la meningoencefalite amebica primaria (PAM). Causa di tutto ciò? L’ameba Naegleria fowleri. Un nome tutt’altro che semplice da ricordare. Così, al fine anche di indurre una necessaria e giustificata paura nel pubblico, si è iniziato a definirla ameba mangia-cervello.

Cos’è l’ameba mangia-cervello e come proteggersi

Quando si parla della Naegleria fowleri, si fa riferimento a un’ameba che vive in acque dolci e calde. Si pensi ad esempio a fiumi o sorgenti termali. Praticare in maniera errata il lavaggio nasale, sfruttando acqua “sporca”, può far incorrere nel rischio di far accedere alla propria cavità quest’ameba, in grado anche di raggiungere il cervello. Ciò causerebbe la PAM che, per quanto sia un’infezione molto rara, non può essere depennata dalla lista delle controindicazioni. Soprattutto perché quasi sempre risulta letale.

Di solito sono le attività acquatiche a poter comportare questo pericolo. Anche i lavaggi nasali con acqua contaminata, però, risultano estremamente allarmanti. Uno studio dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli, coordinato da Michele Miraglia del Giudice, presidente Siaip, ha analizzato dei casi di PAM in 20 Paesi. Il legame tra l’infezione e l’uso di acqua non trattata per i lavaggi nasali è confermato ampiamente.

Ecco quali sono i sintomi della PAM:

  • forte mal di testa;
  • febbre;
  • nausea;
  • vomito.

La malattia ha una progressione devastante, che conduce al coma e, potenzialmente, alla morte in pochi giorni. Soltanto l’intervento medico immediato può garantire qualche chance di sopravvivenza. Le possibilità però sono basse.

L’unico modo per proteggersi è la prevenzione. Gli esperti evidenziano tre punti fondamentali di cui tener conto:

  • usare unicamente acqua sicura per i lavaggi nasali. Si fa riferimento ad acqua distillata, bollita, sterilizzata o filtrata adeguatamente. Per quanto clorata, l’acqua del rubinetto potrebbe non essere sufficiente per eliminare l’ameba;
  • i serbatori d’acqua domestici devono essere puliti regolarmente e manutenuti. In ambienti umidi e caldi l’ameba può proliferare facilmente;
  • è fondamentale informarsi adeguatamente e conoscere rischi e misure preventive, così da proteggere sé e i propri cari.