Tutti pazzi per il digitale. Il mondo dei pagamenti sta vivendo una profonda trasformazione: i pagamenti digitali sono cresciuti enormemente soprattutto durante la pandemia, permettendo di ridurre i contatti in negozio e facilitando gli acquisti da remoto. Non solo attraverso il più tradizionale e-commerce, ma anche tramite i più innovativi canali conversazionali come SMS, messaggistica e social.
Qualche numero? Gli italiani utilizzano in media 4,2 canali diversi per entrare in contatto con un brand, e il 51% afferma di supportare una società cashless.
Non a caso in questa direzione si sta muovendo anche il governo italiano, che ha messo in atto una politica di incentivi per gli esercenti italiani affinché propongano il più possibile la carta di credito come mezzo di pagamento ai propri clienti. I negozianti possono infatti beneficiare di un credito d’imposta, proporzionale alle commissioni sulle transazioni ricevute tramite carte bancarie o wallet.
Per gli esercenti diventa sempre più indispensabile affiancare punti vendita, e-commerce e canali conversazionali per valorizzare le potenzialità dell’uno e dell’altro, moltiplicando le opportunità di vendita e raggiungendo nuovi clienti.
È nata con questo obiettivo nel 2012 PayPlug, fintech europea che si sta affermando sempre di più anche in Italia. Utilizzata da oltre 13mila clienti, dal 2017 è parte di Natixis Payment all’interno di Groupe BPCE, il secondo più grande gruppo bancario in Francia.
PayPlug è una soluzione per i pagamenti online e multicanale pensata per le piccole e medie imprese. Sicura, versatile e facile da utilizzare, è completamente personalizzabile, per rispondere alle diverse esigenze dei merchant e creare esperienze d’acquisto di valore.
Obiettivo di PayPlug è affiancare gli esercenti con soluzioni innovative, promuovendo canali conversazionali. Il suo sistema “Pay-by-Link” consente di inviare un link di pagamento via SMS, chat, e-mail. I consumatori vengono reindirizzati ad una pagina di pagamento sicura e possono convalidare e pagare l’ordine dal proprio smartphone.
Nel 2021 in Italia 2 esercenti di PayPlug su 3 utilizzano il Pay-by-Link e tra il 2020 e il 2021 è aumentato del 30% l’uso della funzionalità via SMS.
Ora, PayPlug sta lanciando per il mercato italiano anche una nuova funzionalità che consentirà agli esercenti di facilitare la comunicazione all’Agenzia delle Entrate e approfittare proprio delle opportunità del credito d’imposta definito nel piano di incentivi del governo, con lo scopo di stimolare la diffusione dei pagamenti elettronici e un impatto positivo sul grado di modernità del Paese.
>Per beneficiare del credito d’imposta serve un fatturato non superiore a 400mila euro nell’anno d’imposta precedente a quello di riferimento, a prescindere dal regime di contabilità adottato e dalla tipologia giuridica scelta per l’esercizio dell’attività commerciale. Ogni mese, sarà PayPlug stessa a comunicare con l’Agenzia delle Entrate, facendo da intermediario e lasciando al commerciante soltanto la compilazione del modulo F24.
“Il mercato italiano è molto interessante dal punto di vista dell’e-commerce e ha un grande potenziale. Tuttavia, in alcuni contesti permane la difficoltà, soprattutto da parte degli esercenti, di approcciare le innovazioni con fiducia”, spiega Antoine Grimaud, CEO e co-founder di PayPlug. “Per questo come PayPlug stiamo lavorando per creare un modello europeo di fintech che metta al centro i bisogni sia delle marche che dei consumatori, per far sì che possano cogliere le sfide tecnologiche e le opportunità istituzionali”.
Grimaud, nel mondo delle soluzioni di pagamento, esistono grandi player internazionali. In questo scenario qual è il ruolo delle fintech europee?
Di fronte ai colossi americani è necessario far emergere le realtà europee come PayPlug, che sanno restituire valore a livello locale. La particolarità delle fintech europee è che possiedono da un lato l’agilità di integrare le opportunità dei trend internazionali, dall’altro sanno localizzare le proprie soluzioni sui diversi mercati nazionali per rispondere agli specifici bisogni di esercenti e consumatori finali. In particolare, le fintech europee conoscono il mercato e sanno quindi fornire le soluzioni più adatte.
Questa visione più ampia è l’asso nella manica…
Esatto. Questa visione europea consente di individuare le tendenze principali da seguire, e allo stesso tempo sanno localizzare il prodotto e la strategia in ogni Paese, per poter rispondere ai bisogni e alle abitudini degli esercenti e dei loro consumatori. La presenza in più Paesi europei permette loro di ispirarsi alle migliori pratiche dei Paesi vicini per diventare più competitivi. Possono capire le specificità di ogni territorio e agire di conseguenza con soluzioni adatte: dalla modalità di gestione delle aziende al sistema bancario, fino alla fiscalità, ad esempio sfruttando le opportunità delle iniziative dei governi locali per supportare gli esercenti nella trasformazione digitale e nella loro attività.
Ad esempio?
La nuova funzionalità che abbiamo sviluppato per facilitare la comunicazione all’Agenzia delle Entrate e approfittare delle opportunità del credito d’imposta definito nel Piano Cashless, all’interno degli incentivi del governo italiano. Inoltre le fintech europee sanno naturalmente padroneggiare i regolamenti europei locali: questo è estremamente importante nei settori come quello dei pagamenti, per trasmettere fiducia e sicurezza. Un esempio è la PDS2, una normativa per la sicurezza dei pagamenti applicata a livello europeo. Data la vicinanza con il mercato di riferimento, l’altro elemento fondamentale è che le fintech europee sanno costruire partnership strategiche tra loro per creare una rete flessibile di esperti e proporre soluzioni semplici e integrate per offrire alle PMI gli strumenti necessari per crescere all’interno di un mercato sempre più dinamico.
Quali sono i bisogni specifici di piccole e medie imprese italiane che rendono necessarie strategie di localizzazione dedicate?
Innanzitutto tutte le PMI hanno bisogno di strumenti digitali semplici e moderni che permettano loro di far crescere il business, monitorare al meglio l’attività e adattarsi all’andamento del mercato e ai bisogni dei propri clienti finali. In particolare, però, le aziende italiane hanno la necessità di essere accompagnate e avere un supporto locale per lo sviluppo della loro strategia di e-commerce e la loro trasformazione digitale, dato che l’Italia è un mercato che sta vivendo una particolare accelerazione digitale. L’accompagnamento per queste realtà deve essere fatto da esperti che conoscono il mercato locale e parlano la lingua italiana, il che crea subito un legame più forte e basato sulla fiducia.
Quanto incidono gli incentivi nazionali?
>Moltissimo. Ad esempio il credito d’imposta favorisce l’utilizzo degli strumenti di pagamento digitali per le PMI che hanno risorse limitate. PayPlug funge proprio da intermediario tra le autorità fiscali italiane e l’esercente nel comunicare le informazioni giuste per richiedere il credito d’imposta.
Quanto sono usati i cosiddetti wallet?
Un dato interessante che riguarda l’Italia è proprio la crescita esponenziale rispetto alla Francia dell’utilizzo dei wallet digitali di pagamento, come ad esempio Satispay, che aumentano la percezione di sicurezza dei pagamenti online. Questo dimostra il bisogno di ricevere e trasmettere fiducia: in un Paese come il nostro in cui gli acquisti online e gli strumenti di pagamento digitali sono meno presenti nella cultura dei consumatori rispetto ad altri Paesi, la sicurezza è una delle principali preoccupazioni legate ai pagamenti online e all’e-commerce in Italia.
E nel nostro Paese contano ancora moltissimo i rapporti personali…
Da noi è importante mantenere l’aspetto relazionale con i propri interlocutori, partner, fornitori e clienti: organizzare eventi, incontri dal vivo, creare il mix giusto tra il digitale e il fisico. Questo vale tanto nelle relazioni di business quanto nelle relazioni tra consumatori ed esercenti. A dimostrarlo è la crescita del commercio conversazionale, ovvero l’atto di vendere prodotti e servizi intrattenendo una conversazione personalizzata con i propri clienti, tramite SMS, e-mail, applicazioni di messaggistica e chatbot.
Il vostro modello di crescita europeo si basa su una strategia di partnership. In quali settori state sviluppando partnership strategiche?
Il nostro obiettivo è unire le forze per sostenere gli esercenti italiani nella loro crescita. Lo facciamo realizzando partnership in diversi settori. Innanzitutto con le web agency che accompagnano i merchant nella digitalizzazione e nello sviluppo della loro attività online: per loro noi siamo un partner conveniente da proporre ai loro clienti. In secondo luogo sviluppiamo partnership con CMS che consentono di creare e gestire il proprio e-commerce integrando dei moduli plug-and-play, tra cui quello del pagamento. Siamo infatti integrati nei principali CMS del mercato: Prestashop, Magento, Shopify, Bigcommerce e altri.
Ma il vostro modello è a 360 gradi…
Sì, un altro tipo di partnership che sviluppiamo sono soluzioni complementari alle nostre funzionalità di pagamento: dalle soluzioni di digital marketing (email, marketing automation, CRM, social commerce) alle realtà specializzate nell’ottimizzazione dell’esperienza di acquisto online e di conversione (ad esempio recensioni online, UX, up-selling/cross-selling), fino alla logistica, molto rilevante per gli e-commerce che vendono beni fisici e non possono prescindere da una gestione strategica proprio della parte logistica.
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