Iran, quanto è costato l’attacco a Israele tra droni, missili balistici e da crociera

L'attacco dell'Iran a Israele ha coinvolto più di 300 tra droni e missili, ma quanto è costato in totale?

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Nella notte tra il 13 e il 14 aprile l’Iran ha attaccato Israele con diverse decine di missili e droni. Si trattava di una ritorsione contro l’esplosione del consolato iraniano a Damasco, avvenuta il 1 aprile e nella quale era morto un importante generale delle Guardie rivoluzionarie iraniane, oltre ad altre 12 persone.

Per questo attacco l’Iran ha utilizzato droni kamikaze Shahed, missili balistici a lunga gittata Khaibar e missili da crociera Paveh 351, in grande quantità. Il costo economico di questo attacco è considerevole, specialmente dato che, stando ai dati forniti da Israele, non ha sortito alcun effetto.

L’attacco dell’Iran a Israele: decine di droni a basso costo

L’Iran ha compiuto l’atteso attacco contro Israele. La ritorsione per l’esplosione del consolato di Damasco è consistita nel lancio di oltre 300 tra droni, missili balistici e da crociera. Quasi nessuno di questi ha raggiunto il suolo israeliano e nessuna esplosione ha causato grossi danni o vittime. Ma quanto è costato all’Iran questo attacco?

Per fare una stima del costo del materiale bellico utilizzato dall’Iran per attaccare Israele, bisogna partire da quanti droni e missili siano stati lanciati nella notte tra il 13 e il 14 aprile. Stando a quanto riportato dal portavoce dell’esercito israeliano Avichay Adraee, si tratterebbe di 170 droni Shahed, 12o missili balistici Khaibar e 36 missili da crociera Paveh.

La stima più semplice è quella relativa ai droni Shahed. Questi piccoli velivoli sono progettati per volare anche a bassa quota per chilometri, fino a schiantarsi sul loro obiettivo, esplodendo. Sono piccoli, lunghi circa 3 metri e con un’apertura alare di 2,5 metri e portano fino a 50 chili di esplosivo. Uno dei principali vantaggi di questi armamenti è il basso costo di produzione, che permette di crearne moltissimi in relativamente poco tempo ed utilizzarli in massa per sovraccaricare le difese aeree dell’obiettivo. Uno Shahed costa circa 20mila dollari, l’Iran ha quindi speso 3,4 milioni di dollari in droni per attaccare israele.

Il costo dei missili lanciati dall’Iran

Relativamente facile anche la stima del costo dei missili balistici. Questi ordigni vengono sparati oltre l’atmosfera terrestre e sfruttano la gravità per arrivare sul bersaglio a grande velocità. Sono difficili da intercettare, infatti sono gli unici che hanno causato qualche danno in territorio israeliano, ma sono anche molto poco precisi. Un Khaibar iraniano costa 300mila dollari, quindi la Repubblica islamica ha speso circa 36 milioni di dollari per questi razzi.

La stima più complicata da fare per questo calcolo è quella del missile da crociera Paveh. Il problema principale sta nel fatto che questo armamento è stato svelato al pubblico soltanto lo scorso anno. Questi razzi sono molto costosi: hanno un motore, guide intelligenti e possono percorrere lunghe distanze. L’Iran è però in grado di tagliare di molto i costi sugli armamenti che produce. Il Nihrabi, un missile indiano dalla gittata simile, ha un costo di 1,5 milioni di dollari. Anche riducendo la stima, è difficile pensare che l’Iran abbia speso meno di 30 milioni di dollari in missili da crociera per attaccare Israele.

In totale quindi, tra droni e missili balistici, l’Iran avrebbe speso 39,4 milioni di dollari per attaccare Israele. A questi potrebbero aggiungersene circa altri 30 spesi in missili da crociera, ma non esiste una stima precisa del costo dei razzi di questo tipo utilizzati da Teheran.