La sconfitta del centro-destra alle ultime elezioni regionali, quelle di Emilia-Romagna e Umbria, vinte rispettivamente da Michele De Pascale e Stefania Proietti. Lo scarto tra i nuovi presidenti e i candidati non è stato roba da poco: addirittura 16 punti nel primo caso, mentre si è fermato a 6 nel secondo. Inutile sottolineare come la débâcle abbia portato malumori tra i partiti della maggioranza. Potrebbero tradursi in un nuovo corso per le prossime elezioni, con veti sui candidati imposti dalla stessa Giorgia Meloni.
La premier intanto porta a casa un importante successo in Europa grazie alla nomina di Raffaele Fitto come vicepresidente esecutivo della Commissione europea con delega su Politiche regionali e coesione e sulle Riforme. Palazzo Chigi ne parla come di una “vittoria di tutti gli italiani”, facendo eco alle parole pronunciate in sala stampa dalla stessa presidente del Consigli, e “la conferma di una ritrovata centralità dell’Italia in ambito europeo”.
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Chi sale e chi scende nei sondaggi politici
La Supermedia di YouTrend e Agi calcola la media ponderata delle intenzioni di voto degli italiani rilevate. Vediamo i dati delle nuove rilevazioni del 22 novembre 2024, con le intenzioni di voto degli ultimi 15 giorni. Tra parentesi il confronto con i dati dei precedenti sondaggi politici:
- Fratelli d’Italia: 29,1% (-0,4);
- Partito Democratico: 22,8% (+0,1);
- Movimento 5 Stelle: 11,4% (=);
- Forza Italia: 9,2% (=);
- Lega: 8,9% (+0,2);
- Alleanza Verdi e Sinistra: 6,4% (+0,3);
- Azione: 2,7% (+0,1);
- Italia Viva: 2,2% (-0,2);
- +Europa: 2% (-0,1);
- Noi Moderati: 0,9% (=).
Cambio di rotta alle elezioni regionali
I risultati delle elezioni non sono negativi per Giorgia Meloni. Sembra essere questa la narrazione di via della Scrofa, dovuta al fatto che i candidati del centro-destra in Emilia Romagna e Umbria erano l’indipendente Elena Ugolini, vicina a Forza Italia, e la leghista Donatella Tesei, bocciata dai cittadini dopo il primo mandato.
Nessuna responsabilità, dunque, per Fratelli d’Italia. In vista delle prossime urne potrebbe fare la voce grossa sui candidati, anche per esprimere una evidente superiorità numerica in fatto di consensi nazionali che non si è mai espressa sul territorio. Alle regionali si è sempre preferito proporre papabili governatori trovando la mediazione tra tutti i partiti di maggioranza, anche dopo il calo registrato da Forza Italia e Lega a partire dalla formazione del Governo. Un cambio di rotta, visti i risultati, sembra scontato.
Giorgia Meloni è più forte in Europa
Intanto Giorgia Meloni guadagna terreno in Europa grazie alla nomina di Raffaele Fitto come vicepresidente esecutivo della Commissione europea. Il ministro per gli Affari europei e il Pnrr avrà dunque un ruolo cruciale nella Commissione von der Leyen II, portato a casa dopo un lungo braccio di ferro dell’Ecr, il gruppo dei conservatori a cui fa capo FdI, contro tutti.
Mentre il Ppe ha ceduto subito, sostenendone la candidatura senza troppi giri di valzer e attestando lo spostamento dell’asse europeo verso destra, a fare più resistenze sono stati i socialisti. Il via libera di S&D è stato però cruciale nella conferma dell’italiano, in cambio del nome di Teresa Ribera, gradita anche ai verdi del Vecchio Continente, nominata come vicepresidente per la Transizione pulita. La spagnola rischia tuttavia di cadere presto, dato che potrebbe essere coinvolta nelle indagini sulle alluvioni in Spagna.