Riforma pensioni, tra le ipotesi spunta Quota 96. Ma non per tutti

Pensioni, nel confronto tra governo e sindacati spunta l'ipotesi di Quota 96, ma non per tutti. Chi potrebbe beneficiarne?

Foto di Emanuela Galbusera

Emanuela Galbusera

Giornalista di attualità economica

Giornalista pubblicista, ha maturato una solida esperienza nella produzione di news e approfondimenti relativi al mondo dell’economia e del lavoro e all’attualità, con un occhio vigile su innovazione e sostenibilità.

Prosegue il confronto tra governo e sindacati sulla riforma pensioni. Diverse ipotesi sono sul tavolo, tra cui Quota 96 riservata ai lavoratori impegnati in attività gravose e usuranti, che permetterebbe di uscire con 61 (o 60) anni di età e almeno 35 anni di contributi versati, Quota 41 “contributiva” e si sta valutando la possibilità di prorogare Quota 103.

La prossima settimana, il 26 luglio, è fissato un nuovo tavolo tra le parti sociali e l’Osservatorio sul monitoraggio della spesa previdenziale.

Successivamente ci saranno due incontri, uno il 5 settembre sulle pensioni donne e l’altro il 18 settembre sulla previdenza complementare. La loro fattibilità sarà valutata a fine settembre in base alle risorse disponibili dopo la presentazione della NaDef.

Quota 41 contributiva

Al tavolo con le parti sociali si parlerà anche di Quota 41 “contributiva” nella sua forma originaria, vecchio cavallo di battaglia della Lega. L’uscita anticipata dal lavoro con 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica, rimane l’obiettivo del governo Meloni da attuare nell’arco della legislatura, ma al momento non ci sono le coperture finanziarie. La misura costerebbe 4 miliardi solo per il primo anno.
In alternativa, il partito della Lega potrebbe accettare una Quota 41 temporanea, legata al ricalcolo contributivo dell’assegno pensionistico, comportando una riduzione del 10-15%.

Quota 103

Quota 103, che permette di andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni d’età, si concluderà il 31 dicembre. In realtà tutto lascia pensare che la misura varata lo scorso anno possa essere rinnovata almeno per altri 12 mesi o sostituita con una riforma non troppo diversa.

Ipotesi Quota 96

Una delle possibili soluzioni è rivedere le regole per chi svolge lavori usuranti introducendo Quota 96, misura che prima dell’entrata in vigore della legge Fornero garantiva un accesso agevolato rispetto all’attuale pensione anticipata.

Quota 96 consentirebbe l’uscita con 61 anni d’età e 35 anni di contributi, solo per specifiche categorie di lavoratori impegnati in attività gravose e usuranti. C’è chi addirittura ipotizza anche un ulteriore abbassamento dell’età pensionabile a 60 anni (in tal caso dovremmo parlare di Quota 95).