La coalizione di centrodestra ha vinto le elezioni regionali nelle Marche, confermando alla presidenza il suo candidato, l’uscente Francesco Acquaroli. La vittoria è arrivata con quasi 8 punti percentuali di vantaggio su Matteo Ricci, candidato del centrosinistra che rappresentava una coalizione molto ampia, con l’inclusione di forze di sinistra e di centro.
L’affluenza alle elezioni regionali delle Marche è stata molto bassa anche per gli standard delle consultazioni locali italiane. Circa il 50% degli aventi diritto si è recato alle urne. Queste elezioni erano le più incerte tra le regionali che si devono svolgere in autunno.
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I risultati delle elezioni nelle Marche
La vittoria di Acquaroli è stata piuttosto ampia, soprattutto visto che le regionali delle Marche avrebbero dovuto essere le elezioni più incerte di questo autunno:
- Francesco Acquaroli (centrodestra), 52,43%;
- Matteo Ricci (centrosinistra), 44,44%.
Tutti gli altri candidati hanno raggiunto percentuali inferiori all’1%. Per quanto riguarda i partiti nazionali, Fratelli d’Italia si è confermato la prima forza sia nella coalizione di centrodestra, sia a livello generale. In difficoltà, come spesso accade nelle elezioni locali, il Movimento 5 Stelle:
- Fratelli d’Italia, 27,41%;
- Partito democratico, 22,50%;
- Forza Italia: 8,60%;
- Lega, 7,37%;
- Movimento 5 Stelle, 5,08%;
- Alleanza Verdi Sinistra, 4,15%.
Chi è Francesco Acquaroli, il presidente delle Marche
Il centrodestra si conferma quindi al governo delle Marche, con il presidente uscente Acquaroli, 51 anni e una lunga militanza nella destra marchigiana, oltre che a un’amicizia di lungo corso con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. In passato è stato sindaco di Potenza Picena, la cittadina di 15mila abitanti in provincia di Macerata dove è cresciuto.
Nonostante la vittoria molto ampia, il suo primo mandato non è stato del tutto tranquillo. L’amministrazione di centrodestra ha dovuto affrontare alcuni problemi riguardo alla gestione della sanità, la materia più importante su cui le regioni italiane hanno poteri decisionali indipendenti dallo Stato centrale.
La conferma di Acquaroli a candidato anche per queste elezioni non era però scontata. Proprio la vicinanza a Meloni ha giocato a suo favore, ma nel centrodestra ha prevalso anche la paura di perdere continuità, come successo in Sardegna. Qui la coalizione aveva scelto di non riconfermare l’uscente Christian Solinas e ha finito per perdere di misura contro il cosiddetto Campo largo.
La sconfitta del “Campo largo”
L’ampia coalizione creatasi attorno al Pd non è riuscita, nemmeno nelle Marche, ad avvicinarsi ai risultati del centrodestra. A pesare sulla sconfitta del cosiddetto Campo largo c’è stata l’indagine contro il suo candidato, Matteo Ricci, per corruzione. All’inizio della campagna elettorale infatti, Ricci e Acquaroli erano dati molto vicini nei sondaggi.

A luglio, a due mesi dalle elezioni, è però emersa la notizia che la procura di Pesaro aveva avviato un’indagine su Ricci, con l’accusa di aver favorito alcun associazioni affidando loro incarichi in modo diretto, senza bando pubblico e gara, quando era sindaco di Pesaro. Non ci sarebbero stati scambi di denaro, ipotesi esclusa anche dall’inchiesta giornalistica da cui è partita l’indagine, curata dal Resto del Carlino. La corruzione sarebbe avvenuta tramite “consenso politico”.
La coalizione di centrosinistra ha rapidamente perso terreno dopo questa notizia. Nel tentativo di recuperare, Pd e M5S hanno provato a mettere al centro della campagna elettorale temi nazionali, come la questione palestinese, senza però ottenere successo.