Missili e droni sull’Italia, Crosetto annuncia lo scudo spaziale da 4 miliardi

Il ministro della Difesa Crosetto ha confermato l'investimento in un sistema anti missili e droni per l'Italia, annunciando una riforma complessiva dell'intero settore

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

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Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha confermato un investimento da 4,4 miliardi di euro in un “dome”, uno scudo anti missili e anti droni che utilizzerà tecnologie satellitari per intercettare eventuali minacce aeree sul territorio italiano. Il modello dovrebbe essere quello del Michelangelo Dome di Leonardo, l’azienda statale che si occupa di difesa.

Non si tratta di un nuovo investimento. Era già stato descritto nel Documento programmatico pluriennale, che riepiloga le spese riguardanti esercito e difesa, consegnato alle Camere due mesi fa.

Lo scudo spaziale italiano per proteggersi da missili e droni

Crosetto ha parlato alle commissioni parlamentari competenti in ambito di difesa del nuovo sistema difensivo aereo integrato che l’Italia vuole adottare per difendersi da missili e droni. Il ministro della Difesa ha spiegato:

Il “dome” nazionale è un’architettura protettiva multilivello che prevede la difesa spaziale, missilistica e antidrone. Una difesa che non abbiamo mai avuto e non più rinunciabile. Sensori orbitanti per l’allarme missilistico; radar avanzati; velivoli di difesa aerea come il caccia Gcap di sesta generazione; la batteria Samp-T next generation; apparati antidroni. Nasce da quello che abbiamo visto in Israele e che vediamo ogni giorno in Ucraina.

La base di questo sistema di difesa sarebbe il Michelangelo dome, presentato poche settimane fa da Leonardo. Non si tratta però soltanto di un investimento estemporaneo. Crosetto starebbe preparando un disegno di legge da presentare in Parlamento per riformare l’intero settore della difesa.

La riforma della difesa di Crosetto

Il ministro ha dichiarato che la legge di riforma dovrebbe essere presentata all’inizio del 2026. Ha anche dichiarato che chiederà una procedura accelerata in modo che diventi operativa in due mesi. I temi trattati dovrebbero essere:

  • la creazione di una “riserva selezionata” di tecnici, anche civili, per settori ad alto tasso tecnologico;
  • creare nuove figure di soldati giovani attraverso la leva volontaria;
  • aumentare il personale nei ranghi specializzati;
  • aumentare le missioni all’estero, in particolare in Africa;
  • un maggiore coordinamento tra istituzioni, università e industria nel settore della Difesa.

Gli investimenti insufficienti nella sicurezza informatica

Crosetto ha infine sottolineato che l’Italia non investe a sufficienza in sicurezza informatica. Il nostro Paese è tra i più bersagliati in Europa dagli attacchi informatici. Secondo il rapporto Clusit, nel 2024 a livello globale si sono verificati più di 3.500 attacchi gravi, in aumento del 27% rispetto al 2023. L’Italia è stata il bersaglio del 10% degli attacchi mondiali.

Il ministro della Difesa ha sottolineato la gravità della situazione, chiarendo che gli investimenti che al momento lo Stato dedica alla sicurezza informatica non sono abbastanza per far fronte alle crescenti minacce:

Il dominio cyber rappresenta una dimensione strategica fondamentale. La valorizzazione del dato, la connettività avanzata e la sicurezza cibernetica in senso pieno sono tre assi che prevedono investimenti per 500 milioni l’anno. Troppo poco.