I dazi di Trump sui farmaci costano 4 miliardi all’Italia

L'industria farmaceutica è la seconda per esportazioni nel nostro Paese e dazi al 30% come quelli minacciati da Trump peserebbero per quasi 4 miliardi

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

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Il presidente di Farmindustria Marcello Cattani ha spiegato all’agenzia di stampa Adnkronos il possibile impatto dei dazi sul settore farmaceutico italiano. I farmaci sono il secondo export italiano negli Usa per valore stessa posizione che ricopre nel contesto generale delle esportazioni dal nostro Paese.

A pesare non sono soltanto i dazi, ma anche la progressiva svalutazione del dollaro sull’Euro, che sta rendendo più difficile esportare nel Paese. I costi sommati potrebbero arrivare a 4 miliardi di dollari ogni anno.

I costi dei dazi al 30% di Trump sui farmaci

L’allarme di Cattani arriva il giorno dopo la pubblicazione della lettera con cui gli Usa hanno ufficializzato con una lettera che, allo scadere del 1° agosto, le merci dell’Unione europea importate negli Stati Uniti subiranno dazi del 30% del loro valore. Si tratta del quarto annuncio diverso in pochi mesi da parte dell’amministrazione Trump:

  • il 3 aprile Trump minacciò dazi “reciproci” del 20% all’Ue;
  • il 7 aprile i dazi entrarono in vigore e furono sospesi dopo poche ore;
  • la nuova data per l’entrata in vigore dei dazi fu spostata al 9 luglio;
  • a pochi giorni dalla scadenza, Trump spostò la data dell’entrata in vigore al 1° agosto;
  • a luglio Trump ha minacciato dazi al 50% per l’Unione europea;
  • infine, la lettera del 12 luglio parla di dazi al 30%.

Un’alternanza di annunci, decisioni, ritiri e rinvii che ha dato vita al termine giornalistico TACO (Trump Always Chickens Out, Trump si ritira sempre), per definire la strategia della Casa Bianca sui dazi. I vari settori industriali rimangono però in attesa e preoccupati, come spiegato dal presidente di Farmindustria:

I dazi al 30% potrebbero pesare per oltre 4 miliardi di euro per il settore farmaceutico italiano, considerando la svalutazione attuale del dollaro.

L’industria farmaceutica in Italia

Nonostante non siano, nell’immaginario collettivo, un prodotto tipico del Made in Italy, i farmaci rappresentano il secondo export per valore della nostra economia dopo i macchinari industriali. Nel 2024 l’Italia ha esportato 55,6 miliardi di dollari in farmaci, più delle auto (47 miliardi) e più del doppio dei prodotti alimentari e delle bevande (23 miliardi).

Di questi, circa 10 miliardi di dollari in prodotti farmaceutici vengono esportati ogni anno negli Usa. I soli dazi del 30% costerebbero 3 miliardi di dollari, ai quali si deve aggiungere anche la continua svalutazione del dollaro. Da quando Trump ha iniziato la sua politica commerciale, sempre più investitori istituzionali (banche, Stati e banche centrali) stanno abbandonando il dollaro in favore di altre valute, come l’euro.

lettera di Trump sui dazi
ANSA
La lettera sui dazi degli Usa all’Ue

Per questa ragione il valore della moneta americana sta calando nonostante la banca centrale degli Usa, la Federal Reserve, stia mantenendo i tassi molto alti. Questo rende più facile esportare per il Paese, ma anche molto più costoso importare.

L’incubo 200%

Sull’industria farmaceutica pesa però anche un altro annuncio di Trump, ventilato nei giorni scorsi e poi caduto come spesso accade nel vuoto. Il presidente degli Stati Uniti ha ipotizzato che potrebbe imporre dazi al 200% specificatamente sui prodotti farmaceutici.

Si tratterebbe, anche se si concretizzasse, di una misura da applicare nel futuro remoto, visto che lo stesso Trump ha dichiarato di voler lasciare tempo alle aziende di “trasferirsi negli Stati Uniti” prima di imporre le tariffe doganali.