Le dimissioni del presidente dell’Aifa Giorgio Palù non sono arrivate solo a sorpresa, ma anche in aperta polemica con il ministro della Salute, rimasto spiazzato dall’attacco frontale del virologo. Il docente onorario dell’Università di Padova se n’è andato sbattendo la porta a causa di “mancata sintonia col ministro e l’assenza di risposte dal Governo”. Un addio amaro che ha gettato nella confusione l’Agenzia italiana del farmaco, appena riformata e adesso alla ricerca di una nuova guida.
Gli scenari
Per sostituire Palù si aprono di fronte al Governo diversi scenari a breve termine, mentre, dalle indiscrezioni riportate da Adnkronos, è già partito il totonomi per il ruolo di presidente dell’Aifa. Secondo il nuovo regolamento dell’ente, pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 15 gennaio 2024, “in caso di assenza o di legittimo impedimento del presidente, le sue funzioni sono temporaneamente svolte dal consigliere di amministrazione designato dal ministro della Salute”.
Lo stesso ministro della Salute può decidere di nominare in breve tempo un commissario, individuando una personalità del mondo scientifico con esperienza nel settore e che può traghettare l’agenzia fino al nuovo presidente.
La nomina del capo dell’Aifa prevede infatti tempistiche più lunghe, perché richiede un decreto del ministro della Salute, d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, con il parere, inoltre, del ministro dell’Economia e delle Finanze.
I profili
In realtà nel suo intervento di addio letto di fronte al Cda, il virologo avrebbe anche indicato il profilo per il suo successore, che potrebbe essere riferito perfettamente a due dei nomi circolati con più insistenza dopo le dimissioni di Palù: da una parte Marco Cavaleri, responsabile Rischi sanitari e Strategie vaccinali dell’Agenzia europea del farmaco Ema, dove è anche presidente della Task force emergenze; dall’altro il suo ‘maestro’ Guido Rasi, fra i vari incarichi professore di Microbiologia all’università di Roma Tor Vergata, che nella sua carriera ha guidato sia l’Ema che l’Aifa.
Nel comunicare le sue dimissioni Palù aveva elencato alcuni interventi “essenziali per rilanciare l’agenzia: una forte e qualificata rappresentanza di Aifa in seno alle commissioni europee; l’informatizzazione dei dati farmaco-economici; gli studi clinici e la Rwe”, Real World Evidence, “per stimare il valore delle cure; la comunicazione scientifica; il coinvolgimento di esperti di altissimo profilo a sostegno della Cse”, la Commissione unica scientifica ed economica dell’Aifa; “la promozione della ricerca biomedico-farmaceutica, sicuramente uno dei settori più qualificanti per lo sviluppo scientifico-tecnologico del Paese” (qui abbiamo parlato del recente allarme dell’Aifa sui superbatteri).
Indicazioni che il ministro della Salute, Orazio Schillaci, commentando “con stupore” le dimissioni di Palù e le sue motivazioni, non ha rigettato ma ha anzi assicurato di voler tenere presente.
“Accolgo di buon grado – recitava la nota del dicastero della Sanità – il suggerimento di nominare un successore con un mandato temporale e professionale più ampio, in grado di aggiungere a una forte e qualificata rappresentanza di Aifa in seno alle commissioni europee, all’informatizzazione dei dati farmaco-economici, agli studi clinici e alla Rwe, alla comunicazione scientifica, al coinvolgimento di esperti di altissimo profilo a sostegno della Cse, alla promozione della ricerca biomedico-farmaceutica, anche la capacità di lavorare in squadra per il bene del Paese”.