La fine dell’anno è consueta occasione di bilanci, anche per quanto riguarda la politica. I partiti chiudono uffici e pratiche e si guardano indietro per capire cosa migliorare nell’anno che verrà.
Gli ultimi sondaggi politici del 2023 premiano alcune formazioni e ne “bocciano” altre, ma come sempre i risultati possono essere letti da diversi punti di vista. Fratelli d’Italia, ad esempio, è calato nettamente rispetto all’anno scorso, ma resta saldamente il primo partito d’Italia (qui potete trovare i dati precedenti). E gli altri?
Bocciati e promossi: da FdI a M5S e Pd
Il partito della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è ancora in cima alle intenzioni di voto nonostante l’innegabile perdita di consensi. Di fatto FdI ha cavalcato il 2023 sempre in testa alle preferenze, sebbene l’analisi Supemedia realizzata da Agi e YouTrend certifichi un calo di 1,5 punti percentuali, che attesta il partito al 28,8%.
L’anno che volge al termine si è rivelato amaro anche per il Movimento 5 Stelle, che lascia sul terreno una percentuale simile a quella persa da Fratelli d’Italia: -1,3% sull’anno, chiudendo il 2023 al 16,3% delle intenzioni di voto.
Parte dell’elettorato M5S è stato rosicchiato con ogni probabilità dal Partito Democratico guidato da Elly Schlein. Nonostante però un netto miglioramento rispetto alla fine del 2022, il Pd non va però oltre il 19,3%: un +3,3%, ma non basta a colmare il grande gap con i suoi diretti concorrenti. Il sorpasso nei confronti del partito di Giuseppe Conte è comunque stato effettuato.
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La situazione del centrodestra: Forza Italia E Lega
Il sondaggio Supermedia mostra dati interessanti anche per quanto riguarda gli equilibri interni al centrodestra. Dopo FdI, Lega e Forza Italia hanno dato vita alla sfida per confermarsi come seconda forza di maggioranza. I dati mostrano che, al momento, la partita è stata vinta dal partito del ministro Matteo Salvini. Il Carroccio si è confermato stabile all’8,8%, perdendo appena lo 0,2%. Come per gli altri partiti, anche per la Lega vale il discorso della differenza di punti di vista: l’8,8% è esattamente la stessa percentuale registrata alle elezioni politiche di un anno e mezzo fa, il che dipinge uno scenario di crescita zero.
Per contro Forza Italia, passato sotto la guida di Antonio Tajani dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi, ha guadagnato lo 0,2% nelle preferenze degli elettori. Un margine positivo che proietta il partito azzurro al 7,1%, ma insufficiente a raggiungere la Lega.
Azione, Italia Viva, +Europa e gli altri partiti
I dati non consentono invece un bilancio annuo della performance di Azione e Italia Viva, che un anno fa erano ancora riuniti nel cosiddetto (ex) Terzo Polo. Il partito di Carlo Calenda si attesta al 3,8%, mentre Italia Viva di Matteo Renzi si aggira intorno al 3%.
Sugli stessi numeri viaggia anche l’Alleanza Verdi e Sinistra, che di fatto registra un’importante crescita: +0,3%, al 3,7%. Segue +Europa, che sale al 2,5% guadagnando lo 0,2% delle intenzioni di voto rispetto allo stesso periodo del 2022. Italexit si ferma invece all’1,6% perdendo lo 0,6%, dopo il recente addio alla politica del suo leader e fondatore Gianluigi Paragone, mentre Unione Popolare si attesta all’1,4% (calando dello 0,3%) e Noi Moderati all’1,1% (-0,2%).