I ministeri verranno spostati da Roma? Perché se ne parla

Il leader leghista rispolvera una vecchia proposta del Carroccio che già dieci anni fa aveva provato la mossa con l'allora ministro Calderoli

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Le elezioni del prossimo 25 settembre si avvicinano sempre più e a poco meno di tre settimane dal ritorno al voto i leader politici si sono incontrati al Forum di Cernobbio dove è andato in scena un confronto tra promesse, rassicurazioni e avvertimenti. Nel corso del dibattito sono state trattate e proposte diverse questioni, ma a spiccare è stata soprattutto la proposta del leader della Lega Matteo Salvini che ripercorso, per sommi capi, i passi dell’ex ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli.

Dall’ex ministro dell’Interno del primo Governo guidato da Giuseppe Conte è infatti arrivata la richiesta di trasferire alcuni ministeri da Roma a Milano, per valorizzare i territori e non solo.

La proposta di Salvini

Nel corso dell’incontro in cui ha preso la parola Matteo Salvini è emersa la posizione del segretario generale della Lega sui dicasteri presenti a Roma. Da sempre contrario a un ruolo centrale della Capitale nella vita politica di ogni giorno, il leader del Carroccio ha ipotizzato la possibilità di trasferire presto alcuni ministeri verso Milano, città in continua evoluzione che può prendersi carico del peso politico italiano.

La proposta del leghista, infatti, è quella di esonerare Roma dall’ospitare ancora il ministero dell’Innovazione che, invece, potrebbe essere trasferito nella città meneghina. “Propongo che il ministero per l’Intelligenza artificiale, dell’Innovazione e della Digitalizzazione sia a Milano, dove ci sono i brevetti. Il bello dell’autonomia è valorizzare i territori” ha detto Salvini al Forum Ambrosetti di Cernobbio. Parole in piena campagna elettorale per il senatore che però deve anche fare i conti con la legge e sui precedenti che non sorridono a lui e al suo partito.

Il precedente con Calderoli: cosa dice la legge

Una proposta del genere, infatti, venne fatta nel 2011 dall’allora ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli. La richiesta, al tempo, fu quella di una proposta di legge sulla territorializzazione dei ministeri e delle altre amministrazioni centrali che venne anche depositata all’ufficio centrale elettorale della Cassazione. La Lega annunciò anche l’apertura a Monza, nella Villa Reale, delle sedi distaccate dei ministeri delle Riforme, della Semplificazione, del Turismo e dell’Economia, decisione che fu oggetto di una lettera di contestazione da parte dell’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che sollevò dubbi sulla costituzionalità del provvedimento.

A undici anni di distanza Salvini ci riprova, ma la legge ancora una volta non gli è favorevole. Infatti, secondo quanto previsto nel regio decreto n. 33 del 1871, ancora pienamente vigente, all’articolo 1 Roma è istituita capitale d’Italia e che in essa abbiano sede il Governo e i ministeri. Per trasferire dunque un ministero da Roma a Milano o in qualsiasi altra città servirebbe una legge che dovrebbe essere approvata dal Parlamento.

Nello specifico, poi, il ministero dell’Innovazione tecnologica, ora guidato da Vittorio Colao, è un dipartimento in capo alla presidenza del Consiglio dei ministri il cui trasferimento comporterebbe anche il trasloco del personale dalla sede di Roma in quella di Milano e soprattutto nuove spese da affrontare. La procedura solleva dubbi di legittimità, con i dipendenti che avendo partecipato a un concorso per la sede di Roma, non possono essere trasferiti d’ufficio in un’altra sede se non con incentivi economici e per scelta volontaria.