Taglio pensioni d’oro, risparmi tra 115 e 200 milioni

Nessun passo indietro del Movimento 5 Stelle, che porta avanti la propria battaglia per i tagli alle pensioni d'oro

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Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

Il Movimento 5 Stelle promette ai suoi elettori di non fare marcia indietro sulle pensioni d’oro. Sul fronte Lega però sorge qualche dubbio, pur con la voglia di trovare un terreno comune.

Prima della pausa estiva, intanto, il M5S ha depositato alla Camera la proposta di legge per il taglio delle pensioni d’oro. Lo ha spiegato chiaramente Francesco D’Uva, capogruppo del partito alla Camera, attraverso il blog delle Stelle: “Il taglio è stato inserito nel Contratto di Governo. Il tetto indicato dei 4 mila euro rappresenta la pietra angolare del testo di legge e non c’è bisogno di rivederlo. Non sarebbe giusto nei confronti di chi percepisce pensioni dieci volte inferiori”.

Sul taglio alle pensioni d’oro, il M5S non fa passi indietro

Nessun passo indietro dunque sul taglio alle pensioni d’oro anche se le dichiarazioni di D’Uva fanno discutere. In contrasto con il capogruppo del M5S, si è espresso l’esperto di previdenza della Lega, Alberto Brambilla che non vede nel progetto di taglio pensionistico la giusta strada da seguire. Intervistato dal Corriere della Sera, il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, ha provato a mediare tra le parti, sottolineando però come nel Contratto la soglia indicata fosse di 5 mila euro.

Nell’accordo firmato dalle parti, posto alla base del Governo tra la Lega e il Movimento 5 Stelle, è possibile leggere (pagina 48): “Riteniamo necessario un intervento finalizzato al taglio delle pensioni d’oro (superiori ai 5.000 euro netti mensili), non giustificate dai contributi versati”.

Anche i toni di Matteo Salvini, come quelli di Durigon, sono atti a trovare un terreno comune, piuttosto che generare una crepa potenzialmente dannosa per tutte le parti in causa. Nessun riferimento ai tetti da parte del leader della Lega, che preferisce discutere in privato di certe tematiche, pur appoggiando pienamente il tema di fondo sostenuto da Di Maio: “Non hanno senso d’esistere alcune mega pensioni, che non risultano coperte da contributi”.

Contro il taglio delle pensioni c’è l’idea del contributo di solidarietà

L’idea avanzata da Brambilla era quella di un contributo di solidarietà della durata di tre anni, al quale sarebbero chiamati a partecipare i pensionati rientranti in determinate fasce agiate. Il Movimento però non cambia rotta, con gli organi tecnici che stanno ponendo la proposta al vaglio per i dettagli. D’Uva spiega come non ci sia alcuna intenzione punitiva in questo procedimento, bensì la chiara voglia di eliminare un privilegio.

Le stime della società di ricerca Tabula chiariscono intanto come andrebbero a modificarsi le prospettive di risparmio per l’erario, qualora il tetto dovesse essere alzato. Il tutto verrebbe limitato tra i 115 e i 200 milioni di euro, a seconda dell’opzione scelta (5mila euro netti o soglia sopra tale cifra). Ad ogni modo, tutto ciò rientra nel campo delle ipotesi, perché il partito di Di Maio non sembra intenzionato a fare sconti.

Cosa deciderà alla fine il governo ancora non si sa. Il contributo di solidarietà, però, sarebbe temporaneo e mirato a reinvestire le risorse nel sistema previdenziale. Per questo ha più probabilità di essere accettato dalla Consulta. I tagli alle pensioni d’oro, invece, contribuirebbero solo in minima parte al bilancio necessario per mitigare la riforma Fornero, stimato a almeno 5 miliardi di euro all’anno, senza considerare i fondi aggiuntivi necessari per aumentare la promessa pensione di cittadinanza a 780 euro. Gli anziani con redditi pensionistici superiori a 80.000 euro lordi all’anno, infatti, sono solo circa 80.000 per cui l’incasso sarebbe circa di 500 milioni all’anno.