Houthi affondano una nave commerciale: torna la paura nel Mar Rosso

I ribelli Houthi hanno affondato una nave commerciale al largo delle coste del Mar Rosso

Foto di Matteo Runchi

Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

I ribelli yemeniti Houthi hanno affondato una nave commerciale nel Mar Rosso. Si tratta del secondo affondamento di questo tipo dall’inizio degli attacchi nel novembre del 2023. Dopo alcuni mesi di calma, di recente la situazione degli attacchi degli Houthi è tornata a peggiorare mettendo in difficoltà nelle rotte che ancora passano attraverso lo stretto di Bab el Mandeb.

Tra le conseguenze più dirette di questi attacchi c’è la crisi del canale di Suez. Con le rotte commerciali dall’Asia all’Europa spostate a sud dell’Africa, la società che gestisce la via d’acqua che collega il Mar Rosso al Mediterraneo ha visto dimezzare i propri introiti.

Gli Houthi affondano una nave commerciale nel Mar Rosso

La nave porta container Tutor è affondata nel Mar Rosso, al largo delle coste dello Yemen, a seguito di un attacco dei ribelli Houthi, attivi nel Paese e supportati dall’Iran. Un membro dell’equipaggio risulta disperso, mentre gli altri sarebbero stati tratti in salvo prima che il vessillo affondasse. Si tratta del secondo caso di affondamento da parte degli Houthi dall’inizio degli attacchi contro le navi commerciali che passano attraverso lo stretto di Bab el Mandeb, che separa il Mar Rosso dal golfo di Aden.

Gli Houthi hanno iniziato le operazioni di attacco nei confronti delle navi di passaggio al largo della zona dello Yemen da loro controllata a novembre. Si trattava di una forma di solidarietà nei confronti di Hamas, il gruppo palestinese supportato come gli Houthi dall’Iran, responsabile degli attacchi terroristici del 7 ottobre in Israele e coinvolto nell’invasione della Striscia di Gaza da parte dell’Idf.

Questi attacchi hanno reso pericolosa una delle principali rotte commerciali mondiali, quella che passava attraverso il Mar Rosso e il canale di Suez per far arrivare merci dall’Asia all’Europa. L’aumento di questi eventi ha convinto diverse aziende del settore a spostare le proprie navi lontano dallo Yemen, riprendendo la rotta che porta a circumnavigare l’Africa passando da Capo di Buona Speranza.

La crisi del canale di Suez

Una delle conseguenze di questo cambiamento radicale all’interno delle rotte commerciali internazionali è la crisi dell’Autorità del Canale, che gestisce il canale di Suez. Di proprietà dello Stato egiziano, sul cui territorio si trova la via d’acqua che collega il Mar Rosso al Mediterraneo, la Sca si trova in difficoltà a causa della riduzione del numero di navi disposte a intraprendere la rotta del Mar Rosso. Rispetto allo stesso periodo del 2023, negli ultimi mesi il traffico navale si è più che dimezzato portando a una netta riduzione degli incassi.

A maggio, i proventi delle operazioni del Canale sono stati di circa 337,8 miliardi di dollari stando a quanto riportato dalla stessa Sca. Nello stesso mese del 2023, erano stati di oltre 648 milioni di dollari. Le entrate si sono dimezzate però non soltanto a causa del calo del traffico marittimo dovuto agli attacchi dei ribelli Houthi all’imboccatura del Mar Rosso. Per convincere le navi cargo a intraprendere la rotta che passa per Suez, il canale ha iniziato ad applicare sconti molto vantaggiosi sulle proprie tariffe. Questo ha parzialmente tamponato il calo del traffico marittimo proveniente dalle rotte a grande distanza, ma ha al contempo ulteriormente ridotto gli introiti della Sca.