Le tensioni tra Israele e Iran, come ci si aspettava, sono aumentate, con un’escalation che sta attirando l’attenzione e i timori dei leader mondiali e dei media internazionali. Sembra ormai di stare a un punto di non ritorno.
Gli sviluppi recenti indicano un possibile confronto diretto, mentre le dichiarazioni ufficiali segnalano un clima di incertezza e preoccupazione. Gli ultimi giorni sono stati segnati da una serie di attacchi e scontri. L’esercito israeliano ha colpito la città di Nablus in Cisgiordania, provocando arresti e scontri armati. La Brigata dei Martiri di Al Aqsa ha affermato di aver risposto al fuoco israeliano vicino al campo di Balata. Inoltre, le sirene di allarme risuonano nel nord di Israele, col rischio concreto di nuovi attacchi.
Allerta massima per l’esercito israeliano: un attacco iraniano entro le prossime 24 ore?
L’esercito israeliano ha dichiarato un allarme massimo in risposta a minacce imminenti da parte dell’Iran e delle forze di Hezbollah. Secondo fonti locali, un attacco da parte di Teheran è considerato imminente, e potrebbe avvenire entro le prossime 24 ore. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha riunito i vertici militari e dell’intelligence, dichiarando che Israele “chiederà un prezzo molto alto a chiunque ci aggredisca.” La situazione è tesa, con razzi già lanciati verso lo Stato ebraico da Hezbollah.
Durante il vertice del G7, il segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, ha confermato che l’Iran e Hezbollah potrebbero attaccare Israele entro 24 ore. Questa dichiarazione è stata riportata immediatamente da varie fonti giornalistiche internazionali.
Possibile attacco preventivo di Israele
Israele dal canto suo sta seriamente considerando l’idea di un attacco preventivo contro l’Iran. Questo sarebbe giustificato solo se emergessero prove schiaccianti che Teheran stia pianificando un’azione offensiva. Secondo fonti vicine al governo israeliano, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha tenuto una riunione con i vertici della sicurezza nazionale. A questo incontro hanno partecipato figure di spicco come il ministro della Difesa Yoav Gallant, il Capo di Stato Maggiore Herzi Halevi, e i capi delle agenzie di intelligence Mossad e Shin Bet.
Durante la riunione, è stata esaminata l’opzione di colpire l’Iran per dissuaderlo da eventuali attacchi. I funzionari della sicurezza hanno detto che una tale azione sarebbe considerata solo con informazioni concrete che dimostrino la preparazione di un attacco iraniano imminente. Inoltre, qualsiasi decisione in tal senso richiederebbe il supporto degli Stati Uniti, con cui Israele intende coordinarsi strettamente.
Nelle prime ore del mattino di lunedì 5 agosto 2024, le sirene d’allarme hanno suonato nel nord di Israele, confermando una situazione di pericolo imminente. L’esercito israeliano ha ribadito poi che questi segnali sono stati attivati in risposta a potenziali minacce aeree provenienti dal Libano.
Tajani invita gli italiani a lasciare il Libano
Mentre Teheran respinge gli appelli alla moderazione da parte degli stati arabi, le reazioni internazionali si intensificano. L’Italia, insieme a Stati Uniti e Gran Bretagna, ha invitato circa 3.000 suoi cittadini a lasciare immediatamente il Libano. Il Ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha convocato una riunione dei ministri del G7 nel tentativo di frenare l’escalation. Anche il Papa, durante l’Angelus di domenica, ha chiesto la fine delle ostilità, dicendo che “attacchi e uccisioni mirate non sono la soluzione.”
Incidenti nel Golfo di Aden
Le tensioni e gli attacchi ormai si sono distribuiti come una metastasi in tutto il Medio Oriente, con le parti in gioco già definite. Nel Golfo di Aden, i ribelli Houthi dello Yemen hanno attaccato una nave portacontainer battente bandiera liberiana. Questo è stato il primo attacco del gruppo dopo una pausa di due settimane, successiva all’assassinio del leader di Hamas Ismail Haniyeh in Iran. Gli Houthi hanno anche abbattuto un drone spia statunitense.