Diplomatica, con una lunga carriera alle spalle e tanti ruoli di rilevanza coperti in ambito politico senza mai schierarsi apertamente con nessun partito: Elisabetta Belloni come possibile prima Presidente della Repubblica donna è un nome che sembrerebbe mettere d’accordo tutti. Dopo il ritiro ufficiale di Silvio Berlusconi dalla corsa e la conferma dell’addio definitivo di Sergio Mattarella, la diplomatica romana è la figura “non divisiva” su cui molti sarebbero disposti a puntare.
Già nel 2018 il suo nome era stato fatto, insieme a quello di Lucrezia Reichlin, per il ruolo di presidente del Consiglio, e questa volta si è di nuovo parlato di lei come possibile sostituta di Mario Draghi a Palazzo Chigi qualora il premier diventasse Presidente della Repubblica.
Belloni gode di una stima trasversale: dal Pd alla Lega e a Fratelli d’Italia, tutti la apprezzano. Lo stesso Luigi Di Maio ha speso in più occasioni per lei parole importanti. A dire “no” sarebbero però Forza Italia, Italia Viva, Coraggio Italia e LeU. Ma chi è Elisabetta Belloni? Cosa sappiamo di lei?
Elisabetta Belloni, vita e carriera
Elisabetta Belloni è nata a Roma nel nel settembre 1958. Laureata in Scienze politiche presso l’Università Luiss di Roma, ha 27 anni quando inizia la sua carriera diplomatica: nel 1985, infatti, inizia a prestare servizio alla Farnesina presso la Direzione generale degli affari politici, poi nel 1986 lavora presso l’Unido a Vienna.
Dal 1989 al 1992, passa nuovamente alla Direzione affari politici, dove segue i lavori della Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Csce), è vicecapo della Delegazione CSBM (Confidence and Security Building Measures) a Vienna e, in seguito, membro della delegazione italiana alla conferenza di Helsinki sui seguiti della Csce.
Dal 1993 al 1996 è Primo Segretario a Vienna alla Rappresentanza diplomatica presso le organizzazioni internazionali poi, sino al 1999, presta servizio all’Ambasciata d’Italia a Bratislava. Elisabetta Belloni rientra poi in Italia, a Roma, nel 1999, lavora inizia a lavorare presso l’Ufficio Russia della Direzione affari politici. Nel 2000 è capo della Segreteria presso la Direzione per i Paesi dell’Europa. L’anno successivo, e per due anni, viene nominata Capo dell’Ufficio per i Paesi dell’Europa centro-orientale.
Elisabetta Belloni, il ritorno in Italia e la nomina di ambasciatrice
Elisabetta Belloni, sotto il Governo Berlusconi, nel 2002, diventa capo della Segreteria del Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri. Nel 2004 è nominata Capo dell’Unità di Crisi della Farnesina. Belloni, da quanto ha iniziato la sua carriera, non si è però mai schierata – politicamente e apertamente – con nessun partito.
Dal 2008 al 2012 è Direttore generale per la Cooperazione allo Sviluppo, poi – dal 2013 al 2015 – assume le funzioni di Direttore generale per le Risorse e l’Innovazione. Ha 56 anni, e un curriculum di tutto rispetto, quando viene promossa Ambasciatrice di grado, mentre l’anno successo – nel 2015, sotto il Governo di Matteo Renzi – assume l’incarico di Capo di Gabinetto del ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale. Nel maggio 2016 le viene affidato l’incarico di Segretario Generale della Farnesina.
Con il Governo Draghi, un altro ruolo di spicco e responsabilità viene affidato a Elisabetta Belloni: il presidente del Consiglio in carica, infatti, nel 2021 nomina l’ambasciatrice Direttore generale del Dis, il Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza, l’organo di cui si avvalgono il premier e l’Autorità delegata per l’esercizio delle loro funzioni e per assicurare unitarietà nella programmazione della ricerca informativa, nell’analisi e nelle attività operative di Aise e Aisi.
Tra le onorificenze riconosciute a Elisabetta Belloni, ci sono: il titolo di Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, di iniziativa del Presidente della Repubblica (è il più alto degli ordini della Repubblica italiana); il titolo Cavaliere della Legion d’onore assegnatogli dalla Francia “per il contributo dato alla cooperazione bilaterale, in particolare durante le emergenze del Libano, dello tsunami in Asia e degli scontri in Costa d’Avorio”; e il nastrino per uniforme ordinaria Dama di Gran Croce dell’Ordine del Fedele Servizio, che le è stato riconosciuto in Romania il 15 ottobre 2018.