La pressione alta è un fattore di rischio cardiovascolare basilare. Non controllarla e non tenerla a livelli adeguati significa aumentare le probabilità di andare incontro ad infarto, ictus e a patologie renali, solo per citare alcune delle conseguenze dell’ipertensione. Solo che spesso questa condizione non provoca alcun disturbo. Quindi non viene riconosciuta. Ed anche per chi sa di essere iperteso, purtroppo, non sempre i trattamenti indicati vengono seguiti a dovere.
Occorre quindi raggiungere due obiettivi: fare in modo che i soggetti con ipertensione seguano regolarmente i trattamenti indicati dal medico, oltre a puntare su stili di vita salutari, e soprattutto bisogna che vengano riconosciute le persone ipertese che non sanno di esserlo. In questo senso, l’Intelligenza Artificiale potrebbe essere d’aiuto. Come? Lo hanno mostrato i i ricercatori del Mass General Brigham di Boston, in una ricerca pubblicata su Jama Cardiology.
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AI come investigatore tecnologico
La ricerca, in pratica, propone l’AI come un vero e proprio investigatore tecnologico capace di spulciare all’interno delle cartelle cliniche elettroniche (EHR). Utilizzando l’elaborazione del linguaggio naturale, una forma di intelligenza artificiale, i ricercatori hanno identificato i pazienti che avevano un’ecografia cardiaca che indicava un ispessimento del muscolo cardiaco, una condizione che si associa all’ipertensione. Quando i medici sono stati informati di questi risultati, avevano quasi quattro volte più probabilità di diagnosticare l’ipertensione e prescrivere farmaci per controllarla.
“L’ipertensione è nota come il killer silenzioso perché le persone possono avere una pressione sanguigna troppo alta senza avere alcun sintomo. Se non vengono controllati abbastanza, l’ipertensione può danneggiare il cuore e i vasi nel tempo in un modo che sarebbe stato possibile prevenire se la pressione sanguigna fosse stata rilevata in anticipo”
segnala in una nota per la stampa uno degli autori, Jason H. Wasfy, MD, MPhil, della divisione di cardiologia, dipartimento di medicina del Massachusetts General Hospital.
Sotto esame moltissimi test
Il team di ricerca ha creato e poi utilizzato un programma in grado di setacciare i dati degli ecocardiogrammi per identificare i casi di ipertrofia ventricolare sinistra, un ispessimento del muscolo cardiaco spesso causato dall’ipertensione. L’algoritmo ha identificato 648 pazienti del Mass General Brigham che in precedenza non erano noti per problemi al muscolo cardiaco e non erano in cura per l’ipertensione. L’età media dei pazienti era di 59 anni e il 38% erano donne. Ciò che conta è che poi metà di questi soggetti è stata trattata e sottoposta a test specifici per la pressione, mentre nel gruppo di controllo non si è cambiato nulla. I pazienti nel gruppo di intervento hanno visto quasi quadruplicate le probabilità di ricevere nuove diagnosi di ipertensione (15,6% contro 4,0%) e di ricevere la prescrizione di farmaci antipertensivi (16,3% contro 5,0%) rispetto a quelli nel gruppo di controllo. Grazie ai dati, insomma, si punta ad aumentare il valore e il peso dell’assistenza assistenza tradizionale.
L’AI diventa uno strumento fondamentale per andare a rivedere test di pazienti che magari sono in una biblioteca digitale, a raccogliere appunto una vera e propria “polvere digitale”. Sfruttando i dati si può intervenire al meglio per identificare chi è a rischio e prendere le opportune contromisure.
Attenzione alla pressione
Tecnicamente, si parla di ipertensione a partire da valori di 140 per la sistolica o massima e 90 per la diastolica o minima. Ma occorre fare attenzione anche alla pre-ipertensione o pressione normale-alta con valori pressori compresi tra 130 e 139 millimetri di mercurio di massima e tra 85 e 89 millimetri di mercurio per la minima.
Ciò che conta, in ogni caso, è ricordare che i valori desiderati vanno sempre messi a punto assieme al medico, in base al profilo di rischio della persona. Anche perché l’ipertensione, soprattutto se non trattata, minaccia la salute globale dell’organismo. E non solo facendo danni non solo al cuore ma anche a cervello e reni oltre che agli occhi, ma anche e soprattutto interagendo con altri fattori di rischio cardiovascolare.
In caso di ipertensione si può avere un’alterazione dell’endotelio, in pratica la membrana interna delle arterie, con un progressivo restringimento dei vasi che si fanno anche più rigidi. Questo porta a rendere più difficile il rifornimento di sangue ed ossigeno al corpo, quindi il cuore deve pompare di più e può arrivare ad indebolirsi, con la possibile insorgenza di scompenso cardiaco oltre che di problemi delle valvole. Nei casi più gravi, quando il flusso di sangue si blocca, si può poi correre il rischio di ictus e infarto. L’importante, in chiave di prevenzione, è ricordare di fare sempre il punto sulla pressione, fin da giovani, con il proprio medico. Magari sfruttando anche l’AI come investigatore.