Pensioni: Opzione donna e Ape sociale prorogati fino al 2021

Il governo ha deciso di prorogare al 2021 due misure pensionistiche che riguardano particolari categorie di lavoratori

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Emanuela Galbusera

Giornalista di attualità economica

Giornalista pubblicista, ha maturato una solida esperienza nella produzione di news e approfondimenti relativi al mondo dell’economia e del lavoro e all’attualità, con un occhio vigile su innovazione e sostenibilità.

Pubblicato: 16 Settembre 2020 11:31

Mentre si fa sempre più strada l’ipotesi di una Quota 102 che rimpiazzi Quota 100 e si studiano nuovi meccanismo di uscita anticipata, il governo ha deciso di prorogare al 2021 due misure pensionistiche che riguardano particolari categorie di lavoratori: stiamo parlando di Ape sociale e Opzione Donna.

Ape sociale, cos’è

L’Ape sociale è un progetto sperimentale che consente il prepensionamento, senza alcun onere economico, a specifiche categorie di lavoratori che abbiano raggiunto almeno i 63 anni di età. La sperimentazione, la cui durata era stata inizialmente fissata fino al 31 dicembre 2018 (con possibilità di proroga per l’anno successivo), è stata prorogata dapprima anche per il 2019 e, quindi, a seguito della Legge di Bilancio per il 2020, anche per l’anno in corso.

Ape Sociale permette a categorie di lavoratori considerati a rischio (come disoccupati, caregiver, invalidi al 74%, addetti a mansioni gravose) di andare in pensione a 63 anni con 30 o 36 anni di contributi.

L’Ape sociale si concretizza in un sussidio di accompagnamento alla pensione, entro un tetto di 1.500 euro lordi (circa 1.200 euro netti), erogato per 12 mensilità e non rivalutabile in base dall’inflazione. Il sussidio è interamente a carico dallo Stato: non si tratta quindi di una prestazione previdenziale vera e propria, ma piuttosto di un aiuto economico elargito unicamente a soggetti in particolare stato di bisogno.

Opzione donna, cos’è

Opzione Donna è riservata alle lavoratrici che hanno maturato 35 anni di contributi, al netto dei periodi di malattia, disoccupazione o prestazioni equivalenti, e hanno un’età anagrafica pari o superiore a 58 anni (per le lavoratrici dipendenti) e a 59 anni (per le lavoratrici autonome).
Le lavoratrici che hanno i requisiti per poter accedere all’opzione donna ricevono la pensione di anzianità a partire dai 12 o dai 18 mesi successivi alla data di maturazione degli stessi, a seconda che si tratti di dipendenti o di autonome.

Ape sociale allargata

È allo studio un ampliamento dell’Ape sociale per includere altre categorie, come vogliono i sindacati: “Negli incontri precedenti – spiega Domenico Proietti, segretario confederale Uil, – abbiamo illustrato al governo tutte le nostre proposte, tra cui la proroga dell’ampiamento della platea delle categorie dell’Ape sociale, la proroga di Opzione Donna, il completamento della salvaguardia degli esodati, il rafforzamento della quattordicesima e la promozione delle adesioni ai fondi pensione”.

Pensione di garanzia giovani

Altro tema caro ai sindacati quello del sostegno ai giovani con la creazione di una pensione di garanzia in grado di contrastare salari bassi, carriere discontinue e disoccupazione.
L’obiettivo della pensione di garanzia giovani è quello di garantire anche a chi è entrato nel mondo del lavoro dopo il 1996 (quando è stato introdotto il sistema contributivo per tutti) un assegno previdenziale che non sia calcolato soltanto sui contributi effettivamente versati ma anche su una contribuzione figurativa per i periodi discontinui e di formazione, oltre ai periodi di disoccupazione involontaria.