La protesta degli agricoltori continua a infuriare in Europa: colonne di trattori hanno da principio invaso diverse città in Germania, Francia, Romania, Belgio e Polonia. Poi le contestazioni si sono allargate anche ad altri Paesi, fra i quali l’Italia. Ora i trattori minacciano di circondare la Capitale.
Cosa chiedono gli agricoltori
Gruppi composti da decine, talvolta da centinaia, di mezzi agricoli sono stati avvistati su e giù per lo Stivale: al casello di Orte in provincia di Viterbo, a Formello e a Valmontone nei pressi di Roma, nel Sannio lungo la SS 372 Telesina, a Orvieto, in Lombardia da Melegnano a Milano, a Castel Di Sangro in Abruzzo, a Casal di Principe nel Casertano. E ancora, in Sardegna, in Toscana, in Sicilia, eccetera.
Sono molte le motivazioni che hanno spinto gli agricoltori verso la protesta, come la burocratizzazione del settore che li costringe a rispettare stringenti regole in merito a modalità di coltivazione e limiti di produzione. A preoccuparli, in particolare, le regole sulla sostenibilità ambientale.
Si scagliano poi contro l’aumento del costo del gasolio agricolo e contro la concorrenza di altri Paesi che offrono merci a costi minori, talvolta impiegando prodotti fitosanitari proibiti in Europa e senza le garanzie sul lavoro imposte dagli standard comunitari. Denunciati anche gravi ritardi nei pagamenti dei sussidi da parte di Bruxelles.
I produttori piccoli e medi, poi, lamentano di venire trattati dal Fisco e dalla burocrazia alla stregua di grandi aziende. Tutto questo, viene lamentato, anno dopo anno ha aumentato i costi di produzione e assottigliato i ricavi in un settore che soffre particolarmente la crisi.
Tutto è cominciato a dicembre in Germania, quando gli agricoltori hanno protestato contro la cancellazione delle agevolazioni sul carburante agricolo. La Commissione europea ha dunque annunciato una nuova proroga della deroga al Pac (Politica agricola comune).
I trattori a Roma
“Nei prossimi giorni ammasseremo i trattori fuori dalla città. Non ci saranno blocchi, ma sicuramente disagi: ci aspettiamo migliaia di adesioni da tutta Italia”. Questo l’annuncio di Danilo Calvani, uno dei leader della rivolta degli agricoltori. E ancora: “Faremo tanti presidi, ho già fatto accordi con le questure. Questo ci viene concesso tranquillamente”.
Le reazioni della maggioranza
Dal governo sono arrivati messaggi di comprensione nei confronti degli agricoltori. “La gran parte delle rivendicazioni sono contro le politiche folli pseudo green europee e riguardano agricoltori, pescatori, camionisti”, ha detto il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.
“È una manifestazione di un disagio che c’è nei confronti di scelte della Commissione europea che non corrispondono agli interessi di tutti i Paesi, probabilmente di alcuni”, ha commentato il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin.
“Io condanno sempre la violenza però bisogna capire qual è la causa del gravissimo malessere che c’è nel mondo agricolo e nel mondo industriale. Una politica di lotta al cambiamento climatico esclusivamente ideologica”, ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Meloni pensa allo sconto sull’Irpef
La Legge di Bilancio ha cancellato lo sconto sull’Irpef agricola, ma alla luce delle proteste, la premier Giorgia Meloni starebbe valutando di reintrodurre, almeno parzialmente, la misura. I tecnici dei ministeri starebbero stilando un report finalizzato a capire quanto peserebbe un eventuale sconto sulle scarne finanze pubbliche. L’esecutivo starebbe anche cercando di capire su chi peserebbe maggiormente lo sconto in relazione al reddito. L’idea sarebbe quella di agevolare in special modo i produttori piccoli e medi.