Perché l’inquinamento acustico aumenta lo stress e mette a rischio la salute

L'Oms ha segnalato un aumento dei disturbi psicologici, che vanno da lievi a gravi, a causa dello stress costante causato dall'esposizione ai rumori urbani.

Foto di Federico Mereta

Federico Mereta

Giornalista scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica. Raccontare la scienza e la salute è la sua passione, perché crede che la conoscenza sia alla base di ogni nostra scelta. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Pubblicato: 20 Dicembre 2024 15:29

Sono giornate febbrili. La corsa agli acquisti di Natale, gli aperitivi per gli auguri, il caos del centro. Con auto, mezzi pubblici e veicoli a due ruote che si incolonnano. Ebbene, in queste circostanze non ci sono solamente i rischi legati ai fumi del traffico. Non dobbiamo dimenticare clacson, sgommate ed altro, che creano suoni artificiali. E possono diventare causa di stress.
Ma se si sa che nel tempo il rumore mette a rischio non solo l’orecchio ma anche cuore e vasi, ora una ricerca mostra come i suoni “umani” legati al traffico veicolare possano addirittura “spegnere” i vantaggi della permanenza nella natura, nel verde, con gli uccelli che cantano. Questi elementi sonori naturali hanno dimostrato di funzionare come anti-stress, favorendo un calo della pressione arteriosa, degli atti del respiro, dei battiti del cuore, oltre a placare stress ed ansia. Lo studio è apparso su Plos One ed è stato condotto da Paul Lintott dell’Università dell’Inghilterra occidentale e Lia Gilmour del Bat Conservation Trust.

Cosa dice lo studio

La ricerca ha preso in esame 68 studenti volontari che hanno ascoltato tre paesaggi sonori di 3 minuti: un paesaggio sonoro naturale registrato all’alba nel West Sussex, Regno Unito, lo stesso paesaggio sonoro combinato con suoni del traffico stradale a 20 miglia orarie e lo stesso paesaggio sonoro con suoni del traffico a 40 miglia orarie. L’umore e l’ansia sono stati valutati prima e dopo le stimolazioni sonore.
E’ emerso che ascoltare un paesaggio sonoro naturale ha ridotto i livelli di stress e ansia auto-riportati e ha anche migliorato il recupero dell’umore dopo un fattore di stress. Ma attenzione: i benefici sulla psiche associati alla natura si sono ridotti in presenza dei suoni del traffico.
Prospettive future? La riduzione della velocità del traffico nelle aree urbane potrebbe influenzare la salute e il benessere si agendo sulla sicurezza sia, soprattutto per questi obiettivi, agendo positivamente sugli ambienti sonori.

Quanto pesa il rumore sul benessere

Un dato per tutti. L’esposizione a rumori superiori a 90 decibel per otto ore al giorno, in pratica una soglia che definisce il rumore forte come la sirena di un’ambulanza che passa, può indurre negli anni una perdita uditiva permanente.
Peraltro, si si vive in una zona particolarmente rumorosa, l’inquinamento uditivo può interferire con la qualità del sonno e può condurre anche ad alterazioni della circolazione del sangue, aumentando i pericoli per la salute del cuore.
In questa epoca di suoni che ci perseguitano, quindi, piano piano diventa più difficile sentire le voci ci chi ci sta accanto, oppure occorre sempre alzare il volume del televisore per seguire il programma preferito. Sono questi alcuni dei segnali della presbiacusia, un problema quasi fisiologico ma sicuramente accentuato dal rumore della vita quotidiana, che oggi interessa una persona su tre con più di sessant’anni e si concentra soprattutto tra i maschi.
Per tutti questi individui, si modifica quello che gli esperti chiamano livello di comoda udibilità (tra 50 e 65 decibel), che corrisponde all’intensità della normale voce di conversazione. E chi parla con noi deve aumentare il volume, per essere ascoltato.

Gli effetti del rumore sullo stress e sul cuore

L’inquinamento acustico può entrare in sinergia con l’inquinamento atmosferico nel mediare un aumento del rischio di aterosclerosi e malattie cardiovascolari. Il rumore del traffico può attivare una reazione di risposta a catena allo stress che coinvolge l’ipotalamo, il sistema limbico ed il sistema nervoso autonomo. Questo porta all’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene e dell’asse simpatico-midollare surrenalico, conducendo ad un aumento della frequenza cardiaca e dei livelli di ormoni dello stress, una maggiore reattività piastrinica, infiammazione vascolare e stress ossidativo.
Insomma, il rumore fa male al cuore. E si combina con quanto accade alle vie respiratorie. Una delle chiavi di questi fenomeni sarebbe da ricercare nell’amigdala, che è in pratica una sorta di “telecamera” del cervello che si attiva e modula risposte. Proprio attraverso l’amigdala passerebbero i segnali che conducono all’infiammazione vascolare e alla conseguente patologia di cuore ed arterie in risposta ad elevate esposizioni di inquinamento acustico.

Un recente studio ha riportato che l’esposizione combinata all’inquinamento atmosferico ed a quello acustico è significativamente associata ad un maggior rischio di eventi cardiovascolari rispetto all’esposizione ad uno solo di questi due elementi esterni o a nessuno di essi, proprio per il diverso grado di infiammazione delle arterie.

Gli effetti negativi del rumore del traffico sono molto più significativi durante la notte, probabilmente a causa di interruzioni del ciclo sonno-veglia, privazione del sonno e/o frammentazione e perturbazione dei periodi di tempo critici per il ripristino fisiologico e mentale. Insomma: facciamo attenzione ai rumori. Non per nulla l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha segnalato un aumento dei disturbi psicologici, che vanno da lievi a gravi, a causa dello stress costante causato dall’esposizione ai rumori urbani.