Sindaci verso il terzo mandato? La proposta piace a tutti

La proposta è pronta a essere discussa, con varie posizioni da parte delle forze politiche: perché limitare il mandato a chi ha la fiducia dei cittadini?

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Presto il divieto di candidatura per il terzo mandato come sindaco potrebbe decadere ed è un’idea che piace proprio a tutti. Senza distinzione di partito o orientamento politico, infatti, la possibilità di vedere confermato un primo cittadino oltre i 10 anni fin qui consentiti è una proposta che sta prendendo piede tra maggioranza e opposizione con grande entusiasmo, perché la riconferma per un altro quinquennio significherebbe che il lavoro messo in campo dai propri rappresentanti locali piace, e come, ai cittadini.

Ed ecco allora che le prossime settimane potrebbero essere decisive, perché il disegno di legge legato alle Province tornerà in discussione tra gli scranni del Senato e verrà affrontato anche in commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, presieduta dal meloniano Alberto Balboni.

La proposta del terzo mandato

Al momento, come prevede la legge, sindaci come Beppe Sala a Milano, Dario Nardella a Firenze, Marco Bucci a Genova o Luigi Brugnaro a Venezia al termine di questo mandato saranno costretti ad andare “a casa”. Questo perché sono già al secondo mandato consecutivo e, come previsto, risulterebbero “incandidabili” per il terzo, perché il limite è posto a due. Significa, in poche parole, far venire meno quanto di buono fatto nell’ultima decade che, se i cittadini confermassero il loro voto, si tradurrebbe nella fiducia incondizionata verso i propri primi cittadini.

Ma è un caso che tocca tante città, come per esempio Bari con Decaro, Pesaro con Ricci o Bergamo con Gori, tutti sindaci che sono stati riconfermati col secondo mandato, ma ai quali sarebbe vietato alle prossime Comunali ricandidarsi per la poltrona più ambita. Ed ecco allora che la rivoluzione potrebbe prendere piede già dalle prossime settimane in cui, tramite il ddl Province, a Palazzo Madame si tornerà a discutere sulla proposta per il terzo mandato.

Un’idea che piace a sinistra e destra, ma soprattutto ai sindaci in primis che da anni con l’Anci, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani, si battono affinché il muro del terzo mandato possa essere abbattuto definitivamente.

Chi dice sì, chi dice no

Ma come ogni proposta, c’è chi vede i pro e chi i contro. Insomma, c’è chi dice sì e chi dice no, chi può essere convinto dai propri primi cittadini e altri che invece di essere convinti non ne hanno proprio voglia.

A vivere una “lotta” interna è il Partito Democratico, con i sindaci in prima linea che sono a favore della proposta, mentre la segretaria Elly Schlein non è del tutto convinta perché intimorita dal fatto che dai sindaci la proposta potrebbe essere estesa anche ai presidenti di Regione. Non è restia solo per alcune figure della destra che non sono gradite da parte dei dem, ma anche per quelle interne che con un terzo mandato sarebbero ulteriore spina nel fianco per il partito.

Dello stesso avviso è Giorgia Meloni, che sui sindaci potrebbe aprire al sì con Fratelli d’Italia, ma se la proposta dovesse “scivolare” anche ai governatori si opporrebbe. Di diverso avviso, invece, la Lega, che ha una schiera folta di amministratori ben radicati, potrebbe essere favorevole. Forza Italia ha espresso i suoi dubbi, non chiudendo del tutto, mentre in Italia Viva arriverà un confronto col leader Matteo Renzi per decidere sul da farsi.