Bonus Mezzogiorno 2023: a chi è rivolto e come ottenerlo

A partire dall'8 giugno le imprese con sede nelle regioni del Sud Italia potranno richiedere un credito d'imposta per l'acquisto di macchinari e attrezzature

Foto di Claudio Carollo

Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Al via dall’8 giugno le domande per ricevere il cosiddetto ‘Bonus Mezzogiorno’, il credito d’imposta dedicato agli investimenti per l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature varie destinati a stabilimenti produttivi presenti nelle regioni del Sud: Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e nelle zone assistite dell’Abruzzo. A partire dalla stessa data sarà possibile, inoltre, fare richiesta per  il credito d’imposta per gli investimenti effettuati nel 2023 nelle Zone economiche speciali (Zes) e nelle Zone logistiche semplificate (Zls).

Bonus Mezzogiorno: il nuovo modello

Attraverso il provvedimento a firma del direttore Ernesto Maria Ruffini dell’1 giugno, l’Agenzia delle Entrate ha comunicato l’approvazione del nuovo modello per l’invio della richiesta, aggiornato in seguito alla proroga delle agevolazioni prevista dall’ultima legge di Bilancio.

L’ultima versione riguarda però gli investimenti realizzati dalle aziende aventi diritto a partire dall’1 gennaio di quest’anno, per i quali la domanda di accesso al bonus potrà essere inviato entro il 31 dicembre 2024.

Per gli acquisti di beni strumentali destinati a strutture produttive effettuati dal 2016 al 31 dicembre 2022 si dovrà invece fare riferimento al vecchio modello, che dovrà essere inviato all’Agenzia delle Entrate non oltre la fine del 2023 (qui avevamo parlato del via alle domande di contributi fino  2.500 euro con il bonus digitalizzazione).

Nella sezione dedicata al Dipartimento per le politiche di coesione, il Governo ricorda che il limite di spesa degli investimenti è stabilito sulla base delle dimensioni delle aziende:

  • 3 milioni per le piccole imprese, che occupano meno di cinquanta persone e realizzano un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiori a 10 milioni di euro;
  • 10 milioni per le medie imprese, che occupano almeno cinquanta persone e il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro oppure il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni;
  • 15 milioni di euro per le grandi imprese, che occupano almeno duecentocinquanta persone e il cui fatturato annuo è almeno pari a 50 milioni di euro oppure il cui totale di bilancio è almeno pari a 43 milioni di euro.

Sono escluse dal credito d’imposta le imprese che operano nei settori dell’industria siderurgica, carbonifera, della costruzione navale, delle fibre sintetiche, dei trasporti e delle relative infrastrutture, della produzione e della distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche, e, infine, che appartengono ai settori creditizio, finanziario e assicurativo.

“L’agevolazione, inoltre” specifica l’Agenzia delle Entrate “non si applica alle imprese in difficoltà. Per i crediti d’imposta Sisma, ZES e ZLS sono esclusi dal beneficio anche i soggetti che operano nei settori dell’agricoltura e della pesca e acquacoltura.” (qui tutti i nuovi incentivi rivolti alle imprese e come ottenerli).

Bonus Mezzogiorno: come inviare la domanda

Lo stesso Fisco ricorda che la domanda si considera presentata nel giorno in cui l’Agenzia riceve i dati e può essere inoltrata esclusivamente con modalità telematiche tramite il software ‘CIM23’ dai seguenti soggetti:

  • direttamente dal beneficiario;
  • tramite una società del gruppo, se il richiedente fa parte di un gruppo societario. Si considerano appartenenti al gruppo l’ente o la società controllante e le società controllate. Si considerano controllate le società per azioni, in accomandita per azioni e a responsabilità limitata le cui azioni o quote sono possedute dall’ente o società controllante, o tramite altra società controllata, per una percentuale superiore al 50% del capitale;
  • tramite gli intermediari indicati nell’art. 3, comma 3, del DPR n. 322 del 1998 e successive modificazioni (professionisti, associazioni di categoria, Caf, altri soggetti).

In caso di presentazione attraverso intermediari abilitati e società del gruppo, il contribuente dovrà ricevere dai questi soggetti una copia della comunicazione trasmessa e della ricevuta dell’Agenzia delle Entrate che attesta l’avvenuta presentazione e, dopo aver firmato la comunicazione per confermare i dati indicati, dovrà conservare la documentazione. “La prova della presentazione è data dalla comunicazione con cui l’Amministrazione attesta di averla ricevuta” si legge nelle istruzioni del Fisco (qui per conoscere le regioni migliori dove aprire un’impresa).