Patto di stabilità verso la riforma: cosa cambierebbe per l’Italia

L'Europa preme per la modifica del Patto di stabilità. L'obiettivo è ridurre la spesa pubblica e correggere la curva del rapporto deficit/Pil. Polemico il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti.

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Parola d’ordine: ridurre la spesa pubblica. Il diktat della Commissione europea all’Italia ha lo scopo di indurre il nostro Paese a ridimensionare il rapporto fra deficit e Pil. Un rapporto che attualmente supera del 55% del Prodotto interno lordo rendendoci il secondo Stato europeo più indebitato nell’Unione, dopo la Grecia.

Patto di stabilità: Unione europea verso la modifica

Stando ai dati contenuti nel Def (Documento di economia e finanza), la spesa pubblica nel 2022 ha superato i 1.000 miliardi di euro. Il debito non è l’unica zavorra ad affossare l’economia italiana: ad esso si sommano anche gli interessi sul debito, che nel 2022 hanno toccato quota 83 miliardi di euro e che entro il 2026 si prevede raggiungeranno quota 101 miliardi.

L’impennata degli interessi viene prevista anche come risposta al rialzo dei tassi stabilito dalla Banca centrale europea per arginare l’inflazione.

L’Europa ha cercato di stimolare le economie dei vari stati con il piano Next Generation Eu, dai quali sono derivati i vari Pnrr nazionali. Spingere le economia, fra le altre cose, avrebbe dovuto avere ricadute positive come la riduzione della spesa pubblica, soprattutto nei Paesi rimasti indietro. Dati i risultati non sempre ottimali, la Commissione europea ha deciso per il cambio di passo: dai piani di spesa al taglio del debito.

Dal computo della spesa pubblica non si escluderanno gli investimenti finanziati con il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Idea che ha causato qualche mal di pancia al ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti.

Patto di stabilità, Italia sanzionata se non rispetta i limiti

L’Italia e altri Paesi ad alto debito saranno osservati speciali: per noi e per altri verrà concordata una cosiddetta “traiettoria tecnica” con obbligo di un aggiustamento annuo di almeno lo 0,5% del Pil. Questo fino a quando la differenza tra spese ed entrate in un anno continuerà a sforare il limite del 3% stabilito dal trattato di Maastricht.

L’Italia è tenuta a risparmiare almeno 9,5 miliardi l’anno, salvo aggiustamenti, pena l’avvio di una procedura di infrazione.

Giorgetti contro la bozza di modifica del Patto di stabilità

Dall’Italia, per bocca del ministro Giorgetti, arriva una controproposta all’Europa, ovvero quella di “considerare le spese di investimento, in particolare quelle eleggibili ai fini del Pnnr, e le spese per la difesa, ad esempio quelle relative all’Ucraina, in modo diverso rispetto alle altre”.
“Non si può – spiega il ministro – mettere un Paese di fronte alla prospettiva di scegliere se aiutare l’Ucraina o rompere le regole del Patto di stabilità, mi sembra una cosa assurda”.
La posizione di Giorgetti viene sostenuta anche dal ministro della Difesa Guido Crosetto che accusa l’Europa di “miopia” politica.

La bozza del Patto di stabilità sarà discussa sui prossimi tavoli tecnici con l’obiettivo di far approvare un accordo al Parlamento europeo entro la fine del 2023. In mancanza di accordo sulle nuove proposte, nel 2024 tornerà in vigore il Patto di stabilità sospeso con lo scoppio della pandemia. Ma la Commissione europea spinge per l’approvazione della nuova bozza, anche in considerazione del fatto che con le Elezioni europee di primavera il tema della modifica del Patto di stabilità potrebbe alzare i toni elettorali rendendo più difficile un’intesa.

Patto di Stabilità e Mes sono due riforme cruciali per l’Europa. L’Italia non ha ancora ratificato il Mes nonostante la spinta dei vertici Ue, mentre si preannuncia una serrata trattativa sul Patto.