Nella domenica trascorsa, in Svizzera si è tenuto un referendum sponsorizzato da sindacati locali. Gli elettori sono stati interrogati sulla volontà di incrementare le pensioni dei cittadini svizzeri introducendo una mensilità aggiuntiva, comunemente nota come “tredicesima”. Il referendum ha ottenuto l’approvazione con oltre il 58% dei voti favorevoli e con il sostegno di una maggioranza di 16 cantoni su 26.
I risultati del referendum sulle pensioni in Svizzera
La proposta è stata voluta da un’iniziativa popolare federale dal nome “Vivere meglio la pensione (Iniziativa per una 13esima mensilità Avs)”, che include l’iscrizione del principio di una tredicesima mensilità aggiuntiva nella Costituzione, ma adesso sarà compito del governo e del Parlamento definire i dettagli precisi dell’attuazione e del finanziamento della riforma. L’Assicurazione per la Vecchiaia e quella di Reversibilità (Avs), pilastro principale del sistema pensionistico, rappresenta il fondamento della previdenza in Svizzera. Attualmente, più di 2,5 milioni di pensionati ricevono una rendita Avs, secondo i dati governativi. Il comitato promotore dell’iniziativa sostiene che la tredicesima mensilità sia diventata “essenziale”, considerando il crescente numero di pensionati che stanno avendo difficoltà ad arrivare a fine mese a causa dell’aumento dei prezzi.
Il governo e la maggioranza del parlamento avevano espresso posizioni contrarie alla proposta, sostenendo che non vi fosse spazio finanziario sufficiente per introdurre una tredicesima mensilità. Nella stessa domenica, si è tenuto un altro referendum, proposto dal movimento giovanile dei Liberali Radicali, che chiedeva agli elettori se fossero favorevoli ad aumentare l’età pensionabile da 65 a 66 anni. Tuttavia, questa proposta è stata respinta dal 75% dei votanti.
Il sistema pensionistico svizzero
La pensione statale massima mensile in Svizzera ammonta a 2.550 euro. Una cifra molto alta per gli standard italiani, ma in Svizzera secondo molti questa cifra è considerata insufficiente per vivere dignitosamente nel paese, dove il costo della vita è tra i più alti al mondo, specialmente nelle città come Ginevra e Zurigo. Ad esempio, i premi dell’assicurazione sanitaria, obbligatoria per tutti i cittadini svizzeri, stanno aumentando rapidamente, mettendo spesso gli anziani in difficoltà nel riuscire a pagarli.
Di conseguenza, sempre più persone si trovano costrette a lavorare fino all’età di 70 anni per necessità, non per scelta. Anche i migranti assunti nei decenni passati per lavorare nelle fabbriche, nei ristoranti o negli ospedali svizzeri si trovano in difficoltà, mentre le generazioni più giovani affrontano stress legato al lavoro.
In Svizzera, l’età ufficiale per la pensione è stabilita a 65 anni per gli uomini e 64 anni per le donne, riflettendo una distinzione di genere radicata nella storia del sistema pensionistico nazionale. Nonostante questa differenza, il paese offre una notevole flessibilità attraverso le opzioni di pensione anticipata, consentendo agli individui di iniziare a ricevere la rendita pensionistica uno o due anni prima dell’età normale di pensionamento.
Questa opzione è particolarmente allettante per coloro che desiderano ritirarsi dal lavoro prima del tempo, anche se comporta una riduzione del 6,8% della pensione per ogni anno di anticipo. Tale misura è stata introdotta per bilanciare i fondi del sistema previdenziale e garantirne la sostenibilità a lungo termine. In Svizzera, affinché gli uomini possano ricevere una rendita completa di vecchiaia del primo pilastro, devono aver versato contributi per un totale di 44 anni, mentre le donne devono aver contribuito per 43 anni.